LSB: A prima vista, ad un osservatore esterno al mercato, appare che la stagione 2002/2003 sia definibile come una “stagione di passaggio” per la Magic Press. Personalmente tu come consideri il bilancio di questo ultimo anno per la Magic? Che impressioni hai avuto riguardo il mercato del fumetto?
AD: Stagione di passaggio? Forse per la sezione fumetti. Ti assicuro che in redazione ci sono stati dei momenti dal punto di vista lavorativo che ci hanno lasciato completamente scarichi, per fortuna che sono arrivate le vacanze… certo, non ci sono state grosse acquisizioni nel settore comics. Anche tenendo presente il mercato delle fumetterie, che per un certo periodo è stato invaso senza alcuna razionalità da realtà che sono durate il tempo di un battito di ali. Le librerie specializzate sono stanche, sfibrate, così come i lettori, tartassati dall’euro e da un tipo di offerta che rischia di essere troppo confusionaria. Del resto non ci sono marchi (tranne quello Panini e, per il fumetto americano di qualità, noi) riconoscibili in fumetteria, il lettore non è più abituato a fidarsi, e d’altra parte ha ragione, visti anche i prezzi degli albi. Si giudica ormai il prodotto per quel che è, o peggio per quel che sembra, a una prima occhiata. Quante volte abbiamo sentito sui forum dare giudizi (entusiastici o negativi, non importa) su questo o quel volume senza averlo letto?
LSB: Non ti sembra di essere un po’ ingeneroso nei confronti di editori che nelle librerie contano su personaggi forti e numerose proposte? Ovvero non ti sembra di aver dimenticato almeno l’altra faccia della DC Comics?
AD: Se è per questo non ho nominato neanche i Kappa e il loro lavoro per la Star Comics… una garanzia di cura e astuzia editoriale che credo non abbia rivali. Stavo parlando di un marchio (il bollino Magic Press, ad esempio o il logo Panini Comics), un qualcosa che il lettore riconosce indipendentemente dal contenuto della storia, dal nome degli autori. Non è una garanzia assoluta di qualità, questo è ovvio, ma aiuta. Ti faccio un esempio concreto, personale: acquisto regolarmente le pubblicazioni Twomorrows, indipendentemente dall’argomento. Quasi non mi importa. Sono convinto che la cricca del Comic Book Artist sia fenomenale, e per questo tento di assicurarmi ogni loro monografico. Mi fido del marchio, quindi. E non mi hanno mai deluso. Stesso discorso vale per i canadesi di Drawn & Quarterly.
LSB: Nell’ultimo anno, grazie ad una serie di iniziative multimediali di enorme rilievo nazionale e internazionale, dai film dedicati agli eroi Marvel fino all’iniziativa di Repubblica, le nuvole parlanti sembrano aver avuto una rinnovata visibilità ed una inedita consacrazione culturale. Queste iniziative, secondo te, hanno prodotto dei riscontri concreti sul mercato dei fumetti e, nello specifico, dal punto di vista della Magic Press?
AD: Dal punto di vista della Magic non credo, certo From Hell è andato particolarmente bene ma si sta parlando di una delle massime espressioni del fumetto mondiale, destinato oltretutto a una nicchia di buongustai diversa dagli spettatori del film dei fratelli Hughes. Discorso Repubblica: l’iniziativa è meravigliosa, ma non credo che così come è impostata abbia come obiettivo la diffusione del verbo del fumetto alle masse digiune di questo medium. Sono pronto a scommettere che le vendite dell’Uomo Ragno (o di Tex o di Batman) non sono aumentate che di poche decine di copie dopo la pubblicazione del classico di Repubblica dedicato a questo o quell’altro personaggio. Stesso discorso si può fare con il film di Hulk, o quello de La Lega degli Straordinari Gentlemen. Due pubblici diversi, che non necessariamente si sovrappongono. E questo è un peccato. Se fai un piccolo giro nelle fumetterie della tua città noterai che (quasi) nessuno dopo il film o il volume di Repubblica di Daredevil, si è recato in una libreria specializzata e, dopo aver acquistato il numero XYZ, ne è diventato assiduo frequentatore e acquirente di comics. Non è con i film che si catturano i lettori. Il fumetto si conquista con il buon fumetto, così come le fumetterie. Discorso diverso per le librerie di varia, sulle quali pero’ non si può fare affidamento più di tanto dal punto di vista commerciale.
LSB: Tu affermi che “il fumetto si conquista con il buon fumetto”, ed ammetto che mi trovi completamente d’accordo. Eppure mi chiedo: ora che anche gli editori di rilievo sembrano correre ai ripari rifugiandosi nelle librerie specializzate ed il fumetto diventa sempre più un prodotto per pochi; come si fa a raggiungere nuovi lettori? Visto che neanche imponenti fenomeni mediatici come quelli or ora indicati riescono a creare proseliti, quale può essere, secondo te, la via?
AD: Domanda difficile. Cominciamo dalle istituzioni. Qualche tempo fa (dieci anni, ero veramente un pupo, e sicuramente lo sono ancora) c’é stato un tentativo di dare una veste culturale a questo media… ti ricordi le Lucca Comics dei tempi d’oro? Anche grazie al comune e al Ministero dei Beni culturali avevamo l’impressione che questo tipo di manifestazioni potevano contare qualcosa, il festival di Lucca non esauriva la sua spinta appena varcate le soglie del palazzetto. Qualcosa del genere sono riusciti a realizzarla gli organizzatori di Napoli Comicon (praticamente la Angouleme del fumetto italiano, un appuntamento imperdibile per chiunque), ma le due manifestazioni non sono paragonabili dal punto di vista del ritorno mediatico. Ed è un peccato: penso all’affluenza di pubblico dell’ultima Lucca: un successo senza precedenti. Ma tutta quella gente che fine ha fatto? è ritornata a casa e ha cominciato a “pensare” al fumetto, parlandone anche con chi il fumetto non lo conosce. O semplicemente ha completato la collezione dei Dylan Dog e dei Nathan Never, ha appeso in camera la fotocopia del disegno del disegnatore Bonelli di turno e si è ritenuta soddisfatta? Ha avuto la sensazione di partecipare a una festa che lo ha arricchito culturalmente oppure ha avuto la sensazione di aver preso parte a una fiera che ha arricchito qualcun altro?
Seconda ipotesi: fare in modo che a scuola si affronti l’argomento, stuzzicando la fantasia e la curiosità di quelli che potrebbero (anzi, dovrebbero) essere i futuri lettori. Fino a qualche tempo fa una parte del programma facoltativo delle scuole medie includeva un breve ciclo di lezioni sui mass media. A discrezione della professoressa di Italiano si poteva avere l’occasione di parlare di fumetto, cinema, teatro. Di far scoprire ai ragazzini di oggi che dietro la più stupida delle fiction o dietro il fumetto più semplice c’é una precisa scelta di inquadrature, sceneggiatura, luci etc etc che presuppone una conoscenza di questi meccanismi anche da parte dell’utente finale. è questo uno dei problemi principali del fumetto: ha un linguaggio talmente particolare (a metà tra movimento e immobilità) che va assimilato, e penso che sarebbe una bella iniziativa insegnarlo.
Terza ipotesi: contattare uno dei tanti geni del male stabilitisi nel nostro paese negli ultimi tre anni e commissionargli la resurrezione di Bonvi, Magnus, Pazienza e Jack Kirby per poi affidare a loro i nostri destini. Magari non sfornerebbero un successo alla Dylan Dog, ma di sicuro ci divertiremmo molto più di ora.
LSB: Quali prodotti, tra quelli pubblicati nella passata stagione, vi ha dato maggiore soddisfazione?
AD: La Lega (degli straordinari gentiluomini Ndstefano), per ovvi motivi, è stato il fiore all’occhiello della Magic nel 2002/2003. A titolo puramente personale dico che la collana Atmosfere Magic Press/Innoncent Victim ha significato davvero molto. è sempre una soddisfazione veder nascere un prodotto italiano. L’arrivo delle tavole, il soggetto, la sceneggiatura, le chiacchierate con persone che umanamente e professionalmente rispetti profondamente, e poi Michele Petrucci è uno degli “italiani” che preferisco… è meraviglioso che Numeri esca sotto il marchio Magic.
LSB: Quali prodotti delle altre case editrici ti hanno maggiormente colpito?
AD: John Doe, ovviamente. è stata la scommessa dell’anno, per l’intero mercato del fumetto italiano. L’Eura che fuori da Lanciostory e Skorpio restituisce l’Italia agli Italiani, che soddisfazione! E Il Commissario Spada della Velvet/Bande Dessinee, un capolavoro assoluto che meriterebbe di essere studiato da tutti quelli che idolatrano i vari McFarlane, Campbell etc etc. E poi la riscoperta del genio dell’Eisner d’annata. Nel versante comics la linea Ultimate: potente, semplice, con un’idea alle spalle, quello che non era la Marvel da troppo tempo.
LSB: Quali obiettivi si prefigge la Magic Press nel 2003/04?
AD: Conquistare il mondo.
LSB: Bhé una cosa da poco… Fate attenzione, perché non siete gli unici!
AD: Hai ragione. Il mondo è troppo poco, lo lasciamo agli altri. Noi conquisteremo l’universo, preferibilmente quello femminile.
LSB: Quali saranno le principali proposte e novità con le quali vi accingete a sfidare il mercato? Su quali titoli puntate maggiormente?
AD: Americàs Best Comics, il nostro bimestrale da edicola, con la seconda, disturbante serie della Lega degli Straordinari Gentlemen, il nuovo Sandman: Endless Night, uno di quei volumi che non vedo l’ora di stringere tra le manine, il nuovo Hellboy che finalmente si riaffaccia nel nostro catalogo dopo due anni. Oltre a qualche sorpresa della quale è troppo presto per parlare.
LSB: Mi offri un’occasione d’oro per metterti con le spalle al muro! Tutti noi siamo in febbrile attesa di Sandman: Endless Night, ma non dobbiamo dimenticare che la Magic deve ancora completare la raccolta in volumi della serie originale del Signore dei sogni. Quando vedremo l’ultimo volume di Sandman?
AD: Vedremo Sandman: Favole e Riflessi subito dopo il primo volume di Shade e subito prima della ristampa della Doom Patrol. A una Lucca, probabilmente.
LSB: Tra le ultime novità distribuite di recente dalla Magic ci sono due collane che mi hanno impressionato davvero positivamente; mi riferisco alla collana Atmosfere (edita in collaborazione con lo studio Grafico Innocent Victim) e la Collana Graphica (molto belli gli ultimi due volumi pubblicati: GONG e LA TEORIA DEL CAOS). Quale è il progetto editoriale di queste due collane e cosa ci riserveranno nel futuro?
AD: Il progetto editoriale? Pasquale si guarda intorno e continua la sua raccolta di figurine di un album che non è destinato solo a lui. Che ragazzo fortunato!Dopo Numeri nella collana Atmosfere vedremo il nuovo, conclusivo Bonerest, Denti, e poi Sotto un Cielo Cattivo, il progetto di Matteo Casali e Grazia Lobaccaro.
LSB: Il sommario di Vertigo presenta sembra essersi assestato con l’attuale impostazione, cinque serie che ruotano tra loro. Rimarrà tale anche nel 2004? E quello di Wildstorm? Ci riserverà qualche sorpresa?
AD: Hai ragione, Stefano. Il sommario di Vertigo presenta sembra essersi assestato. Per WildStorm abbiamo un impegno concreto: Planetary in tutti i numeri e se Ellis e Cassaday si danno una mossa forse ci riusciremo. Mi piacerebbe vedere nel sommario di WS le proposte Homage/Cliffhanger! dello scrittore di Authority ma ancora nulla è certo. Aspettiamo trepidanti la fine di Red e Tokyo Storm Warning per leggere dove andrà a parare il buon Warren.
LSB: Dal momento che sei stato un po’ avaro di anticipazioni (non come i tuoi colleghi dell’altro editore romano che pubblica materiale edito dallo stesso vostro editore di riferimento!) mi tocca provare a tirarti qualche indiscrezione; provo a dire dei titoli e tu mi dici qualcosa riguardo ognuno di loro? Ok! Astro City, La fortezza, American Century, il Book con le copertine di Preacher, i fondi del caffé lasciati da Morrison e Gaiman, ciò che Bill Sienkiewicz ha lasciato ad Alan Moore, l’opera omnia di Peter Milligan, i GEN 13 di Claremont, Stormwatch di Ellis … Cosa vedremo di tutto ciò in Italia e sotto il marchio Magic Press?
AD: Astro City si farà. Così come American Century e La Fortezza. Ci vorrà un po’ di tempo, certo, ma si faranno. Il libro di Fabry merita un’edizione italiana, ma non credo che questo sia il momento per questo genere di proposte. Magari dopo il lancio della nuova serie di Ennis se ne potrà riparlare…
I fondi del caffé di Gaiman? Non esistono fondi del caffé nell’opera del Maestro, ci sono gioielli, diademi ed almeno una gemma ben nascosta, ma credo che persino Indiana Jones faticherebbe a trovarla.
I fondi del caffé di Willingham, invece, sono allo stesso livello di quelli di Garth Ennis (e non sto parlando de Le Avventure della Brigata Pistola) e meritano la pubblicazione.
Quello che Sienkiewicz ha lasciato a Moore (e cioé i debiti), invece, non credo possa interessare nessuno.
In redazione periodicamente si affronta l’argomento di una ristampa dello StormWatch di Ellis, ma il progetto si ferma sempre. Dei Gen 13 di Claremont invece non parliamo (quasi) mai.
LSB: La Magic Press è nota per la sua enorme capacità di rivitalizzare personaggi su cui non avrebbe avuto il coraggio di non scommettere nessun editore. Dopo la bancarotta della Comic Art nessuno avrebbe avuto il coraggio di tirar fuori dal limbo il materiale della Vertigo: VOI LO AVETE FATTO! Dopo la fine della Phoenix chi avrebbe immaginato il ritorno di Grendel? VOI LO AVETE FATTO! Per non parlare della Wildstorm!! La star ha gettato via i diritti, ma VOI eravate troppo CAZZUTI per lasciare nel limbo GEN 13 & Co!
Dunque, è vero che non volete smentire questa fama di Re Mida del mondo del fumetto riportando sugli scaffali delle nostre librerie due ottimi prodotti del calibro di Shade, the changing man e Doom Patrol di Morrison?
AD: Non credo che Pasquale sia abbastanza “cazzuto” per togliere i Gen13 dal limbo. Anche se qualche indiscrezione che ho ricevuto ultimamente mi fa supporre che la nuova serie (non quella di Claremont) dei ragazzi genattivi avrà un’edizione italiana. Ma si tratta di aspettare un sacco di tempo. Lo stesso tempo che ci vorrà per Shade e Doom Patrol.
LSB: Negli ultimi tempi la Vertigo sembra abbia perso un po’ dello smalto iniziale. Negli ultimi anni, se si esclude la prosecuzione di alcune collane classiche ed un paio di new entry simpatiche, la divisione adulta della DC Comics non ha saputo lanciare nuovi personaggi in grado di coniugare gran successo di pubblico ed ottima qualità (non al livello di Sandman e Preacher, almeno). La minore incisività (l’imborghesimento) della Vertigo ha creato problemi in casa Magic?
AD: Imborghesimento? La Vertigo pubblica ancora The Filth e Hellblazer, vero? Lasciando da parte le battute, posso dire che è vero: c’é una minore incisività, soprattutto sui prodotti di “seconda fascia” di un annetto fa come American Century, ad esempio. è pur vero che un successo di pubblico e critica come quello di Sandman e Preacher difficilmente si potrà ripetere. Per ora forse solo Fables e Y sono riusciti ad avvicinarsi ai due capolavori di Ennis e Gaiman, mettendo d’accordo pubblico e critica, almeno in America. Forse le nuove proposte di Milligan e di Willingham potrebbero rinverdire i fasti Vertigo degli anni ’90. Incrociamo le dita, facciamo i dovuti scongiuri e andiamo avanti. E intanto ci consoliamo con il materiale della ABC.
LSB: Quali cambiamenti prevedi nel prossimo futuro nel mercato fumettistico nostrano?
AD: Bonelli dovrà cambiare qualcosa se vuole migliorare le sue quote di mercato, dando maggiore spazio ad alcuni autori che finora non ha sfruttato appieno, la Panini Comics diverrà ancora più grande, e alcune realtà diverranno sempre più piccole, fino a sparire… completamente. Alcuni lettori si lamenteranno dei prezzi, altri della cura, qualche illuminato dei contenuti, dei fumetti veri e propri. E qualcuno verso dicembre comincerà a parlare di crisi del fumetto, come al solito, come ogni anno. Purtroppo di tutto questo l’italiano medio non se ne accorgerà neanche, non siamo un popolo di lettori, orgogliosi della nostra cultura. è un vero peccato che per la maggior parte degli italiani il fumetto (tutto, nessuno escluso) si deve ancora consumare nella comodità della toilette.
LSB: Secondo te a quale “evoluzione” sarà soggetto prossimamente il fumetto? Ci sarà uno sviluppo massivo dei web-comics, magari anche con la produzione di appositi Dvd (un po’ come sta provando a fare la statunitense Crossgen Comics)? Oppure la sorpresa potrebbe venire da una riscoperta delle edicole o da un loro totale abbandono?
AD: Non credo che il fumetto abbandonerà la carta, così come i quotidiani o i romanzi. In fondo esistono un vagonata di siti di notizie on-line e il Corriere della Sera e il Messaggero continuano a essere stampati, no? Per tornare a parlare di fumetti, i DVD non li acquisterei neanche morto, mi piace troppo avere tra le mani un albo, leggerlo nella comodità della mia poltrona. Forse sembrero’ tradizionalista ma ognuno ha i suoi rituali…
Inoltre, l’edicola è stata, è e sarà importantissima, il fumetto italiano non può permettersi di abbandonarla. Per sopportare il prezzo irrisorio di alcuni albi, in rapporto a ciò che offrono, case editrici come Eura o Bonelli hanno bisogno di alte tirature, di arrivare cioé in tutte le edicole, e quindi di vendere una vagonata di albi. Forse andrebbe rivista la distribuzione che non permette di selezionare una lista di punti vendita nelle quali far arrivare la propria rivista. E non c’é neanche la voglia di scambiare informazioni e responsabilità tra edicolante, distributore locale, nazionale e casa editrice.