Justice League Dark: Apokolips War. Una fine epica e tragica

Justice League Dark: Apokolips War. Una fine epica e tragica

Nel capitolo conclusivo di un ciclo di film animati durato sette anni, la Justice League affronta la battaglia più dura e le drammatiche conseguenze che comporta.

Gli esseri umani, per loro natura, hanno bisogno di certezze, di punti di riferimento che scandiscano il loro vivere e nei quali possano trovare un rassicurante senso di regolarità. Nella narrativa, ma anche nella vita in generale, non c’è forse certezza più salda di quella rappresentata da una conclusione. Per quanto una storia sia appassionante, infatti, è spesso il suo finale ad accentrare su di sé una cospicua fetta delle attenzioni e delle aspettative dei fruitori ed è spesso il finale il segmento di un’opera più memorabile e maggiormente destinato a far discutere. Per estensione, dunque, gli esseri umani hanno bisogno di conclusioni. È questo parte del motivo per il quale un blockbuster come Avengers Endgame dei Marvel Studios ha riscosso un tale successo.

Proprio un finale è ciò che ci si trova davanti quando ci si appresta a guardare Justice League Dark: Apokolips War, film d’animazione del 2020 diretto da Matt Peters e Christina Sotta. Si tratta del trentottesimo lungometraggio del filone dei DC Universe Animated Original Movies e del quindicesimo appartenente al DC Animated Movie Universe, l’universo condiviso inaugurato da Justice League: The Flashpoint Paradox nel 2013, di cui rappresenta, per l’appunto, il capitolo conclusivo.

Con la minaccia di un’imminente attacco alla Terra da parte di Darkseid e del suo esercito di parademoni, la Justice League decide di giocare d’anticipo e, rimpolpati per l’occasione i propri ranghi, si lancia all’assalto del pianeta Apokolips per abbattere il tiranno prima che abbia modo di portare a compimento i propri propositi. Qualcosa nel piano, però, va storto e gli eroi più forti del mondo si ritrovano ben presto alla mercé delle soverchianti forze nemiche. La situazione, per il pianeta Terra e i suoi abitanti, sembra dunque volgere al peggio.

Numerose similitudini accomunano questo film proprio a Endgame, a partire dall’enorme numero di personaggi che fanno la loro comparsa (praticamente tutti gli eroi mai apparsi nei film precedenti) – foss’anche per dei semplici camei -, la presenza di un balzo temporale che riesce a spiazzare lo spettatore, proiettandolo nel bel mezzo delle conseguenze della sconfitta subita dalla Justice League, e l’opprimente atmosfera di sconforto e disfatta che accompagna la visione fino ai titoli di coda. Quest’ultima appare particolarmente incisiva grazie a un elemento che caratterizza da sempre questo filone di produzioni animate: il gore. Infatti Warner Bros. Animation non si è mai fatta particolari remore nella rappresentazione visiva della violenza, laddove gli smembramenti e i fiotti di sangue sono stati una presenza bene o male costante nei lungometraggi rilasciati nel corso degli ultimi sette anni, fino a raggiungere talvolta livelli quasi di feticismo. In questa occasione, tuttavia, si è deciso di esagerare e di non fare sconti a nessuno. È così che gli spettatori divengono testimoni di una vera e propria ecatombe, con i loro beniamini che, poco a poco, iniziano a cadere come mosche, con una brutalità e una noncuranza degne di un romanzo di George R.R. Martin. La violenza, dunque, forse per la prima volta, da mero elemento accessorio finalizzato più che altro ad adornare di un’artificiosa patina di maturità delle colorate storie di supereroi in calzamaglia, diventa un vero e proprio espediente narrativo che contribuisce a delineare la tragicità degli avvenimenti che vengono raccontati. L’attenzione dello spettatore è tenuta costantemente viva da un ritmo incalzante ed equilibrato, che riesce a creare un crescendo di epicità e drammaticità lodevole. Il tutto culmina poi in un finale inaspettatamente nichilista, in controtendenza con quanto questo genere di storie ci hanno abituati ad aspettarci, che si congeda dallo spettatore lasciandolo in preda a una penosa incertezza e chiude la narrazione inscrivendola all’interno di una perfetta circolarità.

Sarebbe disonesto, tuttavia, non evidenziare che Apokolips War abbia anche delle manchevolezze. In primo luogo, l’inizio non fa esattamente un lavoro egregio nel carpire l’interesse degli spettatori. Infatti la prima cosa che accoglie questi ultimi, appena iniziata la visione, è una scena di esposizione mediamente prolissa e prodiga di informazioni che può risultare come minimo stucchevole o addirittura confusionaria per chi non abbia seguito il DC Animated Movie Universe fin dagli albori. A questa segue poi un’alternanza di flashforward e flashback poco stimolante, in termini di coinvolgimento nella narrazione. Un approccio più tradizionale, magari iniziando la storia in medias res con la scena d’azione nel bar subito dopo il time skip, per poi narrare l’antefatto con un unico flashback, avrebbe probabilmente suscitato con maggior efficacia la curiosità degli spettatori e giovato di conseguenza alla scorrevolezza di questa prima parte.

In seconda istanza, per quanto il film riesca egregiamente a far appassionare alle vicende raccontate e ai conflitti esterni che vengono messi in scena, altrettanto non si può dire per i singoli personaggi e i relativi conflitti interni. Beninteso, si tratta di un limite comprensibile, data la difficoltà nel dover gestire un cast tanto nutrito, ma comunque è doveroso segnalare che i personaggi di Apokolips War risultano scarsamente approfonditi. Questo perché sono per lo più privi di un reale arco narrativo che ne segni un’evoluzione nel corso della storia o, quando questo è presente, finisce per risultare abbastanza superficiale e non del tutto stimolante. È possibile chiarificare meglio quest’ultimo caso prendendo alcuni esempi tra i più lampanti: Constantine, Raven ed Etrigan. Nel caso dello stregone di Liverpool, il suo percorso di redenzione, originatosi dal senso di colpa, riesce dapprima a intrigare ma viene fiaccato da una rivelazione finale che ne indebolisce sensibilmente l’impatto drammatico. Per quanto riguarda Raven, il film si concentra sul mostrare l’evoluzione del suo rapporto con il padre, il demone Trigon, suggerendo in più occasioni una rivalutazione della figura del quadriocchiuto genitore e una volontà di riconciliazione da ambo le parti. Tale sviluppo, però, suona arbitrario e un po’ incoerente, dal momento che né qui né nell’unico altro film che esplora la relazione tra i due, Justice League vs. Teen Titans, vengono poste basi solide che possano giustificarlo. Venendo infine al demone rimatore, la sua caduta nell’apatia, tale da fargli perdere addirittura la propensione a parlare in rima, e la sua insistita ricerca di stimoli che possano scuoterlo dall’indolenza riescono a cucirgli addosso una caratterizzazione interessante e a tratti anche divertente. Tuttavia il suo arco narrativo è manchevole di una vera e propria risoluzione che ne valorizzi l’importanza all’interno dell’intreccio, non ha in definitiva alcuna influenza sull’avanzamento del plot e di conseguenza, una volta giunto a conclusione, viene percepito come nulla più che una parentesi fine a sé stessa e lascia solo una sensazione di potenziale sprecato.

Altre criticità si possono ricondurre a delle piccolezze, come ad esempio la tendenza, durante il combattimento finale, a ricorrere a un paio di deus ex machina di troppo. Però qui, effettivamente, si finisce per cercare il pelo nell’uovo.

Sul fronte visivo ed estetico, Apokolips War si conforma al consolidato stile sobrio (e, alla lunga, un po’ monotono) che accomuna tutti i film del DCAMU. Si caratterizza quindi per un character design votato alla verosimiglianza anatomica e dai tratti spigolosi, oltre che per l’utilizzo di una palette cromatica sgargiante e dalle tonalità vistosamente saturate. La regia è piuttosto monocorde e priva di qualsivoglia guizzo stilistico ma riesce a gestire con discreta competenza le scene d’azione, che, grazie anche ad animazioni sempre fluide, risultano perfettamente intelligibili. L’accompagnamento musicale è stimolante; non presenta alcuna traccia particolarmente memorabile, tuttavia riesce a sottolineare con efficacia l’intensità degli avvenimenti più adrenalinici o drammatici e contribuisce al coinvolgimento dello spettatore. A completare il quadro c’è un doppiaggio di alto livello. In particolare vale la pena segnalare, tra le altre, una manciata di interpretazioni che spiccano in maniera particolare. Si riconferma azzeccata la voce di John Constantine, doppiato ancora una volta dall’ottimo Matt Ryan (interprete del personaggio nelle serie tv live action firmate The CW). Continua a convincere anche quella di Batman, laddove il doppiatore Jason O’Mara deve proprio a questo ciclo di film animati la sua consacrazione come nuova voce ufficiale del Cavaliere Oscuro (raccogliendo la fiaccola dal leggendario Kevin Conroy, che ora come ora continua a ricoprire il ruolo solo in occasioni particolari e sporadiche). Riesce a lasciare il segno, infine, anche Harley Quinn, grazie all’esuberante e magnetica interpretazione di Hynden Walch, che nel corso degli anni ha legato il proprio nome, oltre che all’arlecchina compagna del Joker, soprattutto al personaggio di Starfire, avendo ricoperto tale ruolo in innumerevoli produzioni animate.

E così, con una conclusione roboante e a suo modo memorabile, pur non esente da difetti, si chiude il cerchio sul DC Animated Movie Universe. Un percorso durato sette anni e certamente non privo di passi falsi ma che in ogni caso ha rappresentato un tassello fondamentale nel mosaico crossmediale dell’intrattenimento targato DC Comics. Un punto di riferimento per schiere di appassionati e un appuntamento fisso da attendere ogni volta con rinnovata curiosità.

Abbiamo parlato di:
Justice League: Apokolips War
Warner Bros. Animation
Regia di Matt Peters e Christina Sotta
Storia di Christina Sotta e Ernie Altbacker
Animazione, 2020, 90 minuti

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