Inguine Mah!Gazine #6

Inguine Mah!Gazine #6

AA.VV. Coniglio Editore, 2005 - 50pagg. b&n bros. - 5,00euro

Inguine Mah!Gazine #6Quale migliore occasione per tornare a parlare di una delle più interessanti pubblicazioni fumettistiche (ma non solo, visto che si parla anche di design e narrativa) d’Italia, che questo numero quasi-doppio, dove alla rivista solita si aggiunge la pubblicazione dei lavori premiati al concorso Iceberg?
Con questo sesto appuntamento Inguine (rivista/movimento artistico nato sul web) chiude il secondo anno di presenza nelle fumetteria e nelle librerie nostrane; nonostante la qualità del prodotto, e forse proprio per quella, era difficile credere che la scommessa di questo Mah!Gazine potesse risultare vincente, proprio per un mercato in genere poco attento alle proposte di qualità, e sicuramente diffidente nei confronti delle riviste. Merito certo della creatività del gruppo creato da Gianluca Costantini, e della proposta, numero dopo numero, di nomi importanti del comicdom internazionale, come Giuseppe Palumbo, Joe Sacco, Aleksandar Zograf, Peter Kuper, James Kochalka, Maurizio Ribichini, e tanti altri forse meno noti, ma non per questo meno importanti per il contributo artistico.
Inguine Mah!Gazine offre in un certo senso uno sguardo trasversale su di un genere fumettistico che che potremmo definire, in maniera generica e forse approssimativa, underground: fumetti e autori di nicchia, dallo stile ricercato, personale, e con idee originali sulla nona arte.

Anche questo numero presenta molti nomi interessanti tra gli autori, a partire dalla copertina di Erik Drooker (che dopo la pubblicazione del suo Flood – Lexy Edizioni – è scomparso dai piani dei nostri editori). All’interno, una parte importante è occupata dalla Spagna, con una piccola panoramica su questo mercato poco conosciuto. Ecco quindi l’intervista e una storia di Bardin (meta-ego dell’autore Max), che si presenta con un tratto che richiama molto alle strip umoristiche del New Yorker, e quindi anche alla scuola Drawn & Quaterly di Seth e colleghi; a seguire un fumetto dal gusto surrealista e ironicamente “malsano” di Paco Alcazar, e infine una intervista/presentazione della comunity di designer domestika.org, a conferma dell’attenzione per tutto l’ambiente della grafica e del web-design.
Si segnalano poi le illustrazioni/composizioni di Paper Resistance, in cui i simboli della società moderna vengono reinterpretati e decostruiti ad arte, e ancora un racconto di Michele Rossi illustrato da Ericailcane.
Nota di merito per il delizioso “L’é za not” di Davide Reviati; il creatore di Drug Lion1, decide di osare, riempiendo il suo tratto di linee, tratteggi e ombre, in una evoluzione in cui rimane riconoscibile, ma guadagna una profondità e una poesia grafica tutte nuove, o meglio solo accennate in precedenza, e che speriamo abbiano futuri sviluppi (ma senza abbandonare il suo Leonesco alter-ego!). Centro del racconto, la vita dello scrittore Dante Arfelli, che dopo aver ottenuto un successo internazionale con i suoi romanzi, scomparve dalle scene, vittima delle sue paure e delle sue fobie; un racconto che diventa pretesto non solo per ricordare una figura ingiustamente dimenticata, ma anche per affrontare il tema del rapporto tra l’arte e il “peso” che può accompagnarne l’esistenza.
Interessante il reportage a quattro mani direttamente dal festival fumettistico GRRR!, che si tiene a Pancevo, in Serbia. Scritto da Elettra Stamboulis, e illustrato da Gianluca Costantini, è un interessante modo per coniugare il classico diario di viaggio con un segno espressivo come quello di Costantini. Infine, vero e proprio punto forte del numero, una breve storia di Danijel Zezelj, artista conosciuto e apprezzato anche in Italia, che riempie le ultime pagine del quadrimestrale con le sue tavole poetiche e intense, e che in un certo senso chiude un secondo mini-blocco del numero, dedicato al fumetto dell’ex-Jugoslavia dopo quello iniziale sulla Spagna.

Chiuse le pagine della rivista, si possono gustare le tavole dei vincitori di Iceberg 2004, un concorso organizzato dal gruppo di Inguine, dal Comune di Bologna, e da altre associazioni artistiche.
Bella la mano di Francesca Tancini, prima classificata con una storia costruita come una fiaba con protagonista Carlo Magno, un segno originale e gradevole, morbido, dai colori pastello caldi e vivaci. Degne di nota anche le altre opere segnalate, tutte casualmente da mani femminili: Amanda V


  1. per chi non conoscesse né lui né il personaggio rimandiamo a questa intervista e a questo articolo 

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