Dominato dal colore blu elettrico – quello dei fulmini, della notte e degli spriggan dell’Oltre Mondo – il terzo volume di Injection conferma l’originalità e l’importanza di quest’opera nel panorama fumettistico attuale.
Warren Ellis ai testi e alle idee geniali, Declan Shalvey ai disegni e Jordie Bellaire alla tavolozza, imbastiscono un meccanismo sfrenato e perfetto nella sua familiare imprevedibilità.
Strutturato e scritto come una serie tv, Injection si presenta alla sua terza uscita italiana (sempre per i tipi di SaldaPress) come uno dei fumetti più contemporanei (se non il più contemporaneo) in circolazione.
Se Black Mirror è figlio della poetica e della visione distopica di autori come Philip K. Dick, Injection ne è l’evoluzione “decrescente”, laddove la più avanzata tecnologia informatica viene incrociata con la magia, i miti e le leggende. Letteralmente, “la materia di cui son fatti i sogni”.
Le idee di Ellis che si dipanano volume dopo volume, sembrano perfettamente incastonate nella nostra attuale modernità e ciò che suggerisce la sua storia è quel che potrebbe aspettarci appena girata la prossima curva della civiltà.
La premessa è questa: un gruppo di cinque individui straordinari viene riunito per far sì che il progresso non subisca un arresto. Questi, arrivando alla conclusione che i tempi in cui viviamo non sono più “interessanti”, si adoperano per renderli ancora tali, creando e dando vita a Injection, un ghost in the shell all’occidentale, o meglio all’Inglese. Ecco allora che una potentissima intelligenza artificiale in grado di imparare dalle esperienze umane viene resa “viva” inoculando al suo interno una componente magica e a sua volta inoculandola nella rete globale.
“I rituali sono meccanismi.”
Brigid Roth
Se nel primo volume la narrazione poteva risultare eccessivamente ellittica e con troppi non detti e nel secondo la stessa pareva fortemente staccata da quella del precedente, in questa terza parte del racconto si cominciano a intuire i meccanismi utilizzati dagli autori e gli stessi acquistano in scorrevolezza e funzionalità: cinque personaggi principali, cinque episodi per arco narrativo e ogni arco dedicato a uno dei cinque. Come in alcune filosofie esoteriche riguardanti i cinque elementi fondamentali del creato, ne esiste un sesto derivante dagli altri che ne è la summa e la potenzialità: in questo caso l’Inoculazione (Injection) potrebbe rivestire questo ruolo nel rituale/meccanismo del racconto.
Dopo Maria Kilbride nel vol #1 (il solo vero genio che vi capiterà di incontrare) e Vivek Headland nel vol #2 (il più grande detective del mondo), è ora il turno di Brigid Roth (esperta informatica ma non “hacker” perché, come dice lei stessa, “non siamo mica nel 1990”). In questo episodio gli autori la seguono mentre indaga su un cerchio di monoliti emerso in Cornovaglia a seguito di una frana e al cui centro viene trovato un cadavere spolpato ma anche qui l’indagine, come nei numeri precedenti, passa ben presto in secondo piano e la narrazione si concentra invece sull’ulteriore modello di crescita adottato dall’Inoculazione.
“Immagini com’è essere qui fuori? Il pianeta e la gente che lo abita sono come un’infestazione dentro di me. I confini della mia esistenza sono marcati dai satelliti. Cinque minuti dopo la mia nascita ero già un’entità orbitale globale.”
L’ Inoculazione
Warren Ellis sta riuscendo con questa storia a centrare il nodo di Gordio dell’epoca attuale: l’intreccio perfetto fra il delirio tecnologico e le antiche e oscure tradizioni.
Guardando la faccia luminosa della medaglia questo connubio potrebbe essere ciò che di meglio la vita umana avrebbe da offrire a sé stessa ma dall’occhio spietato e realista di Ellis, scrutando nel buio insomma e osservando lucidamente ciò che stiamo costruendo nel mondo, questa dissennata ricerca di “tempi interessanti” porta solo alla catastrofe.
Sul lato grafico il tratto di Shalvey sembra sempre più a suo agio con il plot, e là dove nel primo volume si poteva notare una certa mancanza di grazia e proporzione in alcune figure, arrivati alla terza raccolta il disegnatore si è impadronito completamente dei personaggi e delle ambientazioni e anche il dinamismo dell’azione, che era già un suo punto di forza, ne ha giovato. Fondamentale per l’opera è poi la bellissima colorazione della Bellaire, che richiama le tinte pastello. Là dove spesso nei fumetti contemporanei il colore tradisce l’intenzione del tratto e ne diminuisce l’intensità, qui invece l’apporto cromatico è indispensabile, vera e propria narrazione e particolarità distintiva.
Injection, oltre che sulle idee di Ellis e sul suo narrato accattivante, si muove in gran parte su toni e atmosfere create dalla colorazione.
“È una cura per la modernità. Una dose di realtà vera.”
Professoressa Derwa Kernik
Injection, nella carriera di Ellis, potrebbe essere un nuovo ed evoluto Transmetropolitan, per libertà di scrittura e freschezza e genialità di idee. Sempre più pessimista e nichilista, sempre più denso di informazioni fisico-scientifico-esoteriche, sempre più coinvolgente nell’azione e con la solita dose di ironia tagliente che caratterizza l’autore inglese.
Addirittura Injection pare quasi la condensazione degli stili e delle idee dei massimi e più influenti autori britannici: Alan Moore, Neil Gaiman, Garth Ennis, Grant Morrison, Mark Millar. E Warren Ellis, il sesto in questo caso, infestato dalle storie degli amici e colleghi, ne condensa una nuova per inocularla nel mondo e spingere in avanti il fumetto.
Per far sì che i tempi siano ancora interessanti.
Abbiamo parlato di
Injection vol #3
Warren Ellis, Declan Shalvey, Jordie Bellaire
Traduzione Andrea Toscani
SaldaPress, aprile 2018
122 pagine, brossurato, colori – 14,90 €
ISBN: 9-788869-194108