Intervista esclusiva a Jeff Smith

Intervista esclusiva a Jeff Smith

Bone e' un esempio emblematico di come sta cambiando il mondo del fumetto statunitense: un lunghissimo racconto fantasy realizzato da un autore indipendete in uno splendido bianco e nero. Niente Marvel e DC, niente supereroi. Una sfida impensabile fino a qualche anno fa che Jeff Smith ha stra-vinto. Lo Spazio...

Jeff Smith e la sua creaturaNel 2005 Bone è stato pubblicato in USA in un’edizione “definitiva”: un unico volume di circa 1300 pagine (Bone One Volume Edition), una proposta unica nel suo genere per il mercato del fumetto statunitense, che offre una lettura appassionante e coinvolgente in grado di aumentare ancora di più il valore dell’opera. Spinto dall’entusiasmo per la lettura e dalla curiosità di avvicinare l’autore, ho contattato Jeff Smith via e-mail, il quale, grazie al supporto della sua gentilissima moglie Vijaya e di Kathleen Glosan, che si occupa delle pubbliche relazioni, ha risposto all’intervista con disponibilità e generosità.
L’intervista è il tassello più importante dello speciale che Lo Spazio Bianco dedica a Smith e alla sua creatura, che ha appena visto la presentazione italiana dell’ultimo capitolo grazie alla
Panini Comics.

Partiamo dalla fine! Dal tuo sito (www.boneville.com) abbiamo appreso due importante novità: 1) Bone One Volume Edition è esaurito e 2) è uscito da poco il quarto volume dell’edizione a colori di Bone!
Comincerei da qui l’intervista perché sono notizie che offrono alcuni importanti spunti di riflessione.
Le copie della One Volume Edition sono esaurite. Ne sei felice? è andato tutto come avevi previsto? Quante copie sono state stampate? Stai pensando a una ristampa? Non sarebbe stato meglio stampare più copie dall’inizio?

Jeff Smith: La One Volume Edition di Bone è un sogno divenuto realtà. Volevo presentare tutta la storia di Bone in un’unica soluzione perché ero convinto che si potesse leggere meglio in quel modo. Ero anche convinto che il Fumetto come forma d’arte fosse adatto anche per storie lunghe come quella di Bone. Sembra che avessi ragione. La One Volume Edition ha venduto più di 50,000 copie (una cifra importante se si pensa che il prezzo di copertina del volume era di circa 40 dollari per un volume di più di 1300 pagine, ndr). è un risultato sicuramente importante, e se dipendesse da me OGGI, non lo farei mai uscire di catalogo.
Tuttavia, devo considerare due cose importanti: primo, ho sempre detto che la One Volume Edition sarebbe stata disponibile per un tempo limitato, e un anno è il tempo massimo che avevo programmato per la distribuzione. La seconda considerazione nasce dall’inaspettato accordo con la Scholastic Book, che sta pubblicando tutti i singoli volumi di Bone a colori. Nell’accordo con la Scholastic Book è previsto che non saranno più reperibili tutte le versioni in bianco e nero di Bone.
Detto ciò, Time Magazine, a proposito della One Volume Edition, ha appena nominato Bone uno dei migliori 10 romanzi di tutti i tempi, e anche se il volume che raccoglie tutta la saga è ufficialmente esaurito, credo che ricomparirà prima o poi.

Passiamo allora all’edizione a colori. Questa è davvero una novità importante. Meglio, è una vera rivoluzione per il tuo fumetto. Nella mia mente, Bone è perfetto nel suo “semplice” bianco e nero. Bone è la quintessenza del fumetto in bianco e nero. L’edizione a colori è la realizzazione di un tuo sogno? Avevi pianificato di realizzare questa versione sin dagli inizi?
JS: Una delle cose che amo di più nel disegnare fumetti è realizzare la composizione della tavola con le figure in bianco e nero. Ma sì, avevo la speranza di colorare Bone se fossi mai riuscito a finirlo. Così come ho sempre sognato di completare il fumetto e di presentarlo in una versione definitiva in bianco e nero. Se non mi credi, rileggi la mia vecchia intervista sul Comics Journal (storica rivista di critica sul fumetto mondiale pubblicata dalla Fantagraphics Books, ndr.)!

Ho sfogliato il primo volume dell’edizione a colori: è senz’altro molto bella. Ma non hai il timore di perdere parte del fascino di Bone? I contrasti, la grande espressività?
JS: In parte sì, ma se il colore viene utilizzato con la giusta attenzione, in modo funzionale alla narrazione, per esempio per evidenziare un’atmosfera, e ancora più importante, per aiutare a guidare l’occhio, allora il colore non potrà che migliorare il romanzo. La composizione che ho creato in origine per il bianco e nero sarà rinforzata dal colore con molta attenzione.

Bene, ora chiudiamo con il discorso sulle edizioni e parliamo di Bone il fumetto! La saga dei cugini Bone è arrivata alla sua conclusione naturale, un finale toccante ed equilibrato. Avevi già in testa dall’inizio l’evoluzione dell’intera saga? E soprattutto avevi già pianificato uno sviluppo in più di 1300 pagine? è un lavoro immenso per un unico autore!
JS: Scrivere una storia è un’esperienza organica, non importa quanto hai pianificato all’inizio. Con Bone, avevo già in testa le idee principali, e sapevo che alla fine i cugini Bone se ne sarebbero andati dalla valle e tornati a casa. So anche che Thorn avrebbe governato il Regno da sola, era una soluzione importante per me… Non volevo che avesse accanto un Principe Azzurro. Ma anche con l’aiuto di sintesi e di complicati schemi, la storia è cresciuta ed è cambiata nel tempo, proprio come la vita reale. In effetti, la storia si è sviluppata in modo realistico, in un modo che ho sentito vivo e reale mentre la stavo realizzando, e spero che suoni reale anche per chi la legge.

Hai mai pensato: “Bone?! Non ne posso più!!”?
JS: Sviluppare una storia per dodici anni è davvero molto tempo, ma non è stato del tutto inaspettato. Spiegleman ha realizzato Maus nello stesso tempo. E Shultz ha passato cinquant’anni a realizzare da solo i Peanuts. Per lo meno con Bone avevo un finale a cui giungere.

Sempre a proposito di Bone… credo che un aspetto assolutamente vincente del fumetto sia l’idea di utilizzare sia personaggi cartooneschi (come i cugini Bone) o antropomorfi, più realistici. Come sei riuscito a mantenere l’equilibrio tra questi due “mondi grafici”?
JS: è stato un po’ difficoltoso. Si è trattato soprattutto di riuscire a disegnare tutti con la stessa linea, con lo stesso spessore, e mantenere tutti nella stessa prospettiva.

BoneLa prima parte di Bone è costruita soprattutto sull’umorismo (e raggiunge il suo massimo con la Grande Corsa delle Mucche). All’inizio pensavamo tutti che Bone fosse semplicemente un fumetto umoristico. Ma ci sbagliavamo. Le cose non stavano esattamente così. Eppure hai vinto qualche premio come miglior fumetto umoristico, o no?!
JS: La Grande Corsa delle Mucche ha avuto un grande successo, è vero. è una parte molto sciocca, divertente della storia.

Mano mano che la storia è andata avanti, pero’, hai sviluppato un intreccio sempre più drammatico fino alla brillante conclusione (hai comunque mantenuto l’utilizzo di sipari comici per alleggerire la tenssione). Non hai mai sentito la mancanza della leggerezza dei primi archi narrativi? Non hai mai pensato che le cose stessere diventando troppo serie? Qualche lettore si è mai lamentato di questo cambiamento?
JS: Decisi di iniziare la storia in modo umoristico perché volevo che il lettore si affezionasse al mondo dei Bone, prima di spaventarlo con temi più duri. In questo modo, mano a mano che i Cerchi Fantasma aumentavano la loro presenza sul Regno, il lettore avrebbe condiviso più facilmente la paura di Bone. Qualcuno si è lamentato, certo. Probabilmente perché si aspettavano che Bone fosse un fumetto senza fine tipo Paperino o Zio Paperone. Ma la maggior parte dei lettori ha amato molto il fatto che Bone fosse una serie con un suo inizio, uno sviluppo e una fine.

In Italia Bone è stato pubblicato da tre editori diversi. Non è stato molto facile. Pensi che la Panini Comics sia l’editore giusto? Molti lettori italiani aspettavano con impazienza la fine di Bone…
JS: Spero proprio che sia la volta giusta! Terminata la pubblicazione di Bone in bianco e nero credo che ripartiranno dall’inizio con la versione a colori. Se tutto va bene, dovrei venire in Italia verso la fine di quest’anno per lanciare la versione a colori.

Quando hai iniziato a renderti conto che Bone, in USA, sarebbe diventato un fumetto di grande successo (sia di vendite che di critica)?
JS: Intorno al 1995. Continuavano ad apparire articoli e recensioni su riviste di tutto il mondo. Sapevo che le vendite erano buone, perché Vijaya (la moglie di Jeff, ndr) in quel periodo smise di preoccuparsi per i soldi che spendevo in cibo. Prima di allora, dovevamo stare attenti a ogni centesimo che spendevamo a casa. Ho capito che Bone era diventato un fumetto di successo quando potevo permettermi di mangiare un hamburger ogni volta che ne avevo voglia.

Il sito ufficiale di Bone (www.bonville.com) è “ambientato” a Boneville (il paese natale dei Bone, ndr). Mi è sempre sembrata un’ottima idea, visto che Boneville è un posto misterioso che non viene mai mostrato nel fumetto. Possiamo dare una sbirciata alla città natale dei cugini Bone sul sito. è stata una tua idea (un uccellino mi ha detto che tua moglie è in qualche modo coinvolta…)? Pensi che il sito sia un buon modo per avvicinare nuovi lettori al fumetto e ai suoi protagonisti?
JS: Mi sono divertito molto nella realizzazione del sito (e si, hai ragione, mia moglie Vijaya è stata fondamentale nell’aiutarmi a realizzare il sito, come per ogni cosa che ho fatto, soprattutto se ci sono di mezzo i computer), ma il sito è ormai un po’ vecchio. Penso che ridisegneremo presto il sito, perciò dateci un occhio in primavera. Potrei anche provare con un Blog!

Come abbiamo detto, Bone ha un inizio e una fine. Nella terra delle serie infinite, pensi che il tuo progetto possa essere preso da esempio per qualche altro autore?
JS: Non saprei. Agli inizi degli anni ’90 ero parte di un gruppo di autori che ha iniziato a modificare un po’ le cose. Quando ho iniziato, molte persone nell’industria del fumetto USA non volevano che ci fossero i romanzi grafici nelle fumetterie. La maggior parte del mercato era retto dalle continue ed effimere novità dei prodotti mensili e dalle speculazioni sugli arretrati. Era contro la logica di quel mercato produrre un fumetto che fosse costantemente reperibile e ristampato. I romanzi di Bone sono stati i primi a essere costantemente ristampati, sempre reperibili, e ad avere un riscontro commerciale. Oggi il mercato è cambiato. Non so se si vedranno molti altri romanzi di più di 1300 pagine, ma non c’é dubbio che lo sviluppo delle vendite dei romanzi grafici è uno sviluppo che durerà nel tempo.

Jeff Smith senza Bone. Come ti senti da questo punto di vista? Hai qualche idea per futuri progetti (so ad esempio della miniserie di Shazam che dovresti pubblicare per la DC Comics…)? Vuoi darci qualche notizie in proposito?
JS: Si, sto lavorando a Shazam: Monster Society Of Evil. Il primo numero è finito, e il secondo è a buon punto. So che molte persone pensano che sto impiegando molto tempo per la realizzazione di Shazam, perché è stato annunciato molto tempo fa, ma ho finito Bone da soli 18 mesi. Ci vogliono almeno due anni per realizzare una miniserie come questa. Frank Miller ha impiegato due anni per realizzare Il Cavaliere Oscuro, e Alex Ross ha lavorato per due anni per completare Kingdom Come. Mi sto godendo la libertà di lavorare su un personaggio perfettamente delineato, e presto la miniserie sarà pubblicata, ma nel frattempo ho iniziato a annotare idee per il mio prossimo progetto indipendente. è troppo presto per parlarne, ma sarà diverso sia da Bone che da Shazam.

Hai intenzione di cambiare in qualche modo il tuo stile di disegno? Stai sperimentando nuovi stili? O credi sia giusto proseguire nella stessa direzione di Bone?
JS: Le persone che hanno visto lo stile che sto usando in Shazam dicono che sia piuttosto diverso da quello di Bone. Non saprei dire in che modo, visto che non sto cercando di fare qualcosa di diverso a tutti i costi e in modo consapevole. Potrebbe dipendere semplicemente dal tema della serie. E comunque, il mio stile è cambiato durante la realizzazione di Bone. Sperimento continuamente, cerco di migliorare il mio tratto, di creare più profondità. Devo cambiare. Quello che faccio è disegnare, e stare fermo sarebbe come morire.

Riferimenti
Il sito ufficiale di Bone e della Cartoon book
Il sito della Scholastic book
Il sito di Panini Comics
Il sito di Black Velvet editrice

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