Il “destino manifesto” di Dingess, Roberts e Gieni

Il “destino manifesto” di Dingess, Roberts e Gieni

Arrivati al sesto volume, mentre i membri della spedizione dei capitani Lewis e Clark affrontano una nebbia di paure e spettri del passato, l’alone di mistero sulla missione dei due viene dissipato. Il fumetto di Dingess e Roberts si conferma una delle serie più solide e appaganti del panorama statunitense.

Ci sono alcune storie a fumetti che partono da presupposti apparentemente bislacchi o poco appariscenti, ma che riescono a sorprendere il lettore in maniera inaspettata. Numero dopo numero conquistano il pubblico grazie alla solidità della trama, alla costruzione di un cast di protagonisti e comprimari affiatati e perfettamente inseriti negli ingranaggi della storia e una narrazione semplice ma avvincente e magnetica; la creazione di un mondo meraviglioso e di creature mostruose opera di un team artistico di grandissimo livello.

Di questo gruppo di storie fa parte di diritto Manifest Destiny, la serie Skybound creata da Chris Dingess, Matthew Roberts e Owen Gieni che, arrivata al trentaseiesimo episodio, non accenna a diminuire in intensità e anzi svela sempre più misteri della spedizione nel lontano e pericoloso west guidata dai capitani Lewis e Clark.
Un fumetto di avventura che non perde un colpo, un esempio di rara costanza artistica e qualitativa nel mercato statunitense, che unisce sapientemente azione e introspezione con sensibilità e originalità, basandosi su fatti storici realmente accaduti (la spedizione verso Ovest e il “Destino Manifesto” dell’espansione a cui credevano fermamente i primi coloni) per costruire una nuova mitologia.

Dopo aver affrontato ogni genere di avversità, compresa una nebbia che ha fatto riaffiorare i loro peggiori incubi e scatenato violenze inaudite, il gruppo di esploratori si ritrova a fare la guardia ad un’altra delle misteriose arcate, ignote architetture che sembrano essere collegate alle creature mostruose che la compagnia si è trovata ad affrontare nel corso della storia.

Usando l’espediente della minaccia sovrannaturale, Chris Dingess ha creato un’odissea nelle più oscure profondità dell’animo umano, mostrandone crudeltà e miserie che superano ogni più recondito incubo infernale. Assemblando una compagine variegata di personaggi, che raccoglie soldati, mercenari, galeotti, donne borghesi e schiavi di colore, lo scrittore ha approfondito ogni sfaccettatura umana, mostrandone i (pochi) pregi e i (molti) difetti. Sebbene lo schema narrativo dei primi volumi sia stato un po’ ripetititivo, nelle ultime storie Dingess è riuscito a variare il suo registro.

In questo capitolo l’autore cambia il punto di vista della storia e il suo ritmo: dopo la violenza e l’azione del precedente volume, la storia rallenta e il punto di vista del narratore in terza persona segue non più il capitano Lewis ma altri sei personaggi, uno per ogni capitolo del tomo. Le pagine dei loro diari, oltre a far progredire la storia e a svelare nuovi segreti, approfondiscono le loro personalità, facendo crescere questi personaggi e rendendoli tridimensionali (in particolar modo Irene, che da semplice comprimaria diventa una figura tragica e drammaticamente potente in poche pagine). Anche l’ammutinamento operato sotto la guida del sergente Pryor non è solo un grande episodio di narrazione western e bellica, ma anche un modo per indagare ulteriormente l’opportunismo che si cela nell’uomo e nella fede posticcia e pelosa che copre ogni genere di efferatezza. Nonostante la prosa in alcuni punti risulti sovrabbondante, come spesso accade nelle storie narrate attraverso le pagine di un diario, il punto focale del racconto non perde mai la sua forza caustica.

Questa narrazione epica e introspettiva al tempo stesso viene realizzata con cura e intensa interpretazione dai disegni di Matthew Roberts e dai colori di Owen Gieni. Nel corso della serie, Matthew Roberts non ha solo mantenuto una costanza creativa impressionante, considerati i tempi serrati della produzione USA, ma ha continuamente migliorato il suo stile (con l’importante contributo dell’inchiostratore Tony Akins), riuscendo a raggiungere un equilibrio ottimale tra sintesi del tratto e cura del dettaglio.

Se nei numeri scorsi Roberts ha disegnato ogni genere di mostruosità abissale e ogni sorta di ameno paesaggio, distinguendosi come uno dei migliori disegnatori horror del fumetto statunitense odierno grazie ad un tratto potente, espressivo e ricco di soluzioni creative, in questo numero senza mostri e con poca violenza dimostra una straordinaria capacità nel disegnare le espressioni facciali, concentrandosi sui più piccoli dettagli, le più minute linee che definiscono i volti truci e stanchi dei soldati, i ghigni inquietanti dei galeotti, lo sguardo dolce e deciso dello schiavo York, quello forte e severo di Madame Boniface, l’impenetrabilità di Sacagawea.

Anche lo storytelling grafico cresce numero dopo numero, con inquadrature pulite che si concentrano sui dettagli essenziali necessari a raccontare la storia e con una costruzione della tavola che esalta i momenti cruciali. I colori di Owen Gieni, altro artista horror di grande rilievo, come dimostra nel suo sottovalutato fumetto Negative Space per Dark Horse, si legano in maniera naturale al tratto di Matthew Roberts: i colori acidi che animano gli incubi abissali dei numeri precedenti vengono sostituiti in questo volume da una tavolozza più misurata e legata all’espressività del tratto e al volume dei corpi. I colori diventano più realistici e cupi e i colori innaturali vengono riservati per momenti di grande intensità, come ad esempio nel caso della punizione di Jansen o nel caso del confronto tra Irene e Hardy.

Manifest Destiny si conferma una serie da annoverare tra le migliori ongoing della Image e del panorama statunitense, un fumetto di cui si parla poco e che invece convince per la sua originalità e appaga in ogni suo aspetto.

Abbiamo parlato di:
Manifest Destiny vol. 6 – Fortis & Invisibilia
Chris Dingess, Matthew Roberts, Owen Gieni, Tony Akins
Saldapress – novembre 2018
144 pagine, brossurato, colori – 14,90 €
ISBN: 9788869193866

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