Per molti è opinione comune che, con ormai quasi un secolo di storia (e storie) alle spalle, il genere supereroistico abbia praticamente esaurito gli argomenti da raccontare e che – incastrato nei meccanismi della serialità – non faccia altro che aggiornare, ammodernare e adattare al contemporaneo i propri archetipi e topoi per sfornare nuove storie che però in fondo raccontano sempre le stesse vicende con gli stessi personaggi.
Altrettanto vero è che, in oltre ottant’anni di vita, questo particolare genere fumettistico ha visto comparire ogni tanto un progetto – spesso nato dalla mente di un singolo autore – che è andato ad arricchire con sguardo inedito una narrazione che, ciclicamente, ripropone se stessa.
Basti pensare a ciò che fece Jack Kirby con la sua saga del Quarto Mondo, andando a innestare nel cosmo DC Comics un intero sub-universo di storie e personaggi che hanno ampliato la mitologia e la narrazione della casa editrice con sede oggi a Burbank.
Pensiamo anche a Erik Larsen, al suo Savage Dragon e a tutto il mondo a esso connesso, e anche a Todd McFarlane e all’universo di Spawn; o a Kurt Busiek e l’intera epopea di Astro City. Oppure, in tempi più recenti, a quanto hanno fatto Robert Kirkman con Invincible e Jeff Lemire con Black Hammer.
Tutti universi supereroistici più o meno derivativi o omaggianti quelli delle Big Two Marvel Comics e DC, ma comunque capaci di creare un palcoscenico narrativo che ha dato la possibilità agli autori di ampliare i confini dei loro mondi con nuove storie che negli anni si sono aggiunte – e in alcuni casi ancora si aggiungeranno – a quelle originarie.
Steve Orlando è stato, fin da bambino, un grandissimo appassionato di fumetto supereroistico. Poi è riuscito a diventare uno sceneggiatore, coronando il proprio sogno professionale, e la sua conoscenza enciclopedica di personaggi e vicende (capace di “rivaleggiare con l’intero staff editoriale della DC”, come rivelato da Dan DiDio che ben lo conosce) gli ha permesso di lavorare in esclusiva per circa cinque anni nella casa editrice di Superman & C., scrivendo storie per molti dei character DC più importanti (Batman, Wonder Woman, Martian Manhunter), alcune delle quali vincitrici di premi del settore.
In questo 2020 Orlando è tornato a essere un freelance e ha deciso di dedicarsi a una serie di progetti creator-owned. Il richiamo della passione supereroistica non si è però sopito nell’autore statunitense tanto che sta per lanciare, per Image Comics, una maxi serie in dodici parti che sancisce, a tutti gli effetti, la nascita di un nuovo multiverso popolato di eroi in calzamaglia.
Commanders in Crisis sin dal titolo chiarisce immediatamente l’idea alla base dell’intero progetto: ci troviamo davanti a un multiverso che sta per affrontare la propria crisi definitiva e un manipolo di eroi è l’unico baluardo che possa evitare la fine dell’esistenza umana.
Messa così, la trama non sembrerebbe brillare per originalità, tuttavia l’albo d’esordio mette in campo una serie di elementi interessanti che lasciano nel lettore la curiosità di vedere come la storia proseguirà.
Prima di tutto, questo first issue lascia, giunti all’ultima pagina, la sensazione di avere appena iniziato a esplorare e approfondire un multiverso complesso e sfaccettato. Soprattutto si percepisce come Orlando abbia svolto, a priori, un grosso lavoro di pianificazione e scrittura creandosi probabilmente una mappa concettuale di un intero universo, completa di eventi principali passati, presenti e futuri, legami e connessioni tra personaggi.
Questo elemento, se ben giocato e sviluppato, potrebbe rivelarsi una delle chiavi vincenti della serie, un passe-partout per trasformarla in un incubatore di un cospicuo numero di storie e sviluppi futuri, raccontati anche da altri autori.
Altro punto vincente che questo albo mette a segno sono i personaggi, nelle caratteristiche e nei poteri che li contraddistinguono. Orlando conferma anche in questo suo nuovo fumetto quanto senta vicine le istanze dell’inclusione razziale e di genere, facendo dei suoi protagonisti ciascuno un rappresentante di una etnia o di un genere spesso vittime di attacchi e persecuzioni da parte di alcune frange politiche e sociali delle società occidentali contemporanee.
Ma gli eroi tratteggiati dallo sceneggiatore sono anche persone che, in un certo senso, ce l’hanno fatta nella loro vita personale, riscattando col loro successo le sofferenze di quelle frange di umanità a cui appartengono.
Tutti loro hanno poi poteri slegati dalla forza fisica e più vicini ad altri aspetti quali la parola, la capacità di una vista a raggi X, la comprensione di un universo quantico, il potere derivante dall’approvazione degli altri. Tutti elementi che poi questi personaggi trasformano in potere fisico, ma in ogni caso abbastanza originali e che sembrano voler veicolare un messaggio di opposizione alla violenza fisica fine a se stessa.
Dove la storia appare invece meno efficace è in alcuni passaggi didascalici nei quali forse Orlando ha premura di chiarire alcuni aspetti “strutturali” del proprio multiverso al lettore, ma rischia di trasformare aspetti di trama dal potenziale narrativo interessante in spiegoni che non arricchiscono la storia.
Commanders in Crisis è anche una serie che parla italiano, a cominciare dal disegnatore e dalla colorista – Davide Tinto, co creatore insieme a Orlando, e Francesca Carotenuto – fino alla cura grafica e alla supervisione editoriale dell’intero progetto affidata ai ragazzi di Arancia Studio.
Tinto predilige una struttura della tavola variabile ma che mira sempre alla chiarezza espositiva e che si apre in un’unica splash page molto efficace che ha la funzione di presentare il cast dei protagonisti sul campo di battaglia.
In un tratto che tende al realistico e che è molto vicino a certa scuola europea di fumetto che prova a mischiare insieme uno stile naturalistico a influenze manga e dell’animazione, il disegnatore scivola in alcune piccole défaillances anatomiche, forse dovute più al dovere prendere la mano con i tanti personaggi presenti.
Molto efficace e interessante invece il lavoro di character design sul look dei vari eroi che mischia elementi derivativi – dal fumetto al videogioco – a intuizioni più originali e personali.
I colori di Carotenuto – che condivide con Tinto un legame artistico che ormai va avanti da qualche anno – valorizzano la linea chiara del disegnatore, riempiendo volumi e fornendo maggiore tridimensionalità a figure e ambienti, usando al contempo la palette cromatica sia per settare le emozioni portanti delle varie sequenze, sia per sottolineare i poteri dei vari eroi.
Una serie in dodici numeri non può essere giudicata solo dal primo albo, che però, segnando l’esordio, resta sempre fondamentale per qualsiasi fumetto. Commanders in Crisis #1 assomma in sé molti più aspetti positivi che negativi e rivela il potenziale che, se ben sviluppata, potrà avere questa nuova avventura narrativa di Steve Orlando.
Abbiamo parlato di:
Commanders in Crisis #1
Steve Orlando, Davide Tinto, Francesca Carotenuto
Image Comics, ottobre 2020
32 pagine, spillato, a colori – 3,99 $