Sul fiume Zambesi è in atto il progetto di costruzione della diga di Kariba. Oltre all’intervento sul fiume, la grande opera provocherà inondazioni che costringeranno alcune tribù ad essere spostate. Ma il problema dei costruttori della diga è l’esistenza di una creatura leggendaria, Nyaminyami, un gigantesco serpente che incarna l’essenza stessa del fiume. Siku è una trovatella che sembra nascondere straordinarie capacità ed essere in qualche modo connessa proprio a Nyaminyami, tanto da spingere suo padre adottivo Tongai a raggiungere la diga e fermare la creatura. Quando l’uomo non rientra, Siku decide di partire alla sua ricerca, legandosi lungo la strada ad Amedeo, figlio dell’ingegnere a capo della realizzazione della diga. I due ragazzi devono affrontare pirati, poteri mistici e l’avidità dell’uomo per confrontarsi con le origini di Siku e il Rumuko, il ciclo di morte e rinascita.
I due fratelli Daniel e James Clarke, sudafricani, scrivono in collaborazione con Daniel Snaddon una storia di coming of age di avventura e magia, immersa nelle leggende africane, portata alla pubblicazione in patria grazie al successo di un crowdfunding. Gli autori vengono dal mondo dell’animazione, i cui riflessi sono manifesti nel corposo volume, sia dal punto di vista narrativo che da quello estetico. La dinamica avventurosa e la costruzione della storia potrebbero tranquillamente appartenere ad un lungometraggio animato che guarda a Miyazaki e a certe produzioni francesi. Il ritmo e la scansione alternano l’azione rocambolesca all’insinuarsi delle componenti magiche, che la caricano di atmosfere dai toni inquietanti e hanno un animo riflessivo dai risvolti ambientalisti. Forse proprio per questo qui e lì potrebbe emergere qualche vaga sensazione di dejà vù. Il viaggio di Siku è quello di una ragazzina che allo stesso tempo è attratta e rifiuta la propria natura e quella del mondo che cambia intorno a lei, attraverso un mondo dove la natura e i misteri che le appartengono finiscono spesso per essere fraintesi.
E questo in parte rende leggermente straniante il messaggio che gli autori scrivono nella breve introduzione alla storia, nella quale si premurano di giustificarsi, sottolineando come in alcun modo la loro storia di finzione (come se qualcuno potesse avere dubbi sull’esistenza di un gigantesco e mistico serpente nei fiumi africani) voglia essere un’accusa o una critica alla costruzione della diga, elemento reale da cui prendono spunto per la loro storia.
I disegni e i colori di James Clarke sono vividi e pieni; anche questi evocano l’animazione, cui però attribuiscono un carico di sfumature e dettagli meno comuni nelle opere animate. Purtroppo, la stampa non valorizza appieno i colori originali, che risultano meno brillanti e più scuri di quanto non siano: la dimostrazione sono le numerose sequenze notturne, più cupe, nelle quali i dettagli spariscono o diventano di difficile decifrazione. Un vero peccato che sacrifica immagini ricche e un poetico e importante lavoro sulle luci. Le tavole sono ricche di vignette e testo e l’intero volume praticamente non presenta splash page, con una regia che avvicina l’opera ai canoni della bande dessinée. Le vignette sono in genere incorniciate in forme ortogonali, regolarità che perdono nelle brevi sequenze oniriche in cui il potere di Siku le fa vedere delle visioni.
Kariba è una piacevole avventura young adult che presenta un’ottima caratterizzazione dei personaggi eva cui si arriva alla fine soddisfatti, ma con la sensazione che la storia possieda in nuce un potenziale che poteva ambire ancora a qualcosa di più.
Abbiamo parlato di:
Kariba
Daniel Clarke, Daniel Snaddon, James Clarke
Traduzione Antonio David Alberto
ReNoir Comics, 2024
232 pagine, brossurato, colore – 24,00 €
ISBN: 9788865672600