Il ritorno di New Mutants, la strada verso gli Oscar 2020

Il ritorno di New Mutants, la strada verso gli Oscar 2020

In questa prima puntata del 2020, uno sguardo al nuovo trailer di New Mutants e le parole degli analisti sulla corsa agli Oscar dei film tratti da fumetti.

New Mutants

Con la diffusione del nuovo trailer di New Mutants, la 20th Century Fox ha messo fine all’assordante silenzio che da mesi circondava la pellicola diretta da Josh Boone. Il film, infatti, è diventato una sorta di vittima inconsapevole a causa dell’acquisto della major da parte della Disney, che ha visto quest’ultima rinviare e/o mettere mano ad alcune pellicole in maniera abbastanza pesante.
Il film sui mutanti Marvel sarebbe dovuto passare attraverso una sessione di riprese aggiuntive che, programmate per lo scorso novembre, non si sono in effetti mai tenute, portandoci quindi al punto di partenza. New Mutants infatti arriverà nelle sale in una versione rieditata dallo stesso regista, ma fedele alle atmosfere immaginate da Boone, ovvero quelle di un film supereroistico in salsa horror.

Il nuovo trailer però, oltre alle forti atmosfere horror, lascia intravedere anche un mix tra Sci-Fi e thriller, con una particolare attenzione alle caratteristiche psicologiche dei vari personaggi, ognuno con un proprio peso da portare sulle spalle. Particolarmente forte traspare nel filmato la figura di Illyana Rasputin (Anya Taylor-Joy), che non solo accenna alla morte da lei causata di 18 persone, ma soprattutto mette in luce la potenza del personaggio, non dissimile rispetto alla sua controparte a fumetti.

Unico difetto del nuovo filmato è la lieve sensazione di trovarsi di fronte a un teaser più lungo rispetto al precedente, sebbene con molti più dettagli sulla storia e sui personaggi, ed elementi che richiamano in maniera più evidenziata la fonte supereroistica del progetto. Con tre mesi a disposizione per la campagna promozionale, è lecito sperare in un final trailer, così come in un marketing senza quartiere in cui Fox e Disney dovranno tentare non solo di guadagnare il tempo perso, ma anche smussare gli angoli da un nuovo effetto alla X-Men: Dark Phoenix. Aldilà dei presunti problemi di post-produzione, la pellicola di Simon Kinberg fu infatti vittima di una campagna denigratoria a prescindere, un fattore questo che deve essere assolutamente evitato nei confronti di New Mutants, anche perché fin dagli inizi questo adattamento si è fatto conoscere per il coraggio che dimostra rispetto ad altri film facenti parte dello stesso genere. Un elemento da rafforzare, non da indebolire presso il pubblico.

Academy Awards 2020

L’anno appena iniziato vedrà tra qualche giorno, per la precisione il 13 gennaio, l’annuncio delle nomination agli Oscar 2020, molto attesi in quanto crocevia fondamentale per i film tratti dai fumetti, dopo un 2019 che ha visto protagoniste due pellicole in particolare: Avengers: Endgame e Joker.

Se per quanto riguarda il film targato Marvel Studios le aspettative di nomination “importanti” si sono in gran parte affievolite, per il lungometraggio sul criminale DC Comics diretto da Todd Phillips e interpretato da Joaquin Phoenix l’attenzione non è mai calata anche grazie a una campagna della Warner sempre attiva. La domanda che comunque gli addetti ai lavori si pongono in queste settimane è se film cosiddetti popolari come Joker riusciranno a penetrare quella sorta di muro di gomma che impedisce alle produzioni basate su properties a fumetti di aggiudicarsi statuette che non siano soltanto tecniche.

A questo proposito, nei giorni scorsi, Owen Gleiberman e Ramin Setodeeh su Variety hanno lungamente disquisito su un certo elitarismo che pervade l’Academy e sulle possibilità che hanno questi due cbomicbook movies di andare oltre la semplice nomination.

Penso che una delle domande più importanti della corsa agli Oscar di quest’anno sia il motivo per cui gli elettori sceglieranno Joker. Se sei la ABC, la rete che trasmette gli Academy Awards, incrocerai le dita, dato che è diventato il primo film classificato Rated ad avere incassato 1 miliardo lordo in tutto il mondo.
Eppure, c’è un certo pregiudizio della Academy quando si tratta di film sui fumetti. Nessun film di Batman è mai stato nominato per il miglior film e, dopo che The Dark Knight è stato snobbato, l’Oscar ha rinnovato le sue regole per consentire fino alla presenza di 10 titoli nella categoria. Anche con quello, l’unico film di fumetti che abbia mai raggiunto la nomination è stato Black Panther l’anno scorso. Se Joker viene escluso dalla gara per il miglior film, quello sarà il modo dell’Academy di controbilanciare tutti i volti famosi della cerimonia. Sì, vogliono nominare i Blockbuster, ma non vogliono che gli Oscar diventino i People Choice Awards. Penso che Joaquin sia il migliore attore, ma non sono sicuro che il film stesso otterrà qualcosa in una delle altre categorie principali – ha dichiarato Setodeeh.

No, gli Oscar non dovrebbero diventare i Peoples Choice Awards. Eppure il pregiudizio contro le nomination di film sui fumetti – o forse dovremmo semplicemente chiamarli popcorn movies, che si tratti di Marvel o “Mission: Impossible” – è qualcosa che gli elettori dell’Academy devono davvero superare. È una reliquia del vecchio snobismo hollywoodiano. Con il senno di poi, direi che è quasi assurdo che “The Dark Knight”, dopo tutto il plauso che ha ricevuto, non sia riuscito a ottenere una nomination per il miglior film. È stato davvero un film meno ingegnoso di “The Reader” o “The Curious Case of Benjamin Button”, entrambi nominati quell’anno? Direi che era due volte più abile e 10 volte più d’impatto – ha invece evidenziato Gleiberman, il quale ha poi aggiunto – E’ vero che molti giornalisti e critici hanno attaccato il film, preoccupati che avrebbe incitato alla violenza o che fosse troppo accondiscendente verso la cultura degli uomini bianchi facenti parte della sottocultura Incel. Ora, quattro mesi dopo, guardate cosa è accaduto. Non c’è stata alcuna violenza, ma molto più di questo il film è diventato una sensazione, non solo un successo al botteghino ma qualcosa che ha acceso l’immaginazione del pubblico. Se gli Academy Awards non possono trovare del tempo per capire questo, la gente inizierà a chiedersi: a cosa servono davvero questi premi? Per chi sono? E perché sembrano così allergici a elementi chiave dell’intrattenimento che Hollywood stessa realizza?

Parlando invece di Avengers: Endgame, i due analisti esprimono la loro opinione sulle considerazioni espresse di recente da Martin Scorsese, esaminando la qualità della pellicola dei Fratelli Russo e le sue possibilità di avere la nomination come miglior film, evidenziando come la critica continui a osteggiare i kolossal di intrattenimento, accusati di essere in qualche modo da ostacolo ai lungometraggi con budget minore.

Martin Scorsese, nel promuovere “The Irishman”, ha attaccato l’Universo Cinematografico Marvel per non essere cinema. Ma non sostengo le sue argomentazioni. Ciò che i fratelli Russo hanno realizzato in “Avengers: Endgame” è arte. In effetti, direi che gli ultimi 45 minuti hanno un nucleo più emotivo e pieno di sentimento rispetto a molti dei film “premiati” della stagione autunnale. I Russo hanno avvolto (per ora) il più grande franchise cinematografico di tutti i tempi nei loro termini epici e cinematografici, sostenendo la necessità di vedere i film come una comunità. Se “Avatar” è stato candidato a miglior film, anche “Avengers: Endgame” dovrebbe esserlo – ha dichiarato Setodeeh.

Concordo pienamente con tutto ciò che hai detto su “Avengers: Endgame” – ha detto Gleiberman – Quando si tratta di nominarlo per il miglior film, perché no? Eppure c’è un motivo eloquente del perché no. L’industria cinematografica come la conosciamo è dedicata più che mai alla realizzazione di film di successo. Tuttavia, con la rara eccezione di qualcosa come Black Panther socialmente più consapevole, tratta sempre più gli Oscar come questa festa artistica semi-elitaria, dove i film di successo sono i film che non possono essere nominati. I critici cinematografici, nelle loro 10 migliori liste e nei premi di gruppo di fine anno, hanno rispecchiato questo pensiero e in qualche modo lo hanno guidato. E ciò che è stato creato è una sorta di paradigma dicotomizzato ribelle contro la società, in cui i film popcorn sono automaticamente visti come grandi e senza arte e corrotti e i “film più piccoli” rappresentano la purezza del cinema.

1 Commento

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  1. Stanlio

    13 Gennaio 2020 a 00:30

    I vendicatori “endgame”, è un filmaccio mediocre realizzato sicuramente con enorme dispendio di mezzi e possibilità economiche.
    “The dark knight”, film diretto da un bravissimo regista, è però penalizzato gravemente da una sceneggiatura obesa e senza troppo senso.
    Lo stesso si può dire di “Joker”: l’approccio alla storia e al personaggio è degno di nota (diciamo è quello giusto) ma ancora una volta la sceneggiatura non regge (un po la fiera della banalità e della superficialità) e il film diventa un clamoroso “vorrei ma non posso”; il tentativo però e lodevole.
    In conclusione nessuno dei tre film menzionati meriterebbe un “miglior film” perchè (tralasciando la malefica e fuorviante distinzione fra “piccoli film” e “kolossal” o “Pop corn movie”) sono semplicemente film fatti, chi più chi meno, piuttosto male.
    Un film va premiato se bello, ignorato se brutto a prescindere dal budget.
    Ricordo che “lo squalo”, che viene considerato il primo “Pop corn movie” della storia, non ha preso premi oscar ma è un capolavoro assoluto.
    “Il ritorno del re”, megacagata galattica diretta da un regista tanto ambizioso quanto incapace , ha preso 11 oscar.
    In definitiva chissenefrega degli oscar e del discorso senza senso e coerenza fatto da Owen Gleiberman e Ramin Setodeeh.

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