
#65 – “Il muro” di Mario Alberti
“Homo homini lupus” è il titolo del primo volume della serie Il muro, opera fantascientifica di Mario Alberti in veste di autore unico. Un fumetto nel tipico formato francese, formato che dà modo alle tavole di Alberti di mostrarsi in tutta la loro potenza e spettacolarità. Un mondo futuro nel quale i mari si sono prosciugati e i sopravvissuti convivono con ciò che resta della civiltà caduta e con la legge del più forte, in uno scenario facilmente accostabile a quello di Mad Max – tanto che potrebbe esserne uno spin-off ambientato nel mediterrane. L’appartenere a un genere codificato e stratificato nell’immaginario anche fumettistico (basti pensare a un classico come Ken il Guerriero) permette di suggerire l’ambientazione senza necessità di approfondirla e indagarla per renderla plausibile e comprensibile.
Alberti così si concentra sui personaggi e sulla ricerca di una fuga verso il mondo migliore che potrebbe trovarsi oltre il Muro, una gigantesca barriera protetta da un robot imbattibile. Si accenna tra le righe al problema dell’immigrazione dall’Africa, ma senza approfondire mai, e si tiene per il finale del volume il primo vero colpo di scena. Il resto è raccontato in maniera lineare, reggendosi più forse sui disegni che su una costruzione accattivante del racconto o dei dialoghi, lasciando anche gli stessi protagonisti poco approfonditi e, quindi, di non immediata empatica verso il lettore. Alcune scene risultano fin troppo concitate perdendo un poco di chiarezza, come alcuni stacchi temporali o una scena in cui Solal, uno dei ragazzini conosciuti all’inizio, si salva da una situazione pericolosa, che sembra mancare di una vignetta per poter comprendere meglio l’accaduto.
Questo primo volume resta però una lettura accattivante, scorrevole e visivamente molto appagante.
Per Lo Spazio Bianco ne ha scritto David Padovani, che ha pure intervistato Mario Alberti.