Nelle librerie si vedono sempre più spesso libri dedicati alle vite delle donne che hanno lasciato un segno nel mondo. Tuttavia, è solo il piccolo segnale di un cambiamento nella visione della donna per superare secolari e granitici stereotipi. Artiste. Vite illustrate e ritratti immaginati, la raccolta a fumetti curata da Flavia Luglioli per Barta Edizioni, segue questa scia ma, parlando con la “curautrice”, abbiamo cercato di sondare di più un sostrato culturale che ancora oggi ostacola fortemente questo processo di cambiamento nel raccontare il ruolo storico e culturale della donna.
Ciao Flavia e grazie per il tuo tempo. Artiste, edito da Barta Edizioni, raccoglie una serie di storie a fumetti dove si ripercorrono brevemente le vite di alcune artiste nel corso della storia umana, passando da nomi celebri come Artemisia Gentileschi a figure meno note o della cui reale esistenza non si ha la certezza, ad esempio donne vissute nell'antica Grecia o addirittura nella preistoria. In mezzo a questi racconti sono state inserite anche delle parti in bianco e nero dove viene mostrata la genesi del libro stesso e la ricerca delle artiste da inserire al suo interno. Nella realtà, quanto è durata questa ricerca e come si è sviluppata? C'era già in programma di fare una raccolta oppure tale forma è venuta configurandosi solo più avanti nel processo?
Il libro ha avuto una genesi lunghissima: dall'idea alla ricerca è passato un anno e dalla ricerca al prodotto finale sono passati la bellezza di 3 anni e una bibliografia di quasi 50 libri e articoli (quasi tutti in inglese) che ho scovato in giro per biblioteche, fondazioni e musei.
Inoltre, in principio, doveva essere una raccolta di illustrazioni, storie e fumetti; poi ho deciso, insieme alla Barta, di renderlo una storia unica a fumetti con un protagonista maschile e uno femminile che rappresentano entrambi degli aspetti di me.
Il volume è stato scritto per la maggior parte da te, mentre per la componente artistica sono state chiamate a raccolta quindici fumettiste, ognuna in grado di offrire una visione delle artiste molto personale e riconoscibile le une dalle altre. Come per la scelta di quali figure storiche trattare, è stato difficile scegliere a quali fumettiste rivolgersi?
Ho cercato di scegliere le autrici in base a due aspetti: l'affinità stilistica oppure il completo opposto. Ad esempio: Ambra Garlaschelli aveva uno stile che si adattava alla storia che avevo in mente (Favola vera – ispirata a Lavinia Fontana e alla vera storia de La Bella e la Bestia), così come Sakka è perfettamente in linea con la storia su Artemisia Gentileschi e il suo quadro Giuditta e Oloferne (“Arresa mai!”); al contrario, Matilde Simoni ha uno stile e un modo di narrare per immagini completamente opposto a quello dell'artista che le avevo assegnato (Marie Sibylle Meryan). Questi sono alcuni esempi e potrei proseguire con le altre, ma ho paura che non basterebbe lo spazio dell'intervista.
Hai lavorato insieme a un gruppo molto variegato di persone per questo volume. Come è stato gestire un lavoro simile? Hai dovuto fare da nodo centrale per l'organizzazione oppure si è rivelato un lavoro più cooperativo?
A volte è stato cooperativo, a volte è stato molto complicato, ma sono contenta di averlo portato in fondo e di poterlo finalmente vedere e sfogliare nel suo insieme.
“Il mio nome… è l'ultima cosa che mi è rimasta”, dice Rosalba Carriera, la protagonista di uno dei racconti, alla fine della sua vita. E spesso è già molto se rimane almeno il nome di un'artista, come fai notare nel racconto dedicato a Claricia, dove soltanto dal Medioevo abbiamo la traccia di un'opera firmata da una donna. Secondo te, la storia dell'arte ancora adesso rimane dominata dagli uomini oppure ti sembra che, seppur lentamente, venga dato più spazio alla trattazione di figure femminili?
Negli ultimi 40 anni c'è stato un lentissimo processo di inclusione delle minoranze nel mondo dell'arte. Il passo decisivo fu fatto nel 1971 da Linda Nochlin con l'articolo Why Have There Been No Great Women Artists? che poi fu approfondito nella prima mostra, da lei curata nel 1976, che tentò di mettere insieme alcune delle artiste attive nel periodo tra il 1550 al 1950. Poi ci sono state le Guerrilla Girls (collettivo di artist* che denunciano l'esclusione delle minoranze nei musei, nelle fondazioni e nei media) che nel 1989 fecero un manifesto iconico: Do Women Have To Be Naked To Get Into the Met. Museum?, citato più volte (direttamente o indirettamente) all'interno del libro. Sono passi decisivi, ma il percorso è lento, infatti ancora oggi facciamo fatica a dire il nome di 5 Artiste, ma non abbiamo problemi a recitare i nomi e le biografie dei loro colleghi uomini.
“Qualcuno si chiederà: perché non abbiamo fatto un libro per bambine/i? Un altro?”. Secondo te c'è uno squilibrio tra i libri/fumetti su queste tematiche rivolti principalmente a un pubblico giovane, rispetto a quelli per le persone adulte?
A volte sì, specialmente negli ultimi anni. Preciso che questa è una mia opinione: sono convinta che i/le bambin* sono apert* e curios*, a differenza degli/le adult* che spesso si dimenticano di essere stat* bambin*. Gli/le adult* hanno bisogno di essere educat*, hanno bisogno di ampliare la visione del mondo ed essere curios*, non i/le bambin*.
“Un fumetto non può cambiare il mondo. Ma può cambiare le persone, e le persone possono cambiare il mondo.”: in che modo pensi che il fumetto, rispetto ad altre forme culturali, possa cambiare le persone affinché queste possano portare cambiamenti sostanziali nel mondo?
Il fumetto, per me, rappresenta un linguaggio aperto, con un'infinità di stili e parole diverse, ed è una cosa che ho cercato di trasmettere per tutta la lunghezza del libro. Il fumetto può raccontare con uno stile semplice temi infinitamente complessi, e viceversa. A mio parere è uno dei modi più immediati per veicolare messaggi e raccontare storie.
Nelle ultime pagine viene accennata alla possibilità di un secondo volume di Artiste. Per ora è soltanto un'idea, oppure hai già un progetto strutturato? Sarà qualcosa di simile a questo volume, oppure proverai a usare un approccio differente?
Il secondo volume è una possibilità che verrà presa in futuro, per adesso posso solo dire ho già in mente storie e autrici da abbinare e il filo rosso che le legherà insieme.
Quali altri titoli a fumetti (e non) consiglieresti alle nostre lettrici e ai nostri lettori che desiderano approfondire il tema della presenza femminile nell'arte e nei media in generale?
Questi sono alcuni libri che consiglio (in realtà ce ne sarebbero molti di più, ma non mi basterebbero le pagine di questa intervista:
- Maura Reilly (edited by), Women Artist, The Linda Nochlin Reader, London, Thames & Hudson, 2015
- Jessica Perna (a cura di), Guerrilla Girls, sotto la maschera, Roma, Ed. Castelvecchi, 2018
- Maria Antonietta Trasforini, Nel segno delle artiste. Donne, professioni d'arte e modernità, Bologna, Ed. Il Mulino collana Intersezioni, 2007
Per i fumetti, ne consiglio alcuni che in questi ultimi anni hanno saputo raccontare le biografie delle artiste e la loro importanza:
- Valentina Grande e Eva Rossetti, Feminist Art – Le donne che hanno rivoluzionato l'arte, Centauria, 2020
- Natalie Ferlut, Tamia Baudouin, Artemisia, Coconino Press, 2018
- Vanna Vinci, Frida Khalo – Operetta amorale a fumetti, 24 ore cultura, 2021
Infine, questa è l'intera bibliografia del libro.
Grazie mille per questa intervista Flavia, e a presto!
Intervista realizzata via email nel mese di marzo 2022
FLAVIA FUGLIOLI
Rilegatrice di libri minuscoli nata per sbaglio in mezzo all'Appennino toscano, cresciuta tra pennelli e storie di galassie lontane, streghe, yōkai e nuvole parlanti. È la curautrice di Artiste, per fabbricare il quale ha percorso km di libri in svariate lingue, per più tempo di quando avrebbe voluto (ma non è sazia). Sue sono l'individuazione nella biografia delle artiste di tutti gli episodi raccontati nel volume, una bella fetta delle sceneggiature e l'intera storia cornice di Lore e Zelda.