Il volume Marauders: vivere e morire a Krakoa, edito da Panini Comics, raccoglie i primi dodici capitoli dell’omonima serie, ossia la prima annata di una delle serie legate al rilancio degli X-Men ideato da Jonathan Hickman nel 2019. Protagonisti della testata sono Katherine Pryde e alcuni mutanti arruolati per attraversare i mari a bordo di una nave, la Marauder, occupandosi dei commerci krakoani e del salvataggio di individui con il gene X che si trovano in difficoltà.
Fin dall’inizio lo sceneggiatore Gerry Duggan chiarisce l’importanza dei nomi, a partire da quello della protagonista: non più “Kitty” ma “Kate” o, per esteso, “Katherine”. Sembra una nota a margine, invece è un dato rilevante perché il passaggio dall’alterato (diminutivo e vezzeggiativo) al sostantivo non connotato testimonia la crescita del personaggio; un progresso rivendicato, che va suggellato da qualcosa di fondamentale come un nome. Shadowcat non è più una ragazzina, è diventata grande e in tante occasioni ha dimostrato il proprio valore come donna e come supereroina. Merita di essere trattata come un’adulta, soprattutto in un periodo difficile della propria vita, quale quello che si trova a vivere, dal momento che non riesce ad attraversare i giunti krakoani, portali che consentono ai mutanti di raggiungere tramite teletrasporto Krakoa, l’isola senziente divenuta base e nazione per il popolo multiforme guidato da Xavier e Magneto.
Per misteriose ragioni, Kate è esclusa dal “sistema di trasporto”, finisce a lato rispetto a una comunità che gode di un privilegio intrinseco alla condizione naturale, pertanto, anche spinta dalla grande manipolatrice Emma Frost, cerca anzitutto di riappropriarsi di se stessa, delle fondamenta della propria identità. In secondo luogo, si mette in viaggio: se non può accedere alla casa madre, allora deve fare di necessità virtù e solcare i mari, aiutando gli altri come ha sempre fatto e come può.
Dunque, insieme con questa particolare piratessa c’è la sua ciurma che sceglie un appellativo particolare, perché carico di storia nefasta, anche per la stessa Katherine. Infatti, oltre ad averla quasi uccisa, i Marauders creati da Chris Claremont e John Romita Jr erano dei criminali mutanti che si macchiarono di molti delitti, tra i quali il massacro dei Morlock; ora, con Duggan, il nome passa a un gruppo di Homo Superior con buone intenzioni, ma che agisce nelle zone d’ombra della legge. Il “marauder” è il “predone”, cioè “chi vive di rapine e saccheggi” (Vocabolario on line Treccani) e, seppur declinato in un contesto positivo, il concetto continua a portare con sé una certa opacità: alcune nazioni umane non riconoscono la sovranità dello stato mutante, ne ostacolano la crescita e lo combattono anche apertamente, perciò dal punto di vista di queste pedine sulla scacchiera geopolitica il comportamento di Kate e dei suoi è semplicemente scorretto e improprio.
Lo scrittore di New York è bravo a muoversi proprio tra le pieghe della politica, politicizzando alcuni aspetti della storia, dal “prima gli umani” che risuona in bocca a un membro degli Homines Verendi, nuovi nemici razzisti, alle continue tensioni interne a Krakoa per il controllo e l’esercizio del potere. In uno scenario complesso, in cui sono necessari piani machiavellici, Emma Frost non può che esaltarsi e la Regina Bianca è uno dei personaggi meglio caratterizzati da Duggan. L’autore fa leva sulla brutalità di cui è capace la donna, facendole dire: “I gay, i disabili, i trans… non ha importanza. Il pensiero di crudeltà verso chi è diverso da voi vi procurerà un dolore fisico”. Si tratta di una punizione durissima, perché coinvolge le intenzioni, i pensieri appunto, di chi sbaglia: che il punto di partenza sia giusto si può dare per assodato – la condanna di chi discrimina – ma il punto d’arrivo è discutibile. Un dilemma etico di cui la telepate non sembra curarsi.
In Vivere e morire a Krakoa non mancano idee e spunti, alcuni momenti di riflessione e altri leggeri, distensivi, utili per accennare le dinamiche tra i personaggi tra intimità e azione. In generale, il fumetto è scorrevole e lineare; la trama procede con un buon ritmo e arriva a decollare a cavallo tra l’ottavo e il nono capitolo, quando anche l’asticella della messa in scena si alza. Stefano Caselli (#8) e Matteo Lolli (#9) spingono sulla spettacolarità di alcune scene drammatiche, ritraendo eroi e villain dall’aspetto imponente nel frangente in cui le loro menti, per motivi diversi, vanno in pezzi; passano con naturalezza ed efficacia dalla raffigurazione dei dettagli nelle vignette più piccole all’esplosione emotiva in quelle più grandi, splash-page incluse.
Sono i picchi di un lavoro calibrato, in cui i due disegnatori principali, affiancati da Michele Bandini, Lucas Werneck e Mario Del Pennino, sono stati chiamati a gestire tanti character, dovendo dare risalto a ognuno di essi, diversificandone i costumi e la recitazione senza tradirne l’essenza. Il risultato è un volume dall’estetica abbastanza omogenea, che non sacrifica la possibilità di riconoscere facilmente i tratti dei singoli artisti. In particolare, il segno spesso e le chine di Caselli si distinguono, delineando corpi “palpabili” e volti molto espressivi, resi ancora più intensi dalla colorazione di Edgar Delgado, uno dei coloristi coinvolti insieme con Federico Blee ed Erick Arciniega.
Abbiamo parlato di:
Marauders vol. 1 – Vivere e morire a Krakoa
Gerry Duggan, Matteo Lolli, Stefano Caselli et al.
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics, 2022
304 pagine, cartonato, colori – 32,00 €
ISBN: 9788828706670
Kate Pryde e i Marauders: chiamaci per nome
Panini Comics raccoglie in un volume cartonato la prima annata di “Marauders” di Gerry Duggan, Matteo Lolli e Stefano Caselli.
Di
Pubblicato il