Intervista a Massimiliano Feroldi

Intervista a Massimiliano Feroldi

Lo Spazio Bianco ha intervistato Massimiliano Feroldi, grafico e illustratore con una lunga carriera alle spalle.

Massimiliano Feroldi nasce a Torino il 30 Aprile 1975. Dopo aver frequentato il corso di fumetto di , partecipa a vari concorsi e inizia a pubblicare i primi lavori in campo editoriale. In seguito le collaborazioni e i progetti aumentano in modo vertiginoso: laboratori di educazione all'immagine nelle scuole, workshop, corsi di illustrazione, studi grafici e Direzione Artistica in vari progetti.

Benvenuto su Lo Spazio Bianco, Massimiliano.
Per prima cosa, parlaci un po' della tua carriera. Quando hai capito che volevi fare l'illustratore?
Ho iniziato da bambino, la passione e il bisogno di disegnare, che per me rimane uno strumento di comunicazione, mi hanno accompagnato fin da quand'ero piccolo.
Prima nato come gioco poi diventato, passo dopo passo, il mio lavoro nelle mille sfaccettature che lo compongono.
Scuole di disegno, corsi di illustrazione, i primi concorsi e i primi approcci al mondo professionale con, logicamente, le prime porte chiuse.
Ora lavoro come illustratore e grafico.

Immagine 2

Hai deciso subito di frequentare qualche corso? ti ha aiutato a sviluppare uno stile originale?
Credo nell'inciampo, e con inciampo intendo quegli incontri che la vita casualmente o no, ti porta a incrociare.
Ed è in uno di questi cosiddetti inciampi che ho iniziato a frequentare l'Accademia Pictor con un corso di illustrazione/fumetto e dove ho avuto la fortuna di conoscere e avere come maestro Massimiliano Frezzato.
Frezzato ha un dono, al di là della sua straordinaria capacità di disegnare, ed è quella sensazione di energia in continua espansione che ti trasmette con la sua empatia e il suo modo di raccontare e insegnare. Questo innanzitutto mi ha influenzato come disegnatore e non solo. Per ciò che riguarda la tecnica e lo stile, immagino che si possa intuire che abbia inciso molto su di me e i miei lavori, per di più non credo all'originalità in senso letterale.
Per come percepisco la realtà in cui sono immerso, credo che siamo continuamente influenzati da mille linguaggi ed energie, ed è attraverso questo processo di elaborazione permanente che ognuno esprime ciò che è, aggiungendo il proprio tassello a ciò che già esiste.
Così, nei miei lavori si possono riconoscere i riferimenti agli autori che mi ispirano da sempre, senza questi non sarei io.

Immagine 4

Tra i tuoi numerosi lavori c'è qualcosa che ti ha soddisfatto in modo particolare?
Se devo essere sincero forse la cosa che più mi ha dato gratificazione è stato il riscontro positivo che ho avuto esponendo e vendendo i miei lavori personali.
Questo perché non si trattava più di saper disegnare, ma piuttosto di riuscire a comunicare attraverso una parte profonda di me, più intima.
Ecco, quando questo è accaduto ho avuto una sensazione di calore, qualcosa che non potrei descrivere a parole, non a caso non riesco mai a parlare dei miei lavori.

Le tue incursioni nel mondo del fumetto sono state poche finora. C'è un motivo preciso che ti ha portato a fare questa scelta?
In realtà non c'è un vero motivo, ho pubblicato qualcosa ma nel percorso che ho scelto, mi sono reso conto che avevo bisogno di uno spazio diverso dal fumetto.
Non che lo disdegni, anzi, amo molto il fumetto e provengo da quel mondo, ma per ciò che volevo realizzare avevo bisogno di un contenitore diverso.
Per questo mi sono allontanato, ma non escludo che se dovesse capitare l'occasione tornerei.

C'è qualche fumettista il cui stile ti affascina particolarmente e che ti ha ispirato in alcune tue opere?
Oltre al sopra citato Frezzato, in assoluto credo che l'autore che mi abbia influenzato particolarmente sia , nella sua poetica e delicatezza. Poi ci sono una miriade d'autori con cui mi confronto e mi lascio rapire quotidianamente, è un continuo confrontarsi e soprattutto una continua ricerca e insegnamento.
Non mi limito al solo mondo del fumetto o illustrazione, cerco di confrontarmi con tutto ciò che riguarda l'arte e che ha a che fare con l'immagine; pittura, fotografia, danza, musica, qualsiasi forma d'arte possa trasmettere emozioni. L'importante è che riesca a catturarmi, a suscitare emozioni e che riesca a mettermi in discussione.

Immagine 1

Il mondo del fumetto ha influenzato in qualche modo la tua attività di illustratore? Se sì, come?
Sono sempre stato un assiduo lettore di fumetti fin da bambino, dal fumetto Italiano e le bande dessinée ai manga e ai comics. Immagino che abbiano influenzato il mio percorso perché sono stati il primo tramite tra me e la matita da disegno. Dapprima oggetto d'evasione e d'immersione, come un buon libro o un buon film, a infine un oggetto di studio per il mio lavoro, senza mai perdere però il primo approccio, quello più naturale, il piacere.

The Dark Cat on the Moon: hai voglia di spiegarci l'origine di questo nome?
There's no the Dark Cat on the Moon, it's only a Cat.
Credo che questa sia la risposta migliore :)

Con le tue opere cosa vuoi comunicare? Quanto tempo impieghi mediamente per creare un'illustrazione?
È difficile per me spiegare cosa voglia comunicare. Tralasciando i lavori su commissione, quando si parla di qualcosa che mi appartiene mi riesce sempre difficile spiegare razionalizzando il tutto, specialmente quando me lo chiedono sui lavori più intimi. Senza peccare di presunzione, il disegno per me è uno strumento che ho sviluppando studiando e imparando tecniche, ma la parte che trovo più interessante è la comunicazione che passa attraverso l'emotività e la sensibilità tra ciò che ho raccontato attraverso un'immagine, quindi una parte di me, e chi la guarda.
Amo questo spazio bianco, così lo definisco, che si crea tra l'immagine e chi ne fruisce. Lì, in quello spazio metaforico, la decisione personale di dargli un'emozione e un significato.
Di solito quando mi chiedono cosa volessi comunicare mi allontano sorridendo in silenzio, direi che si possa davvero definire timidezza.
Anche quantificare il tempo mi riesce difficile, in realtà da quanto stavo lavorando a quella singola immagine? Forse da sempre anche non disegnandola oppure è nata d'improvviso dove prima c'era altro? Il processo finale, quello che porta l'idea sulla carta o sulla tela, credo sia quello minimo. Tutto ciò che avviene prima credo sia sempre in continuo movimento.
Durante i laboratori di disegno, una cosa che cerco sempre di trasmettere è che chi decide di fare questo mestiere o, meglio, chi decide di essere un disegnatore, deve sapere che non smetterà mai di esserlo anche quando non disegnerà. È un continuo flusso, mi è capitato per mesi di non toccare matite pennelli eppure di esser conscio di continuare a disegnare, a creare, a comporre e scomporre nella mia mente. Non c'è un pulsante che si attiva e si spegne, può capitare all'improvviso, mentre stai guidando e qualcosa, anche una singola parola, ti colpisce, lì in quel preciso istante tutto prende forma. Andare a casa e disegnarlo è, come ti accennavo, la parte più semplice e veloce.

Immagine 3

Utilizzi anche tecniche digitali quando disegni?
Sì, per necessità lavorative uso anche tecniche digitali. Ho imparato la pittura digitale e molto del lavoro a volte lo svolgo in digitale, soprattutto gli sketch; questo perché come ogni strumento permette delle cose che altri strumenti non permettono. Poi però ho bisogno di tornare ai pennelli, al caos sulla scrivania e al colore sulle mani.

Attualmente stai lavorando a qualche nuovo progetto?
Attualmente ho due progetti in atto, sto collaborando con la galleria Comixando Art Area, che in show-room a Torino, la mia città, espone e vende in edizione limitata le mie illustrazioni in Stampa Fine Art insieme a lavori di altri autori del fumetto italiano. Inoltre stiamo sviluppando anche altri progetti tra cui workshop e laboratori.
L'altro progetto a cui sto lavorando è un racconto illustrato, ma per scaramanzia non ne parlo ancora. :)

Intervista svolta via mail a marzo 2016

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *