“Il Castello delle stelle” di Alex Alice arriva su Marte

“Il Castello delle stelle” di Alex Alice arriva su Marte

Nel secondo volume del Castello delle stelle di Alex Alice, proseguono le avventure di Séraphin, Sophie e Hans: stavolta il palcoscenico è il Pianeta Rosso, dove il racconto si muove fra culture in lotta, vestigia del passato, esplorazioni e meraviglie.

Il secondo volume de Il castello delle stelle raccoglie gli episodi #7-#12 della saga creata da Alex Alice, pubblicata in Francia da Rue de Sèvres e tuttora in corso, e portata in Italia da Mondadori Ink.

Il racconto muove dalla conclusione del primo arco narrativo: la diffusione dei progetti sulla propulsione a eterite ha innescato una vera e propria corsa agli armamenti fra le potenze europee, fra le quali la Prussia di Bismarck è la prima che riesce non solo a costruire una flotta di aeronavi, ma anche a organizzare una spedizione per Marte, lo scenario principale di questo arco narrativo.

Il Pianeta Rosso attraverso il quale si muovono i protagonisti dell’opera di Alice, è un ambiente esotico e colmo di meraviglie; un luogo che affascina lo sguardo e avvolge il racconto in un’atmosfera di alienità e stupore continuo, trasmesso attraverso gli occhi e lo spirito di Séraphin Dulac, adolescente alla scoperta del mondo e di sé stesso, voce narrante del racconto. È il Marte della fine del XIX secolo, con i canali di Secchi letti come indizi di una civiltà più antica di quella terrestre, atmosfera e acqua ancora abbondanti per la vita, che si esprime in forme complesse e bizzarre, fra le quali spicca una specie intelligente, che sembra confrontarsi con la propria prossima estinzione.

Questo secondo arco narrativo ripropone la struttura e le caratteristiche stilistiche del precedente, in particolare l’ispirazione da Miyazaki e Anno. Anche in queste tavole, il fascino visivo nasce dalla combinazione della cura dei dettagli e della resa degli ambienti: quelli della Francia settentrionale, degli interni di case o aeronavi, dei panorami e delle creature marziane, delle figure dei militari prussiani che escono dai fumi di un incendio.

Rispetto al primo volume sono meno frequenti le costruzioni di tavola spettacolari, ma ogni elemento è reso vivo dalla delicatezza e ricchezza di sfumature delle rappresentazioni di Alice. Ma, soprattutto, questo episodio è caratterizzato da una serie di personaggi e di spunti il cui trattamento ci consente di precisare ancor meglio l’ambito del racconto, compresi quelli che appaiono al momento come suoi limiti.

Un cast in espansione

Alex Alice, Il castello delle stelle vol. 2, Mondadori Ink, p. 47.

Definite le dinamiche all’interno del terzetto dei protagonisti (Séraphine, Sophie e Hans) nel primo arco narrativo, in questa avventura marziana Alice sfrutta un gruppo di comprimari che supportano l’intreccio e si muovono sulla scena con una personalità spiccata.

Dal punto di vista funzionale, il più importante è il ciambellano prussiano von Gudden, che approfondisce con puntiglio e abnegazione il ruolo del villain, nel quale si era già segnalato nel precedente arco. Il profilo di von Gudden è tratteggiato senza mezzi toni: ambizioso e privo di scrupoli, appare devoto solo a sé stesso; animato da una volontà di potere illimitata, è colui che perverte ogni occasione, strumentalizza e manipola ogni persona con cui entra in relazione. D’altra parte, von Gudden è anche colui che genera le tensioni che vivificano il secondo albo, diventando quindi vero e proprio motore dello svolgimento.

Con von Gudden stringe un ambiguo sodalizio Loic, adolescente bretone, clandestino a bordo del Cigno Volante, l’astronave dei protagonisti. Alice ne definisce il carattere in maniera ancora abbozzata, secondo tratti comunque tipici dell’outsider.
Moralmente incerto, egoista per bisogno più che effettivamente malvagio, è invaghito di Sophie e mostra comportamenti da bullo con i quali tenta di prevaricare innanzitutto Séraphin, rispetto al quale si pone come un riflesso speculare, tanto nella complessione fisica quanto nella psicologia di base. Di fatto, le sue pretese si rivelano velleitarie, dal momento che non solo von Gudden, ma anche Séraphin, Sophie e Hans, ognuno in modo diverso, riescono a gestirne i comportamenti e a limitarne i danni.

Terzo personaggio interessante è il comandante della spedizione prussiana: a colpire in lui è la coesistenza fra una coerenza morale a principi fondamentali di umanità e lo spirito di obbedienza militare e l’introiezione della volontà di potenza dell’Imperatore.
Da questa miscela ne esce una figura che suscita al contempo fiducia, per il suo atteggiamento protettivo verso i suoi soldati e per il rifiuto dell’uso gratuito della forza, e profonda diffidenza, poiché appena ci distacchiamo dall’emozione del momento, ci rendiamo conto che le sue sono scelte di efficienza, che il barlume di umanità non gli impedisce di sottomettere la popolazione indigena e che l’adesione all’ideologia nazionalista gli impedisce di comprendere la vanità e l’ipocrisia dei suoi trattati come forma di tutela di quella popolazione.

Focus sull’Avventura

Alex Alice, Il castello delle stelle vol. 2, Mondadori Ink, p. 93.

Il popolo marziano è un importante elemento di questa avventura, poiché introduce suggestioni profonde, che vanno dal suo rapporto con il passato del pianeta alle tensioni distruttive che lo affliggono nel presente. Alice racconta un popolo spaccato in due fazioni: per dirla grossolanamente, da una parte i tradizionalisti, dall’altra gli espulsi dalla comunità. Alla base di questa separazione c’è probabilmente l’incomprensione profonda di un qualche processo evolutivo, comunque naturale, che si trasforma in leva per una separazione che nutre l’odio.

Proprio dal trattamento di questa crisi, che ha ovvie risonanze nel rapporto fra fantascienza e racconto della società (si pensi alla Macchina del tempo di Wells), possiamo muovere per illustrare alcuni limiti del racconto di Alice, che indicano come l’avventura sia non solo il motore della storia, ma, almeno per ora, il suo stesso cuore: personaggi e relazioni non vengono approfonditi in chiave psicologica e sociale, ma sono funzionali alla costruzione e trasmissione di suggestioni nel corso delle esplorazioni. Detto altrimenti, Alice li gestisce in modo da valorizzare l’avventura, sacrificandone l’approfondimento.

Il caso esemplare è posto dalle vicende della civiltà marziana. La sua presentazione è di immediato fascino: per lungo tempo è allusa attraverso la voce narrante di Séraphin e da testimonianze, quali quello del diario di bordo del Comandante della spedizione, ma rimangono nascosti allo sguardo. Viene inoltre collegata agli artefatti già incontrati nell’avventura sulla Luna (l’origine dei quali viene collocata in un passato remoto, quasi mitico), stabilendo un contatto diretto con quella vicenda e i suoi misteri.

Alex Alice, Il castello delle stelle vol. 2, Mondadori Ink, p. 66.

Quando finalmente il racconto ci immerge nella vita del popolo marziano, scopriamo una comunità divisa da tensioni sociali profonde, con i terrestri che si insinuano e fanno leva su di esse. Il confronto di civiltà assume quindi immediatamente un carattere strumentale, secondo dinamiche che ricordano lo sfruttamento coloniale.

Il racconto tuttavia scioglie questi nodi secondo un percorso molto rapido e semplicistico, mostrando un cambio di atteggiamento delle fazioni indigene che appare repentino e quindi narrativamente debole: addirittura didascalico, nella misura in cui è collegato all’incontro con i terrestri, che portano un punto di vista esterno e mettono in evidenza i rischi di autodistruzione che il conflitto in corso comporta.

Egualmente debole è per ora il trattamento del personaggio di Loic, il cui valore sta proprio nel fatto di non essere stabilizzato entro un profilo definito. È d’altra parte il personaggio potenzialmente più fertile in termini di sviluppo: infatti, mentre i caratteri dei tre protagonisti e di von Gudden appaiono compiuti e ogni loro azione applica i principi morali che hanno scelto, quello di Loic è un carattere in formazione e ogni sua scelta costruisce letteralmente la sua morale, la sua visione del mondo. Al momento, è ancora ampiamente entro una definizione stereotipata, ma è possibile che l’intreccio ne valorizzi l’evoluzione.

Poiché questi limiti emergono in seguito all’introduzione di elementi che costituiscono un oggettivo ampliamento dello scenario del racconto, devono anche essere considerati nel loro ruolo di basi per futuri approfondimenti. Merita concludere sottolineando come Alice riesca ad avvolgere la storia con il senso del meraviglioso: accettato il terreno di confronto, il lettore si immerge in un mondo di emozioni, alienità e sfide; la palette emotiva è ricca di sfumature e la vita attraversa con forza ogni tavola. Non c’è niente che un lettore esperto non abbia già visto, ma non c’è nemmeno niente a cui un amante dell’avventura rinuncerebbe.

Abbiamo parlato di:
Il Castello delle stelle vol. 2 – I cavalieri di Marte
Alex Alice
Traduzione di Paola Checcoli,
Mondadori Ink, 2018
142 pagine, cartonato, colori – 25,00 €
ISBN: 9788804707165

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *