Il medioevo di Tosca: intervista a Radice e Turconi

Il medioevo di Tosca: intervista a Radice e Turconi

A Lucca Comics & Games 2018 abbiamo intervistato Teresa Radice e Stefano Turconi, ospiti allo stand BAO Publishing per presentare il loro ultimo lavoro, “Tosca dei boschi”.

Teresa Radice e Stefano Turconi nascono entrambi nella Pianura Padana, a metà degli anni ’70, ma s’incontrano solo nel 2004 grazie a un topo dalle orecchie a padella e a una pistola spara-ventose. Lei per vivere scrive storie; lui le disegna. Si piacciono subito, si sposano l’anno seguente. Scoprendosi a vicenda viaggiatori curiosi, lettori onnivori e sognatori indomabili, partono alla scoperta di un bel po’ di mondo, zaino e scarponi.
Dal camminare insieme al raccontare insieme il passo è breve.
Le prime avventure a quattro mani sono per le pagine del settimanale Disney Topolinoarrivano decine di storie, tra le quali la serie anni ’30 in 15 episodi Pippo Reporter (2009-2015), Topolino e il grande mare di sabbia (2011), Zio Paperone e l’isola senza prezzo (2012), Topinadh Tandoori e la rosa del Rajasthan (2014) e l’adattamento topesco de L’Isola del Tesoro di R.L.Stevenson (2015).
Nel 2013 esce Viola Giramondo (Tipitondi Tunué, Premio Boscarato 2014 come miglior fumetto per bambini/ragazzi, pubblicato in Francia da Dargaud: Prix Jeunesse a Bédécine Illzach 2015 e Sélection Jeunesse a Angouleme 2016).
Il Porto Proibito, pubblicato nel 2015 per BAO ha vinto il Gran Guinigi come “Miglior graphic novel” a Lucca Comics 2015 e il Premio Micheluzzi come “Miglior fumetto” a Napoli Comicon 2016. Sempre per BAO pubblicano Non stancarti di andare nel 2017 (graphic novel che riscuote in brevissimo tempo un grande successo di pubblica e critica), due volumi della serie per i più piccoli Orlando Curioso (Orlando Curioso e il segreto di Monte Sbuffone e Orlando Curioso e il mistero dei calzini spaiati) e Tosca dei boschi (inizialmente edito da Dargaud in Francia) nel 2018.

Abbiamo incontrato i due autori allo stand BAO Publishing di Lucca Comics & Games 2018, vestiti in abiti medievali per calarsi meglio nelle atmosfere del loro ultimo libro, dove li abbiamo intervistati.

Non stancarti di andare (qui la nostra recensione) è uscito un anno fa: che bilancio traete dopo questi mesi di vita del libro? Siete soddisfatti dei riscontri? E che sensazioni provate nei confronti di quell’opera, ora che c’è una “debita distanza” rispetto alla sua realizzazione?
Teresa: Per me è stato uno strazio, a dirla tutta! Uno strazio pensarlo, scriverlo e promuoverlo! Ma in senso buono: voglio un gran bene a questo libro, anche perché era una storia che voleva uscire, voleva essere raccontata e siamo contentissimi di averlo fatto. Però è stata dura. Continuare ad avere a che fare con questo fumetto e in particolare con gli argomenti trattati [la guerra in Siria, il rapimento di Padre Dall’Oglio, ecc, ndr] non è semplice, anche considerando che riguardano situazioni che si stanno ancora svolgendo e persone di cui si continua a non sapere nulla. Però c’è stata un’accoglienza meravigliosa da parte del pubblico, anche da chi di solito non legge fumetti: qualcuno interessato alle tematiche, altri che l’hanno conosciuto grazie al passaparola o su Instagram… per noi è stato un bel viaggio.
Stefano: Abbiamo anche avuto modo di conoscere un sacco di realtà e abbiamo partecipato a diversi eventi extra-fumetto legati al tema della guerra in Siria, che continua a starci a cuore e ad essere molto importante per noi. In questo periodo storico, inoltre, credo che sia sempre più importante dire come uno la pensa in merito.

Quest’anno qui a Lucca Comics presentate Tosca dei boschi: come lo descrivereste a qualcuno per fargli capire che cosa può aspettarsi da questo fumetto?
T: A noi piace descriverlo come un lungo cartone animato. Crediamo che possa fare l’effetto di quando si va al cinema a Natale con i propri figli, con la propria famiglia, con il proprio compagno/compagna o anche da soli a vedere un nuovo film d’animazione, senza distinzione di target. Infatti in quelle pellicole, e così anche per Tosca dei boschi, la storia funziona un po’ per tutti i gusti.
Così, se altri nostri libri erano indirizzati prevalentemente ad un pubblico adulto, questo è invece un racconto per tutti.
È medievale, ma l’ambientazione è una scusa: è una storia d’altri tempi, certo, ma gli elementi presenti come le due opposte fazioni che si fronteggiano, le persone etichettate come nemici e la possibilità da parte di individui dalla mente più giovane ed elastica di trovare soluzioni alternative al gridarsi addosso o ammazzarsi per risolvere i problemi, restano molto attuali.
In sostanza è un grande avventura ambientata in una Toscana medievale un po’ reale e un po’ immaginaria.
S: Infatti ci sono fatti e personaggi storici reali, come il Duca di Firenze Gualtieri di Brienne, e compaiono riferimenti letterari come Dante e Petrarca.
La descriverei come una storia medievale molto colorata.

Del personaggio di Tosca, invece, cosa potete dire?
T: Tosca è completamente sopra le righe e non rispecchia quello che gli altri ritengono debba essere una ragazzina. È un vero maschiaccio e fa di testa sua nel modo più assoluto; non è per forza una cosa positiva, tant’è vero che incontra anche qualcuno che le fa vedere che non tutto quello che pensa è corretto, ma rimane una ragazza molto decisa.
E non è l’unica ad essere così decisa, perché anche l’altra protagonista femminile, Lucilla, è dotata di una forte personalità.
S: Inoltre Tosca ha i capelli rossi, è la nostra seconda rossa importante (dopo Rebecca de Il porto proibito, ndr)!

Che tipo di ricerche avete dovuto fare sul periodo storico e sul contesto geografico di ambientazione di Tosca dei boschi? Quanto tempo ha richiesto la realizzazione dell’opera?
T: È stato molto divertente. La prima ispirazione è nata dagli scorci che avevamo visto intorno a noi durante il nostro primo viaggio insieme, in campeggio in Italia, rivisti poi nelle fotografie che avevamo scattato. Ci siamo detti che sarebbe stato bello ambientare un fumetto in queste terre che tanto ci avevano affascinato, e come molti progetti che ci prefiggiamo a un certo punto è arrivato il momento di metterlo in pratica.
S: Visivamente mi sono divertito come un matto. Ho cercato diversa documentazione reale, riproducendo il più fedelmente possibile le città di Siena e di Firenze e architetture come il Palazzo dei Priori di Siena, per rappresentarlo come era nel 1300 rispetto a oggi, ma anche i costumi dell’epoca e gli affreschi (come ad esempio quello del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, pieno di personaggi).
Parallelamente, però, ho approfondito anche il lato più “leggendario” del periodo: il medioevo ha una sua realtà oggettiva di abiti, armature e luoghi, ma è anche un’epoca molto interpretabile. In fondo si è iniziato a reinterpretarlo narrativamente e artisticamente appena è finito, basti pensare all’Orlando furioso di Ludovico Ariosto.
Quindi ho giocato molto con questa cosa, guardando a chi ha operato in questa maniera prima di me e che ha in qualche modo creato il mio immaginario. In fondo sono cresciuto vedendo L’armata Brancaleone, Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, Lady Hawk, Fratello Sole, Sorella Luna, Il nome della rosa… e sono tutte delle versioni del medioevo tra il reale e l’immaginato.
Infatti in Tosca dei boschi ci sono molti anacronismi, molti elementi per cui un esperto potrà notare delle inesattezze su abiti e armature, ma è tutto voluto per restituire quella sensazione di medioevo interpretato.
Poi ci sono dei luoghi reali che hanno interpretato altri luoghi: per un castello presente nel fumetto, quindi posizionato in Toscana, ho usato il castello di Sant’Agata Feltria che si trova invece nelle Marche. Ho preso insomma dei posti veri e li ho in qualche modo adattati alla situazione. Come sempre non si inventa niente, basta andare a cercare ciò che c’è già.

Una tavola di Il porto proibito è stata esposta al Louvre: cosa potete raccontarci di questa esperienza?
T: Quando ce l’hanno detto non ci abbiamo creduto subito.
È stato tutto frutto del caso: il Louvre organizzava questa mostra sul collegamento tra archeologia e fumetto, e ha contattato alcuni collezionisti di tavole tra cui uno che possiede delle pagine originali delle nostre opere, e per questa mostra è stata scelta la tavola di Abel sull’Isola di Pasqua, che tra l’altro è priva di balloon, quindi è proprio pura immagine.
Purtroppo quando siamo andati all’inaugurazione – splendida, perché davano una spilla ai partecipanti, il buffet e la possibilità di stare tutto il giorno nel museo – la nostra tavola non era esposta, perché il materiale cartaceo non può restare in mostra per più di due mesi, quindi loro hanno fatto una grande selezione per la durata della mostra e ogni bimestre effettuano una turnazione di quel tipo di materiale.
Non abbiamo potuto vederla esposta in quelle sale, ma anche solo sapere che un fumetto può arrivare in luoghi che sono della cultura con la C maiuscola e che può essere un fatto normale è emozionante.
S: In ogni caso, già che eravamo lì ci siamo girati il Louvre. Uno lo sa che è un posto così bello e così ricco, specie se ci era già stato come me, però ogni volta è eccitante e per chi ha studiato anche in minima parte storia dell’arte è come il paese dei balocchi. È un tempio che preserva la bellezza, è davvero emozionante.

Intervista rilasciata dal vivo a Lucca Comics & Games 2018

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *