Copertina di X-Men #205di AA VV
Panini Comics, lug. 2007 – 80 pagg. col. spil. – 3,30euro
Gli X-Men, com’é risaputo, sono i meno coinvolti da Civil War, hanno assunto una posizione neutrale (con alcune varianti soggettive come quella di Alfiere) e, di certo, si può asserire che la loro partecipazione al plot centrale sia minima. Nelle loro testate di Guerra civile quasi non si parla e il vero tie-in è la miniserie Civil War: X-Men, di pregevole fattura sia per quanto riguarda i testi (di David Hine) che i disegni (di Yanick Paquette). La storia scorre via piacevolmente e la realizzazione grafica, che ha una grande leggibilità, si fa apprezzare per la piacevolezza del tratto. Ma anche in quest’occasione il filo delle vicende è legato abbastanza marginalmente a Civil War (diciamo quasi per dovere) ed è più inserito nell’intricato corpus narrativo mutante.
A seguire i cosmici “Uncanny” di Ed Brubaker e Billy Tan. Il bravissimo sceneggiatore dimostra i suoi limiti con storie di respiro cosmico, che sembrano non rientrare nelle sue attitudini, che si sono dimostrate di gran lunga più in sintonia con ambientazioni metropolitane (come il suo straordinario Devil, per restare in casa Marvel). Qui, invece, si avverte come una scarsa convinzione in quel che si racconta, che dà poco mordente a vicende e personaggi. Tan è un buon disegnatore, qui in ottima forma, ma personalmente non mi entusiasma. Più azzeccata (nonostante non abbia convinto i fan oltreoceano), la minisaga Supernovae di Mike Carey e Chris Bachalo, caratterizzata da un buon ritmo, buoni dialoghi e didascalie e dagli eccellenti disegni di Bachalo, sebbene sempre un po’ affrettati nelle tavole finali. Chiude l’albo un raccontino di Milligan e Jones, che spiega l’esatto destino di Apocalisse. Tornerà, naturalmente. (Paolo Garrone)

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