K-11 volume secondo: la miglior difesa è l’attacco

K-11 volume secondo: la miglior difesa è l’attacco

Sergio Bonelli Editore pubblica il secondo volume di "K-11", in cui Matteo Casali e Luca Genovese esplorano i risvolti del Progetto Zaroff.

Russia, Krasnojark-11, primavera 1945: nella città chiusa il Progetto Zaroff inizia a dare i suoi frutti. Nella sua recensione del primo volume di K-11, Amedeo Scalese scrive: “Per fare un parallelo, sarebbe come se la genesi di si fosse fermata al momento in cui Steve Rogers assume il siero del dottor Erskine!“. In K-11 – Volume secondo lo sceneggiatore  riprende il racconto, mostrando le conseguenze dell'esperimento condotto per assicurare protezione ai soldati e al popolo sovietico, concentrandosi ancora una volta sulle interazioni tra i personaggi piuttosto che sull'azione.
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Resto nell'ambito supereroico e mi lascio andare a una suggestione che la lettura mi ha suscitato: la vicenda presentata nella serie pubblicata da  Editore potrebbe inserirsi felicemente nella continuity creata da  quando, nel primo volume della sua gestione dedicata al supersoldato americano, ha introdotto il Soldato d'Inverno, ripescando dalle avventure degli Anni Quaranta Bucky Barnes per rinnovarlo nello spirito e nella funzione narrativa. Possono essere semplici elucubrazioni da nerd, ma in Karl Ruslanovic Tikhonov, il reduce di Stalingrado al centro del fumetto, si potrebbe vedere un antesignano di colui che il KGB avrebbe reso un killer spietato al servizio del Cremlino, come spiegato nei comics della .

Al di là delle ipotesi fantafumettistiche, è importante riconoscere che il supereroico più che un vero e proprio genere rigidamente definito è un macro-insieme nel quale inserire storie con tenori, messaggi e stili molto diversi. Pertanto, l'autore può strizzare l'occhio a quest'ambito senza dover necessariamente raccontare di eroi in calzamaglia che picchiano cattivi pittoreschi o salvano il globo (stando a una definizione volutamente riduttiva e banalizzate per l'etichetta). Allo stesso tempo, al lettore è concesso riconoscere stilemi familiari e partire da un cantuccio accogliente, per poi passare a sentieri alternativi e approfondire temi specifici.

Tra questi, il primo a colpire l'attenzione è costituito dal confronto, che rischia di essere trasformato in scontro, tra scienza e fede. Un superiore del protagonista afferma: “Sarai ricordato come il primo, Karl… Il primo di molti“. Quella che sembra una frase a effetto si traduce nella speranza che l'esperimento sia replicabile e produca valide barriere all'Unione Sovietica contro il nemico. Ripetere il primo successo escluderebbe la necessità di pensare a un miracolo e accettarlo, affermerebbe la superiorità degli scienziati sui religiosi.

Eppure, alcuni personaggi di K-11 – Volume secondo sono fermamente convinti che per raggiungere il risultato sia importante “crederci fino in fondo”, filosofia molto popolare in ambito sportivo negli ultimi decenni. Ma è davvero il fatto di “crederci” a rendere unico Tikhonov? Piuttosto, la straordinarietà dell'individuo passa attraverso un primo livello di introspezione, realizzata per mezzo delle relazioni con altre cavie del Progetto Zaroff, un'infermiera, i professori della struttura e il capo. La nascita del primo supersoldato sovietico cede il passo alle gioie e ai dolori della crescita: affetto e cameratismo, accuse e sensi di colpa, amore e gelosia, empatia e rabbia.
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Dal contesto fantascientifico, fantapolitico e ucronico, Casali fa emergere alcuni fatti particolari, ricorrendo all'ellissi narrativa che, per contrasto, accentua la rilevanza degli eventi mostrati e conferisce a questo secondo capitolo un ritmo incalzante e godibile. Grazie ai piccoli salti in avanti sulla linea del tempo, lo sceneggiatore gestisce con efficacia le 72 pagine a disposizione, anche giocando con due media che mette a confronto nella sua postfazione. Infatti, con intento metaforico, inserisce nel racconto la trasposizione filmica di un libro di Richard Connell: si tratta di un'increspatura che getta le basi per un conflitto futuro, forse da esplorare nel terzo cartonato della serie.

Sempre proseguendo sulla scia di una metafora, si prende in considerazione l'ultima tavola disegnata da , artista scelto per dare vita alla sceneggiatura della presente pubblicazione: nelle quattro strisce orizzontali che la compongono si assiste a un'esplosione e alla formazione del classico fungo atomico. Visto che sono stati fatti diversi passi avanti nel delineare la trama, è lecito aspettarsi un'accelerazione, magari una discesa in campo di Karl come arma d'attacco piuttosto che come bastione difensivo. Soprattutto perché il tempo stringe e, nel racconto, la fine della si avvicina.

Continuando a focalizzare l'attenzione su una singola tavola, è interessante notare come disegni, dialoghi e script si sposino bene a pagina 48. Il matrimonio felice nato da una vivace collaborazione tra gli autori, come svela lo stesso Casali nell'appendice in cui offre il dietro le quinte di alcuni passaggi dell'episodio, è testimoniato dal fatto che nella vignetta più grande le ombre nere di due personaggi riempiono lo sfondo bianco imprimendosi sullo scenario come accaduto nel bombardamento di Hiroshima. Non a caso i due uomini parlano di radiazioni.
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L'organizzazione della facciata in questione (due riquadri più piccoli occupano la parte superiore di un terzo più grande che fa sia da sfondo che da immagine vera e propria) non è un'eccezione ma nemmeno la regola, dato che il capitolo si sviluppa principalmente in una gabbia più fitta e più schematica, nella quale sono importanti soprattutto i primi piani su volti affilati, altri scavati e altri ancora granitici. Anche l'apertura a inquadrature più larghe è funzionale, perché consente di esprimere per mezzo di muti sguardi i sentimenti, nella fattispecie quelli che accomunano Karl e l'infermiera Lora.

A completare il quadro di un volume ben studiato, che mette in evidenza del potenziale ancora inespresso per quanto riguarda l'agire dei character nel contesto già delineato, sono i colori di  con la supervisione di  (copertinista), che restituiscono al lettore la sensazione di trovarsi in una Unione Sovietica fredda sia in senso atmosferico che antropologico, se si fa caso alla rigidità che traspare dagli ambienti asettici della scienza.

Abbiamo parlato di:
K-11 – Volume secondo
Matteo Casali, Genovese
Sergio Bonelli Editore, 2020
72 pagine, cartonato, colori – 16,00 €
ISBN: 9788869615030

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