Irriverente e sopra le righe. È il Garth Ennis di Bastardo Mobile, secondo e ultimo volume di Jimmy’s Bastards, una parodia nella parodia che porta in auge quanto di più dissacrante proposto dai cinque capitoli d’esordio. Se è vero che la storia, imperniata sulla grottesca “soluzione gender”, diviene un pretesto per mettere in piedi un gigantesco nonsense, pare altrettanto chiaro come la costruzione di trame e snodi narrativi convincenti siano subordinati al personale divertissement dell’autore, lasciato a briglia sciolta da casa AfterShock. Le debolezze, infatti, non sono da ricercare nell’obiettivo principe della saga, distruggere il James Bond cinematografico, tanto meno nell’alta percentuale di sesso, violenza e amenità di vario genere che pervade le sue pagine, ma nelle modalità di interazione tra questi elementi e uno script non sufficientemente accattivante.
In questo contesto è facile che sia il lavoro di Russ Braun, pur non brillando per sofisticazione, a risultare ineccepibile, figlio di un approccio disteso e sornione, di grande resa nel dipingere con ironia la cattiveria. L’efficacia dei disegni, infatti, passa attraverso le mimiche e la teatralità dei personaggi, a partire dal protagonista e dalla sua fisionomia: un collage tra le molteplici incarnazioni dell’agente 007, il Superman classico e il Don Draper di Mad Men.
Comparato a operazioni analoghe, si pensi alla serie animata Archer, Jimmy’s Bastards appare un prodotto fragile, privo della perspicacia e solidità necessarie a controbilanciare l’overdose di politicamente scorretto imbastita da Ennis.
Abbiamo parlato di:
Jimmy’s Bastards vol. 2 – Bastardo Mobile
Garth Ennis, Russ Braun
Traduzione di Leonardo Rizzi
SaldaPress, febbraio 2019
120 pagine, cartonato, colori – 19,90 €
ISBN: 9788869194405