A prescindere dalla tecnica utilizzata, Ivo Milazzo è un artista in grado di racchiudere in un tratto nervoso a china e in poche pennellate di acquarello una narrazione intensa e coinvolgente. L'approccio di tipo espressionista e il taglio fortemente cinematografico costituiscono sin dagli esordi la sua cifra stilistica, affinata nel corso dei decenni con un lavoro di progressiva sottrazione e di rarefazione del tratto, fino a raggiungere un grado di sintesi e di espressività praticamente unici nel panorama fumettistico mondiale. Un artista longevo e mai pago, perennemente in cerca di nuovi stimoli e inedite sfide, non ultime quelle per l'affermazione culturale e legislativa di una professione ancora non adeguatamente riconosciuta in vari ambiti.
In occasione del suo settantesimo compleanno, ripercorriamo brevemente la sua carriera, che sarà celebrata da NPE con una collana monografica. La collana esordirà a novembre 2017 con Uomo Faber, appassionato omaggio a Fabrizio De André realizzato da Milazzo in collaborazione con Fabrizio Càlzia, in uscita contestualmente alla fiction Rai dedicata al cantautore genovese. Seguiranno molti altri volumi, di cui adesso sono noti soltanto Il Boia Rosso, Un drago a forma di nuvola, Impeesa e, soprattutto, un volume a fumetti inedito che sarà pubblicato nel 2018.
Ivo Milazzo nasce a Tortona il 20 giugno 1947. Si trasferisce presto in Liguria, dove ha modo di formarsi artisticamente sotto la guida di Luciano Bottaro, Carlo Chendi e Giorgio Rebuffi e realizzare alcune storie per la Disney. All'inizio degli anni Settanta la sua carriera artistica viene segnata in maniera indelebile dall'incontro con Giancarlo Berardi. Il debutto della coppia nel mondo della nona arte avviene in alcuni episodi di Tarzan realizzati per il mercato francese, mentre in Italia si cimenta con storie brevi come Il Cieco (per la rivista Horror) e miniserie come Il Palafita (per Sorry). Tra il 1973 e il 1977 i due realizzano storie e strisce pubblicate su diverse riviste tra cui Skorpio, Lanciostory e Il Giornalino, dove trovano spazio anche personaggi ricorrenti come in Welcome to Springville e Tiki, quest'ultimo vero e proprio banco di prova per le innovazioni tematiche e grafiche del duo. Nel giugno 1977 vede la luce ufficialmente il frutto più maturo e duraturo del loro sodalizio artistico, quel Ken Parker che aveva esordito fugacemente sulla Collana Rodeo tre anni prima e nel quale le allora Edizioni Cepim (ora Sergio Bonelli Editore) dimostrarono di credere fermamente. Come dichiarerà lo stesso Milazzo in un'intervista di qualche anno fa, si tratta di “un personaggio che indubbiamente rispecchia […] comportamenti e situazioni legate all'essere umano. Si muove nelle vicende che lo coinvolgono con pregi e difetti, forza e debolezza, positività e negatività del suo carattere. Esattamente come succede realisticamente a noi […]” [1].
Con Ken Parker, antieroe combattivo e inusuale, Berardi e Milazzo hanno saputo scardinare diversi schematismi del fumetto seriale dell'epoca, travalicando i limiti del genere western anche grazie all'apporto di innovazioni contenutistiche e del linguaggio visivo: una forte integrazione tra parole e immagini e l'uso di soluzioni tipicamente cinematografiche, non solo nella scelta per le inquadrature ma anche nella graduale eliminazione delle didascalie (portata all'estremo con la realizzazione di storie completamente mute come Il respiro e il sogno, in cui la narrazione è interamente affidata alle tavole di Milazzo [2]). Una delle sostanziali innovazioni della saga di Lungo Fucile è rappresentata dalle ricorrenti vignette/non vignette prive di contorno realizzate da Milazzo: una “rottura” grafica della gabbia bonelliana, che riflette una cesura coi ritmi tradizionali della narrazione [3]. Su Ken Parker Berardi e Milazzo hanno modo di collaborare con autori quali Giancarlo Alessandrini, Carlo Ambrosini, Alfredo Castelli, Renzo Calegari, Pasquale Frisenda, Maurizio Mantero, Tiziano Sclavi e Laura Zuccheri. La serie, nonostante una travagliata vita editoriale, ha ricevuto notevole apprezzamento di pubblico e critica ed è stata oggetto di numerose ristampe.
Il binomio Berardi-Milazzo ha dato origine anche a diverse storie “extra Ken Parker”, come L'Uomo delle Filippine, pubblicato nel 1980 all'interno della storica collana Un uomo un'avventura delle Edizioni Cepim. Dopo la fine della serie regolare di Ken Parker, le firme dei due autori iniziano a comparire su importanti riviste fumettistiche, da Orient Express a Comic Art, dando vita a seriali come Marvin il detective, Tom's Bar e Giuli Bai. Tra il 1988 e il 1990, Milazzo realizza inoltre due episodi di Nick Raider. Nel 1989 insieme a Berardi fonda Parker Editore, ristampando le storie del personaggio e pubblicandone di nuove in un format inedito, il Ken Parker Magazine (1992). Nel 1998 con Faccia di rame si concludono le pubblicazioni dedicate a Ken Parker, nel frattempo tornate sotto l'egida della Sergio Bonelli Editore.
Da quel momento i destini fumettistici di Berardi e Milazzo hanno percorso strade differenti, dando modo a quest'ultimo di tornare in pianta stabile in Bonelli e collaborare prima con Claudio Nizzi per il tredicesimo Texone, dal titolo Sangue sul Colorado, poi con Gianfranco Manfredi su Magico Vento, di cui disegna diversi episodi, rimanendo in tal modo nell'ambito western a cui aveva già dedicato buona parte della sua carriera.
Tra il 1998 e il 2010 Milazzo è anche docente di Tecniche e linguaggio delle immagini e fumetto all'Accademia di belle arti di Carrara.
Nel 2001 pubblica una guida illustrata alla città di Genova, intitolata Superbi itinerari, realizzata con Paolo Fizzarotti ed edita da Lizard. Nel 2004 lascia Magico Vento per dedicarsi ad altri progetti più personali come Impeesa – La grande avventura di Baden Powell, volume dedicato al fondatore dei boy-scout (di nuovo in collaborazione con Fizzarotti) e Il boia Rosso, scritto da Francesco Artibani [4]. Nel 2007 gli viene commissionata una storia per un volume celebrativo del bicentenario della nascita di Garibaldi.
In seguito inizia a collaborare con diversi autori, tra cui Fabrizio Càlzia (per Uomo Faber, graphic novel su Fabrizio De André pubblicata dal gruppo La Repubblica – L'Espresso) e Rafael Albuquerque (per American Vampire Anthology dell'etichetta Vertigo). Nel 2014 realizza i disegna Un drago a forma di nuvola, volume sceneggiato dal regista Ettore Scola e pubblicato da Bao Publishing, che rappresenta un ideale collegamento diretto con il mondo del cinema, verso il quale l'autore ha sempre avuto un occhio di riguardo.
Circa le sue opere di respiro internazionale, Milazzo ha dichiarato che “lavorare su prodotti che potevano avere un pubblico internazionale e diverso dal nostrano, abituato a visioni bonelliane, mi ha permesso di sperimentare meglio la narrazione con il colore, pur mantenendo la matrice espressionista che contraddistingue da sempre la mia sintesi stilistica” [1].
Un aspetto importante della carriera professionale di Milazzo è l'impegno profuso nel corso degli anni per la tutela dei diritti di professionisti e artisti dell'illustrazione, del fumetto e dell'animazione. In qualità di presidente e membro attivo dell'Associazione Autori d'Immagini (ex Associazione illustratori), si è battuto per il riconoscimento della figura lavorativa del disegnatore come attività professionale. È tra i promotori in Parlamento di un'integrazione alla legge sul diritto d'autore n. 633/41 circa il cinema d'animazione e il fumetto.
Per chiudere il cerchio con il personaggio di Ken Parker, dopo oltre tre lustri d'assenza, Berardi e Milazzo si sono riuniti nell'aprile 2015 per realizzare l'episodio conclusivo della saga, pubblicato da Mondadori. In tale occasione Milazzo ha dichiarato: “l'aver esaurito questo percorso mi permette oggi di continuare la mia strada, intrapresa nel 2004, verso idee e incontri nuovi che mi aiutino a perseverare nel provare stimoli ed emozioni per questo straordinario lavoro”.
Dalla fine di quest'anno, le Edizioni NPE iniziano a pubblicare le opere di Ivo Milazzo in una omonima collana, che si inserisce idealmente tra quelle di Toppi, Battaglia e Micheluzzi, con l'intenzione di rendere nuovamente reperibili molte opere del Maestro e di consegnarle – in qualche modo – alla “Storia”, in una edizione cartonata ed omogenea.
Note e bibliografia
- Intervista pubblicata su Lo Spazio Bianco nell'ottobre 2013.
- Sperimentazioni con storie completamente mute sono state realizzate dai due autori anche in racconti slegati da serie o miniserie, quali Notturno, Strip Blues e Driiin, ristampati nel volume Fantasticheria.
- La gabbia bonelliana, questa sconosciuta di David Padovani e Marco D'Angelo (su Lo Spazio Bianco).
- https://it.wikipedia.org/wiki/Ivo_Milazzo