Lo scorso 24 Novembre 2018 è stata inaugurata, presso la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna (Via delle Donzelle 2, Bologna) la mostra “Jack Kirby. Mostri, Uomini, Dei”, dedicata alle tavole originali del King of Comics statunitense.
L’evento fa parte del programma di BilBolBul, festival internazionale del fumetto con sede nel capoluogo emiliano, che dedica l’edizione 2018 al fantastico e agli “altrove” creati dagli autori. La mostra su Kirby, oltre ad essere una vera manna per gli appassionati del Re e un’ottima opportunità per chi volesse ammirare dal vivo il suo lavoro, si inserisce perfettamente nel percorso di quest’anno della manifestazione.
Jack Kirby infatti, sul quale sono state spese parole spesso entusiastiche, è a buon titolo uno dei più grandi illustratori e inventori di tutto ciò che è “fantastico” nei fumetti: dalla fantascienza ai supereroi, fino ad arrivare alle terre del mito vero e proprio, “dove camminano i giganti”.
Quando mi si è presentata l’opportunità di visitare la mostra in anteprima per Lo Spazio Bianco dunque, devo ammettere di aver titubato, soprattutto perché ho incontrato occasionalmente l’opera di Kirby e non sapevo quanto e come avrei potuto riportare l’esperienza della mostra a chi legge.
L’opera del Re l’ho incrociata da bambino, nei fumetti Corno abbandonati in cantina da mio padre e poi, prevalentemente, l’ho vista omaggiata fino allo sfinimento nel Rat-Man di Leo Ortolani, ma nulla di più. Non potevo immaginare che quella manciata di albi stropicciati e spesso mancanti di pagine, dove per la prima volta incontrai i Fantastici Quattro, Thor, gli Inumani, Hulk, Capitan America e soprattutto gli X-Men(i miei beniamini), mi sarebbero rimasti negli occhi e nel cuore con così tanta forza.
È infatti bastato accedere alla prima delle tre sale della mostra e cominciare il percorso che testimonia lacollaborazione fra Joe Simon e Kirby su storie western, fantascientifiche e “rosa”, per sentire che qualcosa era stato seminato tanti anni fa da quel tratto così netto e monolitico. Un seme Celestiale era stato impiantato in me.
Quando, passando alla seconda parete della stessa sala, dove finalmente fanno capolino le tavole del possente Thor, il Dio del Tuono (e quindi si apre la stagione di collaborazione con Stan Lee) la magia si è completata e mi sono ritrovato in uno spazio interiore totalmente intimo fra me e quei disegni. Ero di nuovo nella cantina di mio padre, seduto sopra un vecchio mobile impolverato, avvolto dall’odore di umido e muffa esalato da quelle pagine ingiallite, con la bocca aperta e gli occhi spalancati. Ero di nuovo al cospetto del Re.
Vedere quei disegni in tutta la loro potenza originale, mediati ed esaltati solo dalle chine dei vari magistrali inchiostratori che nel tempo hanno collaborato con lui, è un’esperienza che ogni amante dei fumetti dovrebbe concedersi. Non c’entra l’essere o non essere un lettore di comics americani o di superereroi, guardando le tavole di Jack Kirby ci si trova di fronte all’opera di un grande artista della matita, di un innovatore senza ombra di dubbio (tanto che la sua opera è stata per certi versi inglobata anche nella pop-art) e soprattutto di un creatore di Meraviglie.
Il “sense of wonder” che domina lo studio retrospettivo della Silver Age of Comics, viene in massima parte da ciò che Kirby infuse nella nona arte. Questo grande autore ha saputo (chissà se per consapevolezza o per gusto personale) sintetizzare la mitologia e l’epica nel suo tratto e questa mostra, grazie alla vicinanza e alla nudità tramite cui possiamo ammirare le tavole, ce le restituisce completamente. Da sottolineare in questa prima sala, una piccola rarità: una tavola di Superman ancora interamente a matita
Passando nella seconda sala, si entra a contatto con il Kirby più maturo, all’opera soprattutto per i Fantastici Quattro. Qui troviamo sulla parete il numero 54originale della serie, “Whosoeverfinds the evileye!” (in italiano “L’occhio del male!”), quasi integralmente riproposto tramite le tavole originali e si può così apprezzare il lavoro continuativo dell’artista su una storia completa, l’effetto trascinante della sua narrazione per immagini che, a costo di ripetermi, nel loro seminale bianco e nero esplodono negli occhi con ancora più potenza.
Altra componente fondamentale della meraviglia che regala questa mostra (e regala è davvero la parola giusta, visto che l’ingresso è gratuito) risiede nella grandezza naturale delle tavole che è ovviamente maggiore rispetto a quella poi riprodotta negli albi. E non è cosa da poco. Se infatti il tratto di Jack Kirby è altisonante e spettacolare, il poterlo ammirare nel formato originale A3 (ca. 30×42 cm) fa detonare tutta la sua potenza nello spettatore.
E se chi legge pensa ch’io stia eccedendo con gli elogi, l’invito è quello di andare a controllare di persona. Non credo verrò smentito. L’arte e il tratto di Kirby hanno a che fare con archetipi ben radicati in noi e con il senso dello stupore che anima i bambini che sempre siamo internamente. Il suo frequentare naturalmente la mitologia e il fantastico, quello granitico e splendente e quello oscuro, roccioso e infinito, sa rapire la nostra immaginazione in un attimo, come poche altre narrazioni.
Un’epica mistica guidava la sua mano, forse una follia ma non visionaria bensì visiva, di una vista interiore dedicata ai desideri dell’intuito.
Al centro di questa seconda sala, all’interno di una teca, troviamo varie edizioni americane e italiane di Fantastic Four, Eternals, Demon e altri masterworks kirbyani per arrivare così alla terza e ultima stanza, dove si trovano i lavori dell’ultimo Kirby, l’autore e ideatore unico delle sue storie divine, prima per la DC (Il Quarto Mondo con New Gods e Kamandi) e poi di nuovo per la Marvel (Gli Eterni).
Arrivati alla fine, l’unico dispiacere riguarda forse la brevità del percorso e gli spazi leggermente angusti nei quali sono costrette un paio di tavole, ma per il resto l’esperienza è assolutamente soddisfacente e fertile. Basterà allora rifare il giro della mostra, nel caso volessimo altra “dose Kirby” per le nostre fantasie sonnolenti e malmesse.
“Jack Kirby. Mostri, uomini e dei” rimarrà aperta fino al 5 Gennaio (con una pausa nelle feste natalizie). Il consiglio è ovviamente quello di andare a vederla per scoprire o riscoprire l’opera e lo stupore che questa sacerdote magico del fumetto continua a regalarci.