Il bicchierie mezzo pieno di Morbius, Doctor Strange tra spot e contest

Il bicchierie mezzo pieno di Morbius, Doctor Strange tra spot e contest

In questa puntata, il non esaltante debutto di Morbius al box office USA e ancora la campagna promozionale del sequel di Doctor Strange.

Morbius

Il non esaltante debutto di Morbius al box office USA e internazionale, ha confermato la debolezza di una campagna promozionale poco convinta, un elemento questo che avevamo sottolineato qualche settimana fa, mentre in tempi più recenti avevamo analizzato come il marketing della Sony fosse in prevalenza basato sulla prudenza per un prodotto con un budget di 75 milioni di dollari che puntava fondamentalmente sui mercati internazionali.
La pellicola ha comunque il vantaggio di avere una finestra cinematografica abbastanza nella norma, e gli accordi con Netflix e Disney+, assieme ad altri a livello internazionale, potrebbero comunque portare il film a essere redditizio.
Il risultato di Morbius, che comunque resta un pochino al di sopra delle aspettative della major (la Sony stimava un debutto molto più basso in USA, attorno ai 33 milioni di dollari) è il primo grande ostacolo per lo studio, che da un paio di anni sta cercando di costruire un mini-universo basato sui personaggi collegati all’arrampicamuri.
Uno degli ostacoli incontrati dal film interpretato da Jared Leto è stato certamente il Covid e i continui rinvii che hanno determinato nel pubblico una minore percezione e curiosità, ma non solo questo.  Il problema principale sta alla fonte e a come la dirigenza Sony sta gestendo i personaggi Marvel nelle sue mani (oltre 900), ovvero con l’obiettivo di sfruttarli invece che di raccontarli, con un controllo sulla qualità narrativa decisamente minimo.
È probabilmente quello che accadrà anche con Kraven The Hunter, la cui lavorazione è iniziata da poco e con una uscita programmata per il prossimo gennaio, in cui già si intravede un fattore che determina la pochezza qualitativa della major nei confronti di questi progetti: il tempo.
Con appena nove mesi tra produzione, post-produzione e uscita nelle sale, una accelerazione del genere fatta solo sulla scia di creare franchise a tutti i costi è deleterio e questo elemento viene sottolineato anche dagli analisti e dagli addetti ai lavori.

Per garantire che le persone continuino a tornare al cinema, quei film dovranno effettivamente essere guardabili – ha scritto nei giorni scorsi Rebecca Rubin in un articolo di Variety –  In altre parole, le imminenti proprierties della Sony-Marvel in lavorazione non saranno necessariamente in grado di fare affidamento sulla popolarità di “Spider-Man” e dei suoi compatrioti in spandex, anche in un momento in cui i supereroi sembrano intoccabili al botteghino.

Il marchio Marvel ha un prestigioso punto di forza per gli spettatori, ma questo è un lusso che comporta una grande responsabilità nel fornire film di un certo calibro che piacciano al pubblico – ha aggiunto Shawn Robbins, analista capo di Box Office Pro – Il pubblico è esperto e il loro apprezzamento per un franchise dipende da una produzione coerente con la narrazione di qualità.

Un più stringente controllo sulla qualità narrativa aumenta le possibilità che un film abbia successo (anche presso la critica), soprattutto se basato su personaggi non noti al grande pubblico. Per i Marvel Studios, ad esempio, la qualità narrativa e l’affidarsi a personalità come James Gunn ha fatto sì che personaggi sconosciuti come i Guardiani della Galassia siano ora tra i franchise più attesi e di successo. È probabile che la Sony, con il successo dei due capitoli cinematografici di Venom dipeso probabilmente da fattori differenti rispetto a Morbius, abbia voluto in qualche modo calcare la mano, inciampando però in un progetto che al momento ha poche speranze di andare avanti con dei sequel.
Se questo accadrà lo vedremo già nei prossimi giorni, soprattutto al box office americano, dove il film diretto da Daniel Espinosa dovrà affrontare una serie di sfide difficili da vincere. Alla Sony comunque resta, se ne avrà la volontà, decidere come andare avanti con i progetti tragati Marvel: puntare sulla qualità o continuare sulla strada dello sfruttamento fine a se stesso?

Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Continua, incessante, la campagna promozionale del sequel sullo stregone supremo diretto da Sam Raimi, che i Marvel Studios stanno costruendo attraverso una serie di spot pubblicitari, come quelli diffusi nei giorni scorsi per lanciare la prevendita dei biglietti della pellicola, le cui prime 24 ore si sono già rivelate ottime.
Gli spot stanno puntando su due elementi per spingere ancora di più l’attesa per la pelllicola, e tra questi vi è certamente il personaggio di Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen), che in questi filmati costruisce una sorta di dualità emotiva con Stephen Strange (Benedict Cumberbatch), e soprattutto sul volere amplificare la percezione di caos e follia che probabilmente circonderà il film e principalmente il personaggio interpretato dalla Olsen, che in questo spot riprende tra l’altro l’accento sokoviano di Wanda, sintomo di una donna in crisi.

E’ probabile che il “fattore Wanda”, per quanto riguarda il marketing, crescerà in maniera esponenziale nelle prossime settimane richiamando a sè coloro che amano il personaggio e lo show andato in onda qualche mese fa su Disney+, che ha regalato una nuova centralità all’Avenger nel Marvel Cinematic Universe.

La campagna promozionale continua comunque anche con altri eventi, tra cui un contest ufficiale lanciato nei giorni scorsi dai Marvel Studios in cui si chiede ai partecipanti di inviare disegni ispirati a Doctor Strange nel Multiverso della Follia che enfatizzino elementi quali il mistero e il misticismo, con la possibilità di vincere una varietà di premi incluso un viaggio per 2 persone alla prima mondiale del film. Le opere saranno giudicate da una giuria all’interno dei Marvel Studios con un’enfasi sullo stile, l’originalità e creatività, e ovviamente l’abilità tecnica.

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The Batman

Anche se The Btaman è sbarcato nelle sale da più di un mese, la Warner Bros. continua la campagna di licensing basata sulla pellicola. Nei giorni scorsi Warner Bros. Consumer Products ha annunciato una partnership con Carhartt per il lancio di una collezione di abbigliamento in edizione limitata basata sul film con protagonista Robert Pattinson e ispirata dall’abbigliamento resistente e anticrimine del Crociato Incappucciato.
La nuova collezione di Carhartt presenta un assortimento di cappelli, felpe, una T-shirt, una giacca e toppe termoadesive pensate per emozionare qualsiasi appassionato di Batman.

Anche se non ci sono molte cose più dure dell’equipaggiamento di Carhartt, Batman è sicuramente in cima a questa lista – ha affermato Alex Guerrero, vicepresidente e direttore generale di Carhartt – Riunire uno dei supereroi più riconoscibili sul pianeta con il marchio più iconico nell’abbigliamento da lavoro sembrava perfetto sia per i nostri consumatori che per i fan di Batman.

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