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I pescatori di mezzanotte: il lirismo e il vuoto

13 Novembre 2018
Oblomov Edizioni porta in Italia un nuovo volume del maestro Yoshihiro Tatsumi, una raccolta di racconti dalla quale emerge tutto il dramma del Giappone del dopoguerra.
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I pescatori di mezzanotte è una raccolta di dodici racconti pubblicata da Oblomov Edizioni, scritti dal maestro del gekiga (“immagini drammatiche”) Yoshihiro Tatsumi tra il 1972 e il 1973.
L’autore, rimarcando nuovamente la poetica che accompagna le sue opere, racconta di relitti umani immersi nella disperazione, attraverso un linguaggio diretto e brusco, privo di qualsiasi filtro.

I protagonisti delle storie brevi narrate da Tatsumi sono outsider, emarginati per motivi economico-sociali, morbosità inconfessabili o condizioni fisico-psicologiche impossibilitanti, quindi inevitabilmente in contrasto con la massa, con il senso comune, identificandosi come individui soli in una società spersonalizzante.
I personaggi sono incapaci di cambiare la propria situazione e rimangono passivi di fronte ad essa, non potendo o non volendo fare nulla per modificare lo stato delle cose: l’unica scelta che rimane loro da compiere è correre a perdifiato per le strade di Tokyo, come il protagonista de I pescatori di mezzanotte, il primo racconto, oppure sognare, fallire e ritornare sui propri passi come ne Il pesce lanterna.

L’autore, attraverso la sua sensibilità, riesce a puntellare alcuni racconti con piccole gag di humour nerissimo e una sottile ironia che in alcuni momenti aiuta a stemperare la drammaticità, senza dimenticarsi del realismo: l’incomunicabilità provocata da un vuoto interiore apparentemente incolmabile emerge in tutta la sua soverchiante potenza. Notevole in questo senso è Bentornato papà, in cui un uomo benestante impegnato a giocarsi i risparmi di una vita in una bisca clandestina pensa alla famiglia per risollevare il morale e la fortuna, ma ritornato a casa si dimostra cinico e senza cuore, colpendo il lettore grazie alla forte intensità emotiva.

Un’altra storia che è interessante segnalare è Casa di donna, un excursus nella fantascienza quasi inusuale per Tatsumi, che, da maestro qual è, dimostra di saper padroneggiare la materia con grande abilità. I toni sono in questo caso più calmi e pacati e la malinconia pervade tutte le pagine, tra le quali si sente il contrasto tra tradizione e modernità e la perdita di umanità fa capolino; il colpo di scena però non manca e il finale amaro rimane impresso nella mente.

I disegni presentano un tratto pulito ed essenziale e non si perdono in virtuosismi o sovrabbondanza di dettagli, al contrario sottolineano lo stretto necessario, ciò che conta, in coerenza stilistica con le tematiche, i personaggi e il linguaggio. Una schiettezza quindi che prende forma anche dal pennino di Tatsumi, che sfrutta il chiaroscuro per mostrare le ombre interiori dei protagonisti e quelle esterne di un mondo che li rifiuta e li fa vivere in un’oscurità dalla quale non c’è via d’uscita.

I pescatori di mezzanotte si dimostra un’ulteriore pregevole opera di uno dei più importanti autori giapponesi e un tassello fondamentale per scoprire uno squarcio del Giappone del dopoguerra.

Abbiamo parlato di:
I pescatori di mezzanotte
Yoshihiro Tatsumi
Traduzione di Juan Scassa
Oblomov Edizioni, maggio 2018
192 pagine, brossurato, bianco e nero – 20,00€
ISBN: 9788885621251

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