Cosa resta di questo 2019 a fumetti? Abbiamo chiesto ai nostri collaboratori tre titoli da ricordare, tre opere che hanno avuto un posto speciale tra le loro letture durante l’anno. Non necessariamente “il meglio del meglio”, quanto piuttosto ciò che per gusto personale, per affinità elettive, per passione li ha colpiti, emozionati e intrattenuti più degli altri. Tre titoli secchi (con qualche eccezione) per ricordare il 2019.
I migliori fumetti del 2019 per Lorenzo Barberis
- La morte di Mercurio Loi
Mercurio Loi è stato in questi anni un fumetto cruciale nel mostrare le possibilità del fumetto seriale italiano classico di aprirsi a dimensioni complesse, metafumettistiche, postmoderne. La chiusura del discorso da parte di Alessandro Bilotta e Matteo Mosca, dopo sedici numeri ricchi di rimandi interni, diviene la chiave di volta di una stratificata architettura narrativa. - L’Apocalisse
Il lavoro di Alfredo Castelli e Corrado Roi rappresenta un raro pezzo di bravura da parte di due maestri del fumetto italiano, che va a riprendere un testo indubbiamente molto suggestivo ma altrettanto difficile da trasporre fumettisticamente, data l’assenza di una reale dimensione narrativa, in favore di quella simbolica. Ne emerge un’opera che legge fedelmente l’Apocalisse giovannea e la restituisce in tavole ieratiche e cupe di grande suggestione. - Don Camillo di Renoir
Giunto ormai al suo diciottesimo capitolo – più alcuni spin-off – il lavoro di Davide Barzi e una nutrita schiera di disegnatori costituisce un solido successo editoriale, grazie a un adattamento fedele e minuzioso che ha saputo incontrare i favori della vasta comunità dei lettori guareschiani. Un’opera che rinnova la vitalità delle pagine originarie, interpretandole in modo rispettoso e moderno a un tempo.
I migliori fumetti del 2019 per Paolo Garrone
- Man and Superman di Marv Wolfman e Claudio Castellini
Una storia che ha atteso più di dieci anni per essere pubblicata, ma che meritava l’attesa. Non esattamente uno Year One (troverete l’ambientazione temporale inconsueta), assolutamente non una storia di origini, ma una storia di motivazioni. Il maestro Marv Wolfman, lo scrittore di Crisi sulle Terre infinite, e l’altro maestro Claudio Castellini, che ci delizia con tavole dettagliatissime, ci regalano una storia che non farà palpitare solo i cuori dei fan dell’Azzurrone ma di tutti gli amanti del buon fumetto. - L’immortale Hulk: Un tipo di nome Joe di Al Ewing e Joe Bennett
Qui il difficile è scegliere un episodio. Ma forse uno dei più recenti è quello che rende meglio lo spirito con cui Al Ewing ha rigenerato (gioco di parole voluto) il Gigante di giada: Un tipo di nome Joe. Con l’ausilio del fido Joe Bennett, che fa del suo meglio per sporcare il suo segno e renderlo più appropriato alle atmosfere horror, lo scrittore inglese mette in evidenza i dualismi (avete letto bene: plurale) che rendono Hulk uno dei personaggi più sfaccettati psicologicamente dell’universo Marvel, malgrado i suoi poteri vengano dai muscoli. - Cemetery Beach di Warren Ellis e Jason Howard
Non un grandissimo fumetto in senso artistico, ma puro divertimento intelligente e con stile scaturito dalla penna magica di Warren Ellis, coadiuvato da un ottimo Jason Howard ai disegni. Si parte piano, ma ben presto si arriva a un ritmo forsennato che non fa che lasciarci con l’amaro in bocca al termine. “Già finito?” è tutto quel che viene da chiedersi.
I migliori fumetti del 2019 per Federico Beghin
- Iron Kobra di Akab e Officina Infernale
Di questo volume italiano ho apprezzato principalmente la sfida al linguaggio lanciata sia da Akab, con dei testi molto particolari, che da Officina Infernale, che ha utilizzato varie tecniche per realizzare il fumetto tranne il classico disegno. La stratificazione della trama e del significato su diversi livelli è stata stimolante e mi ha portato a rileggere alcuni passaggi, riflettendo a lungo. - Daredevil: Conosci la paura di Chip Zdarsky e Marco Checchetto
Zdarsky ha deciso di iniziare la propria gestione, partendo dai punti fermi nella vita di Matt Murdock: giustizia, fede e Kingpin. Il realismo e l’eleganza che Marco Checchetto riesce a infondere in ogni tavola sono stati magnetici, al punto da rendere la serie la lettura più attesa di ogni mese. Il coinvolgimento di altri personaggi noti, su tutti Punisher, non ha messo in secondo piano il protagonista, ma ne ha riaffermato e valorizzato la caratterizzazione. - GoGo Monster di Taiyo Matsumoto
Questo manga mi ha conquistato quasi subito, immergendomi nella bizzarra quotidianità del protagonista. Al netto di una conclusione troppo aperta che non mi ha del tutto convinto, la lettura è stata appagante, in un gioco continuo tra una dimensione onirica e una più palpabile e realistica, resa più concreta dal perenne chiacchiericcio di sottofondo, che l’autore accenna costantemente senza mai approfondire. L’alternanza tra vignette grezze e talvolta grottesche e altre elaborate ha assecondato un ritmo narrativo fatto di accelerazioni e frenate, con l’interesse e la curiosità che rimanevano costanti.
Tommaso
17 Dicembre 2019 a 12:00
“Man & Superman” peccato per la traduzione ad opera di RW Lion operata da quello che spero essere un principiante alle prime armi a cui spero per lungo tempo nessun altro editore (Tanto tra poco la division DC di questo chiuderà) affiderà volumi di tale importanza.