In principio furono i romanzi e i racconti, poi fu la volta dei videogiochi e dei fumetti, quindi arrivarono la serie tv e i lungometraggi animati. Negli anni lo scrittore polacco Andrzej Sapkowski ha visto crescere l’epopea fantasy del suo The Witcher grazie rispettivamente alla software house CD Projekt RED, a Dark Horse e a Netflix. I fumetti pubblicati negli Stati Uniti dalla casa editrice di Hellboy vengono riproposti da Panini Comics in una nuova edizione economica e in formato ridotto, dopo che erano giunti in Italia in omnibus e in brossurati delle classiche dimensione dei comics.
La ristampa cronologica è inaugurata da La casa di vetro di Paul Tobin, Joe Querio e Carlos Badilla: quattro dei cinque capitoli della miniserie del 2014 sono raccolti nel primo volume di Panini Comics Compendium: The Witcher.
La cesura obbligata dalla foliazione scelta per questo tipo di iniziativa – nello stesso formato di The Witcher sono stati offerti al pubblico o vengono tuttora presentati gli X-Men di Chris Claremont, il Daredevil di Frank Miller, la JLA di Grant Morrison ecc. – a prima vista può far storcere il naso, ma vedere come terminerà la storia, interrotta in questo primo volume a un passo dal finale, può essere uno dei due motivi per continuare a seguire il Compendium; il secondo consiste nella speranza che la miniserie successiva, che inizierà proprio nel secondo albo, sia migliore della prima.
Dal canto suo, La casa di vetro presta il fianco a diverse critiche. Anzitutto, Geralt di Rivia, il protagonista, non gode di una caratterizzazione e di un approfondimento psicologico efficaci; sembra piuttosto vivere sulla carta in funzione dei propri poteri, indispensabili per affrontare le situazioni pericolose, e dei suoi tic narrativi.
Successivamente, spostando l’attenzione ai testi di Tobin, si può notare come i dialoghi, in particolari quelli tra il witcher e il coprotagonista Jakob, siano poco spontanei e poco fluidi, in alcuni casi addirittura appesantiti dalla scelta dell’autore di caricare un unico balloon con una serie di domande poste dal cacciatore al guerriero, invece di procedere per botta e risposta. Un ulteriore rallentamento del ritmo è causato dalla ripetizione di alcuni concetti attraverso conversazioni che ribadiscono quanto già enunciato in precedenza.
A risollevare almeno parzialmente il giudizio sul primo volume sono i disegni di Querio, talvolta eccessivamente sintetici e forse un po’ tirati via, ma sempre vincenti nella creazione dell’atmosfera oscura, avvolgente e straniante del racconto. Se non di rado i volti sono poco espressivi o solo abbozzati, al contrario le ambientazioni appaiono sufficientemente curate e suggestive. In generale, è interessante osservare le vetrate del misterioso edificio in cui si ritrovano intrappolati Geralt e Jakob e in particolare il gioco visivo attuato nel quarto capitolo: i decori delle vetrate accompagnano i gesti dei personaggi e costituiscono qualcosa di più del mero sfondo dell’azione.
La colorazione cupa di Badilla contribuisce a marcare il senso di minaccia che già si respira grazie alle matite, aggiungendo una nota acida alla rappresentazione degli esseri soprannaturali molesti e aggressivi.
Resta comunque un esordio con più ombre che luci per una collana che probabilmente potrà altresì sfruttare l’onda lunga del telefilm e contare sullo zoccolo duro di appassionati di The Witcher, che potranno seguire le avventure a fumetti di Geralt senza spendere una fortuna.
Abbiamo parlato di:
Panini Comics Compendium: The Witcher #1
Paul Tobin, Joe Querio, Carlos Badilla
Traduzione di Luigi Mutti
Panini Comics, 2023
96 pagine, brossurato, colori – 4,90 €
ISBN: 977297483190430001