Soggetto atipico questo Inguine MahGazine, in un panorama così avaro di riviste contenitore. In un formato che sembra più quello di un vecchio vinile che di un periodico, introdotto dalla copertina evocativa e bizzarra di Gianluca Costantini, questo secondo volume ci presenta un mix ancora più vario e interessante del primo, una panoramica forse fin troppo rapida del fumetto underground e della grafica.
A fare per primi gli “onori di casa” sono Max Andersson e Lars Sjunnesson, co-autori – in un curioso esperimento di scrittura disegno a quattro mani – di Bosnian Flat Dog. In dieci tavole fitte di segni, i due autori svedesi dipingono un quadro deforme e trash dei balcani, in una simbolica ricerca iniziata da un diario e da un attentato, con la partecipazione speciale del cadavere surgelato del generale Tito. Tra allegoria e non-sense, una prova d’autore molto interessante e fuori dagli schemi.
A seguire, il tratto sempre più pittorico, ricercato e sensibile di Giuseppe Palumbo, sulle tracce di Rocco Scotellaro, sindaco bambino e scrittore sofferto e prolifico: una figura dell’Italia contadina del dopoguerra per la quale lo stesso Palumbo si reca nel paese natale, Tricarico, per ricavarne notizie ma soprattutto per coglierne l’anima; una operazione chiusa da un breve racconto di Scotellaro che Palumbo reinterpreta da par suo. Molto più diario intimo che fumetto, queste poche pagine rappresentano forse il punto più alto della rivista, una piccola gemma che apre al lettore il cuore di un personaggio storico, e di riflesso quello dell’autore che ne è narratore.
Ancora un po’ storditi, Chris Lanier ci costringe a cambiare registro, e ci fa comprendere come, pur nelle sue poche pagine, Inguine MahGazine sia una rivista da assaporare lentamente, da leggere, posare, e riprendere dopo un po’.
La sua tavola, che occupa il paginone centrale, parte da un libro di Patrick Rosenkranz per arrivare a parlare per sommi capi di tutto il movimento underground dal suo punto di vista, dagli anni sessanta ad oggi. Breve, non certo omnicomprensivo, ma un assaggio curioso.
Design Radar è una pausa dal fumetto, una rubrica di analisi e studio sul web-design, una incursione di raccordo tra grafica e narrativa, a testimonianza dell’impegno che anche sotto questo aspetto è stato profuso nella rivista.
Il tempo di voltare pagina, e troviamo Gianluca Costantini e Gianni Barbieri, con la loro Macchina Suprema. L’arte di Costantini è un coacervo di linee e segni tanto sicuri quanto sospesi nel paesaggio onirico fatto di decorazioni e intrecci. Macchina Suprema nasce in modo bizzarro, dai disegni senza filo conduttore di Costantini e dall’opera di Barbieri, che in una sorta di collage ne ha tratto un racconto, qui pubblicato a puntate. Una storia rifiutata da molti editori, che ora trova la giusta valorizzazione.
Doppio debutto per James Kochalka, che oltre che su Inguine MahGazine appare nello stesso periodo su Alta Fedeltà #2. Autore underground molto apprezzato in patria, artista ironico e sincero, presenta una storia minimalista nel suo tipico tratto semplice, quasi un grezzo cartoonesco, eppure efficacissimo, a cui corredo troviamo una intervista sul suo rapporto con il disegno e la musica.
In chiusura abbiamo infine Paper Resistance e le sue “figurine” pop, ritratti privi di morale manifesta di donne alle prese con la loro società, nel bene e nel male. Fredde eppure chiaramente intense nel loro significare, pur se quasi prive di apparenza.
Chiusa la rivista, rimane il rammarico per una periodicità così dilatata che ci farà attendere altri quattro mesi per il terzo numero, ed una visibilità che non rende certo merito ai contenuti ed al lavoro di ricerca e sperimentazione che traspare dalle pagine, dense di voglia di comunicare e di voglia di creare.