Indy Press: INDYpendenti alla conquista del mondo

Indy Press: INDYpendenti alla conquista del mondo

Come trasformare la propria casa editrice riuscendo a renderla una delle piu' ambiziose presenti sul mercato? Semplice! Innanzitutto bisogna fare tesoro delle esperienze passate; poi bisogna stringere dei solidi accordi di collaborazione con i principali editori mondiali, infine c'e' bisogno di una enorme dose di entusiasmo ... un elemento che...

Invincible

LSB: La stagione fumettistica che si è appena conclusa ha per molti versi rappresentato l’anno del rilancio per la Indy Press che, grazie ad una notevole serie di contratti in esclusiva con la Com.X e la Image, ha iniziato ad allargare con prepotenza il suo target di mercato. Come consideri il bilancio dell’anno appena conclusosi? Che impressioni hai avuto riguardo il mercato del fumetto?

MF: Il vero banco di prova per me sarà il 2004. Le acquisizioni di quest’anno sono un segno importante della possibilità che ha adesso Indy Press di essere una realtà con la quale si debbono fare i conti, in termini di quantità, qualità e visibilità dei titoli che offriremo. Non sono certo soddisfatto del bilancio economico del 2003, almeno fino all’estate, ma credo che l’anno prossimo saro’ ripagato per aver tenuto duro.

LSB: Nell’ultimo anno, grazie ad una serie di iniziative multimediali di enorme rilievo nazionale e internazionale, dai film dedicati agli eroi Marvel fino all’iniziativa di Repubblica, le nuvole parlanti sembrano aver avuto una rinnovata visibilità ed una inedita consacrazione culturale. Queste iniziative, secondo te, hanno prodotto dei riscontri concreti sul mercato dei fumetti e, nello specifico, dal punto di vista di Indy Press?

MF: Manna dal cielo. Certo, i nuovi lettori che si avventurano in una fumetteria dopo aver scoperto i fumetti tramite i film della Marvel si contano sulle dita di una mano, ma l’aumento di consapevolezza nei confronti del medium fumetto è un toccasana. Negli USA il mercato sta subendo una contrazione pericolosa, in Italia, anche se va sempre più di moda lamentarsi, le cose stanno migliorando. Varietà d’offerta, attenzione dai media, qualità media del prodotto sugli scaffali e un leggero aumento delle vendite permetteranno la crescita delle realtà che sapranno cogliere le occasioni del momento favorevole.

LSB: Caspita, il vero scoop di questa chiacchierata è che tu parli, andando decisamente contro tendenza, di un momento favorevole per il mondo dell’editoria dei fumetti. Quali credi siano le mosse giuste per approfittare dell’onda lunga di questo momento favorevole (parlo come un politico degli anni ’80, mamma mia!)?

MF: Non è adorabile, quest’atmosfera new age? Vuoi un tiro?
Scherzi a parte. NON è un momento positivo. Il problema essenziale è che l’età mentale degli addetti ai lavori sta regredendo. Ci sono sempre più persone incompetenti in posizioni di responsabilità, gli individui velleitari dettano tendenze, culturali e commerciali, che fanno mal pensare della scena fumettistica nostrana. In realtà si sta aprendo una convergenza favorevole per portare “sangue nuovo” nelle fila dei clienti delle librerie, e chi saprà sfruttare questa possibilità prima che essa cessi di esserci ne trarrà benefici a lungo termine. La lungimiranza non è tra le doti degli editori (e redattori) nostrani. Essendo questo un mestiere che si fa prima per passione che per soldi, c’é gente che lo fa SOLO per passione (ma anche chi lo fa solo per soldi… di loro parliamo un’altra volta) e non apprende mai alcune amare lezioni che servono a sopravvivere e, eventualmente, a prosperare.Sono stato abbastanza criptico?

LSB: Non c’é male! Ehm… Che tipo di riscontro ha avuto Bulletproof Monk? La sua trasposizione cinematografica ha in qualche modo giovato all’andamento delle vendite, oppure ha mantenuto un volume medio di copie vendute rispetto agli altri prodotti “anglofoni” della Indy Press?

MF: Al momento le vendite di Bulletproof Monk non sono eccezionali. Io credo molto in questo prodotto, l’ho voluto con forza e lo difendo anche dalle critiche, spesso secondo me ingiuste, di chi l’ha visto come “il fumetto del film”. È, al contrario, “il film del fumetto”, e ritengo tutta la storia editoriale e cinematografica del prodotto un esempio notevole del potere delle buone idee: un albo piccolo piccolo che ispira un film distribuito in tutto il mondo. Il film, per inciso, ha effettivamente dato una mano alle vendite, come speravamo.

LSB: Quali prodotti, tra quelli pubblicati nella passata stagione, ti ha dato maggiore soddisfazione?

MF: Due senza dubbio, e non a caso quelli che la critica ha più apprezzato: Cla$$war, la prima metà della storia britannica di fantapolitica, e Zero Zélo di Luca Genovese. Nel primo caso, era la mia prima edizione “full size” di una storia importata dall’estero, e ci ho visto giusto, dato che anche le vendite mi hanno dato ragione. Nel secondo caso, il desiderio di pubblicare l’ottimo secondo lavoro di un autore che è anche un amico, si stava scontrando con pessimi ordini da parte dei distributori. Luca e io abbiamo realizzato un fumetto per la prima infanzia per la GEOX, l’azienda calzaturiera, e con i proventi di quel lavoro abbiamo deciso di finanziare al 50% a testa la stampa di Zero Zélo, finché le vendite non avessero coperto i costi. Dopo tre mesi, l’albo si è quasi interamente ripagato, e Luca ha portato in giro per l’Italia la sua mostra di originali, raccogliendo unanimi consensi. Al di là delle belle parole dei giornalisti, un dato concreto su tutti: la libreria Mondi Sommersi di Lecce ha venduto più di cento copie di Zero Zélo in meno di due mesi. Notevole, no? Adoro i piani ben riusciti.

LSB: Quali prodotti delle altre case editrici ti hanno maggiormente colpito?

MF: Sono sempre più innamorato di tutto ciò che fanno Coconino e Alta Fedeltà, e non mi perdo nulla di quanto Omar Martini pubblica con la sua Black Velvet. Strano, per uno che pubblica supereroi, vero? Andrea Rivi e la Bande Dessinée hanno delle gemme nel loro catalogo, e non parlo solo dei best-seller come Sillage. Hai mai letto La Piuma e L’Artiglio? È il fumetto preferito della mia metà, e anche io ammetto di leggerlo con avidità.

LSB: Faccio il mea culpa … purtroppo non seguo i fumetti francesi, tengo famiglia! Quali obiettivi si prefigge Indy Press nel 2003/04?

MF: Il raggiungimento di una quota di mercato che almeno si veda sul grafico delle vendite! Scherzi a parte, se tutto va bene ci troverete lì, alle spalle di Magic Press, nella classifica degli editori che traducono materiale anglosassone. Abbiamo in cantiere un calendario pieno di varietà e qualità, e se ci uniamo la puntualità che mi prefiggo di mantenere, i lettori saranno contenti. È una situazione tipo “L’Uomo dei Sogni” con Kevin Costner… Sai, “Se lo costruisci, lui tornerà.” Ecco, il catalogo c’é, adesso aspettiamo i lettori! Ah, il catalogo c’é davvero! Alla Lucca di quest’anno esce il nostro primo mini-catalogo, adornato dal nostro nuovo logo, e da un’illustrazione dipinta dall’illustratrice Mara Aghem. Ne sono molto fiero.

LSB: Quali saranno le principali proposte e novità con le quali vi accingete a sfidare il mercato? Su quali titoli puntate maggiormente?

MF: Il nostro cavallo da traino sarà Savage Dragon, del quale si prevedono quattro uscite l’anno, contornate da almeno due miniserie spin-off nel 2004. Di contorno, la collana Indimenticabili che vedrà protagonisti Luca Russo (recentemente “acquisito” anche dal Team John Doe, dopo che Roberto Recchioni ha visto cosa Luca sta facendo per noi), con un albo noir intitolato “La Malattia”, di nuovo Luca Genovese in coppia con la sceneggiatrice Luana Vergari per un albo molto tenero e innovativo, “Ely è Là”, e Andrea Malis, geniale illustratore e graphic designer romano, alle prese con “Angel Cola”, la prima avventura ufficiale del suo personaggio Golem Boy. Aggiungi alla ricetta altri tre volumi di Invincibile, una decina scarsa di progetti Image autoconclusivi che non voglio ancora svelare (ma già acquisiti, odio chi millanta novità che non ha), un progetto Harris, un progetto dalla Francia (prestissimo un annuncio in merito), e la conclusione dei titoli Com.X rimasti incompleti (sì, anche Bazooka Jules è in dirittura d’arrivo).

LSB: Non è che potresti sbottonarti riguardo questo misterioso progetto francese?

MF: In un mercato pieno di proposte come questo, io ho la fortuna di poter dire che sono l’editore del mio fumetto preferito in assoluto al mondo. Se insisti con gentilezza te lo dico a Lucca, davanti a un bicchiere di Traminer d’Alsazia. [Non dimenticatevi del Capo Redazione! n.d.Ettore]

Cla$$warLSB: Imbroglione! Sai che a Lucca per causa di forze maggiori non ci potro’ essere! :-) Manteniamoci sul vago, come prevedi di far spiccare questo ennesimo prodotto francofono nella vasta offerta presente nelle nostre librerie?

MF: Facendo qualcosa per cui ormai, nel bene e nel male, sono famoso: cambiandone il formato di stampa. Sarà piuttosto inedito, per i parametri cui siamo abituati. E sì, ho la benedizione degli autori, che sono entusiasti dell’idea e del mio progetto grafico e contenutistico. Inoltre, l’albo, con la complicità dei librai, uscirà ESATTAMENTE il giorno di San Valentino 2004. Il lancio dirà “Il 14 Febbraio, porta una persona speciale a scoprire insieme a te questo piccolo capolavoro.” Se rimorchiate grazie a me pero’ poi voglio saperlo.

LSB: Vediamo un po’… nel vostro carniere avete fumetti provenienti dagli Usa, dall’Italia, dalla Francia… verso quali nuovi orizzonti credi che la Indy proverà ad allargarsi in futuro? La bandiera bianca con il sole rosso al centro non ti dice nulla?

MF: No, non mi dice nulla. Qualcosa che sfugge alla maggior parte dei miei detrattori è che io faccio fumetti per ME. Sono il mio primo lettore, e devo amare tutto ciò che pubblico. Solo così, ogni volta che qualcuno ci scrive per un commento, un dubbio o una critica, sento di star dialogando con amici che condividono in parte i miei gusti. Leggo pochissimi manga, lo dico acriticamente. Il formato (nel senso dello sviluppo delle storie) non mi coinvolge, eccetto rari casi (20th Century Boys è l’esempio più recente), quindi non sono interessato. Per ora. Spero che il mercato mi metta voglia di rivedere queste affermazioni.

LSB: In una dichiarazione rilasciata di recente Dario Gulli, precedente detentore dei diritti per la nostra penisola del Dragone Selvaggio, ha parlato di vendite molto deludenti per una testata che, nei loro progetti, avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello del catalogo Lexy. Non temi che le scarse vendite della precedente incarnazione della creatura di Erik Larsen, sommate ad una vita editoriale abbastanza travagliata, possano in qualche modo comprometterne il successo sotto l’egida Indy Press?

MF: Come l’ex presidente argentino Carlos Menem, Gulli ha cercato di fare terra bruciata dietro di sé, uscendo di scena. Non gli è riuscito, anche per via di tutto il fertilizzante che ha sparso con le ultime interviste. I distributori hanno un’altra opinione sul venduto di Dragon durante la gestione Lexy, ed è su quel dato che abbiamo attagliato l’investimento e la tiratura del nostro prodotto. Sono fiducioso.

LSB: Nel caso in cui i risultati si rivelino soddisfacenti (e ne sono abbastanza certo, a dire il vero), prevedi di proporre delle ristampe del materiale edito dalla Star Comics e dalla Lexy Productions?

MF: La ristampa del materiale edito a suo tempo da Star è doverosa, i lettori la attendono da tempo immemorabile. Pero’ il nostro impegno è quello di consolidare il nostro capitale titoli nel 2004, quindi credo che espanderci troppo sarebbe dannoso. È nei piani per l’anno seguente, in formato molto accattivante e con rigore filologico massimo. Vogliamo che il prodotto finale valga l’attesa.

LSB: Un’ultima domanda riguardo il Dragone. Le storie da cui partirà la pubblicazione sono ormai abbastanza remote, al punto che credo non siano disponibili in digitale. La stampa dalle pellicole dovrebbe risultare economicamente molto esosa, eppure voi avete annunciato un prezzo di vendita che, considerati gli standard attuali, appare davvero concorrenziale: vi state specializzando nel compiere miracoli?

MF: Sì. L’impossibile ormai è pronta consegna, per i miracoli c’é una discreta lista d’attesa. Siamo coscienti del fatto che gli albi di Dragon fino al numero 70 circa sono disponibili solo in pellicola, e non potevamo permetterceli: la deretinizzazione, processo che porta le pellicole su supporto digitale, è molto costosa. Abbiamo cercato di coinvolgere i nostri fornitori in una politica di risk-sharing, e ci siamo riusciti: Image non ci farà pagare il costo delle pellicole, e noi in cambio daremo loro copie dei CD che otterremo dalla deretinizzazione. Questo permetterà loro di vendere Dragon anche a editori che non potrebbero permettersi il procedimento. In aggiunta, la nostra tipografia ha accettato di assorbire più di metà del costo della trasformazione delle pellicole, in cambio della promessa di stampare da loro tutta la nostra produzione 2004. Tutti si stanno impegnando al massimo, e ne sono fiero. Adesso tocca ai lettori fare la loro parte: i conti torneranno solo se loro acquisteranno gli albi, ovviamente.

LSB: Quali cambiamenti prevedi nel prossimo futuro nel mercato fumettistico nostrano?

MF: Prevedo cambiamenti nella gestione della distribuzione, e nell’approccio degli editori alla promozione. Prevedo che gli editori smetteranno di andare alle fiere alla cieca… oh, aspetta, questo è già successo. Hai visto che deserti quest’anno?

LSB: In effetti, eppure alcune fiere si sono rivelate dei veri successi. Ad esempio il giudizio relativo alla passata edizione della Napoli Comicon è stato globalmente entusiastico. Hai già stilato un programma delle fiere alle quali i lettori ti potranno trovare nel prossimo anno?

MF: I lettori mi potranno vedere a quasi tutte le fiere. Solo, non vedranno uno stand Indy Press. Le mie intenzioni sono di andare solo a Lucca e a Napoli, dove non sono mai stato in vita mia. Mi trattiene quel famoso proverbio su ciò che ti succede dopo che hai visto quella città… Hai presente? GLOM!

LSB: Credi che le case editrici attualmente non si dedichino sufficientemente alla promozione?

MF: Proprio così. Te lo vedi un “Free Comic Book Day” in Italia? Ognuno pensa al proprio orticello. Lo diciamo sempre, poi ci rendiamo conto di quante persone poco ricettive alle idee ci sono tra i nostri colleghi e ci rendiamo conto che in fondo il nostro orticello non è male. La necessità ci farà cambiare.

LSB: che tipologia di difficoltà comporta ripetere anche in Italia una esperienza simile a quella del Free Comic Book Day?

MF: Al di là che te lo devi poter permettere… la sola difficoltà, di essenziale superamento perché l’iniziativa dia buoni frutti, è quella di raggiungere un pubblico che DAVVERO possa avvicinarsi dall’esterno al nostro mondo. Una domenica con chioschi promozionali nei cinema delle città e fumetterie aperte con la possibilità di dare fumetti gratis sarebbe un buon inizio. Indy Press ha intenzione di provare a promuovere in questo senso un comitato tra editori, e mette fin d’ora (sei il primo a saperlo) a disposizione il 5% di ogni sua tiratura 2003 per questa iniziativa. Librai ed editori interessati possono contattarmi tramite il sito Indy per concertare…

LSB: Secondo te a quale “evoluzione” sarà soggetto prossimamente il fumetto? Ci sarà uno sviluppo massivo dei web-comics, magari anche con la produzione di appositi Dvd (un po’ come sta provando a fare la statunitense Crossgen Comics)? Oppure la sorpresa potrebbe venire da una riscoperta delle edicole o da un loro totale abbandono?

MF: Sto a guardare con scetticismo. Il fumetto gode di una grossa componente collezionistico-feticistica. Credo che un lettore potrebbe accettare di scambiare tutta la propria collezione cartacea con gli equivalenti in DVD solo se lo costringessero a lasciare per sempre la civiltà per fare il guardiano di un faro nel Mare di Bering. Molte cose cambieranno, ma non in fretta, e perderemo ancora molti lettori a favore dei videogame e dell’intrattenimento visuale, prima di avere un ritorno alla scoperta degli spazi e dei modi del fumetto, il che includerà le edicole. Allo stato attuale delle cose sei bravo se li trovi, i fumetti, dietro alle confezioni delle uscite a dispense. Quanto alla CrossGen, credo che per ora sia solo un modo di valorizzare il materiale a disposizione, se il progetto durerà nel tempo potrebbe anche avere successo… vedremo!

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