Il fiume racconta anche queste storie: il ritorno di Don Camillo

Il fiume racconta anche queste storie: il ritorno di Don Camillo

Davide Barzi e Alberto Locatelli realizzano il diciannovesimo capitolo della saga di Don Camillo con alcuni cupi racconti del 1952, sempre per ReNoir.

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Il diciannovesimo volume della fortunata serie dedicata da ReNoir Comics ai racconti di Giovannino Guareschi ci porta ai primi due mesi del 1952. Sceneggiatore, come al solito, Davide Barzi, ormai a suo agio nel “mondo piccolo” che va trasponendo con grande fedeltà. La formula è ormai consolidata: una griglia francese su quattro strisce, disegnate in segno realistico e con una mezzatinta che ricorda i vecchi film in bianco e nero (per quanto, come detto più volte, questa serie si distacchi molto dalla invece meno fedele serie filmica).

Dopo il celebre ciclo dell’alluvione del volume precedente, ci troviamo di fronte a storie note e meno note dell’autore, che è sempre affascinante riscoprire. Quello che spicca è la carica di brutalità del microcosmo amato da Guareschi, che in certe occasioni, come qui, non la dissimula affatto.

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La bustarella, disegnata da Tommaso Arzeno col suo segno preciso e accurato, è giocata su un brillante colpo di scena, ma mostra anche l’ossessione per “la roba” che ricorda, mutate le condizioni storiche e geografiche, quella al centro delle novelle di Verga che fondano il verismo. Notiamo in generale qui il Guareschi “sociale” che, pur condannando visceralmente il totalitarismo comunista, non sopporta da cristiano e borghese povero l’avidità dei borghesi ricchi e formalmente cattolicissimi.  In La brigata (sempre di Arzeno ai disegni) Don Camillo addirittura riprende la figura di Don Primo Mazzolari, prete degli ultimi molto stimato da Guareschi. La storia ha una chiusura amara, dove il comunista Peppone fa una figura migliore dei possidenti agrari (come spesso in Guareschi); ispira anche la bella copertina, che richiama Il quarto stato di Pellizza da Volpedo, opera-simbolo delle lotte operaie e contadine dell’Ottocento.

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Molto cupa anche la storia successiva, Il fiume racconta anche questa storia, in cui le colpe dei padri ricadono sui figli (come nella storia precedente) e dove subentra ai disegni Italo Mattone, con un segno lievemente più nervoso adatto al maggior dinamismo della narrazione. Particolarmente efficace, nella costruzione della tensione drammatica, si rivela pag.59, dove alla consueta impostazione orizzontale della tavola si sostituisce un montaggio verticale che sottolinea con forza la tragedia in corso. Come al solito, il fatto di centellinare tali variazioni su un’impostazione per il resto molto classica le rende molto d’impatto. L’episodio, molto noto, venne ripreso nel secondo film dedicato al personaggio, Il ritorno di Don Camillo (1953), ma inevitabilmente modificato. Qui invece la ripresa è fedele alla forte storia originaria.

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Anche Il forestiero, la seconda storia disegnata da Mattone, torna sul tema del “passato che non passa” (nemmeno oggi, a oltre mezzo secolo da Guareschi), ma in una nota questa volta più serena e meno cupa. L’accuratezza di sceneggiatura e disegni si coglie anche dai piccoli dettagli: si vedano ad esempio i gesti di grande dignità del “forestiero” colti accuratamente in 76.ii e 76.iii, che richiamano quelli manifestati nella resa al nemico.

Il fischio, disegnata da Francesco Bisaro, è di nuovo una storia dal tema tetro, ma per una volta non è tanto il tema politico – in senso lato – a dominare, ma il filone quasi “gotico”, presente in Guareschi sottotraccia, di una cupa predestinazione. Il segno di Bisaro segna bene lo stacco narrativo, con la linea più morbida e la presenza più intensa di masse scure (potente è ad esempio pag.98, con la conclusione).

Una curiosità: il lettore più attento può cogliere, dalla numerazione, come sia saltata la storia n.131 del Mondo Piccolo. Nei primi numeri della serie, difatti, sono state pubblicate in calce all’albo gli adattamenti dei racconti che hanno personaggi e set completamente diversi, anticipandoli quindi rispetto alla cronologia. Giacomone si trova così nel terzo volume con gli intensi disegni di Roberto Meli e non appare logicamente in questa raccolta.

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Dopo un albo in gran prevalenza segnato dall’umore più nero di Guareschi, la storia del Corrierino delle famiglie, Viaggio in Italia – disegnata con segno arioso e leggero da Federico Nardo – è una gradita distensione, con il racconto di un viaggio a Firenze, Roma e Napoli in cui Guareschi fa una garbata e divertita ironia del nascente fenomeno del turismo di massa e perfino sulla fissazione fumettistica del figlio Albertino, per una volta protagonista per l’assenza della sorella “Pasionaria” (ovviamente, tutti gli albi inseriti sono un rimando preciso a fumetti dell’epoca).

Si conferma dunque la formula consolidata da Barzi e i suoi, nella linea di un adattamento molto fedele e accurato, ricco di easter egg e dettagli da assaporare, quasi sempre spiegati nelle schede che corredano i racconti (che però è meglio leggere alla fine della novella, per evitare spoiler). Il volume in particolare fa riscoprire la bravura di Guareschi come narratore anche su toni cupamente drammatici, edulcorati dai film che hanno dato fama alle sue storie.

Abbiamo parlato di:
Don Camillo vol #19 – La Brigata
Davide Barzi, Tommaso Arzeni, Italo Mattone, Francesco Bisaro, Federico Nardo
ReNoir Comics, 2020
112 pagine, brossurato, bianco e nero – 12,90 €
ISBN: 9788865672358

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