I Labirinti onirici di Charles Burns

I Labirinti onirici di Charles Burns

Adolescenza, atmosfere oniriche disturbanti, misteri e amore per l’arte: Charles Burns torna con un’opera che è la summa delle sue maggiori ispirazioni.

CharlesBurns_LabirintiBrian è un ragazzo timido e sfuggente, appassionato di cinema e di disegno. Insieme con l’amico Jimmy scrive e dirige cortometraggi horror e splatter. Durante una delle numerose feste/proiezioni private organizzate da Jimmy e a cui Brian prende raramente parte, il ragazzo incontra Laurie, prossima protagonista di uno dei loro corti. Brian è attratto da Laurie e anche la ragazza è incuriosita da lui, ma i suoi atteggiamenti, ora distaccati e ora fin troppo intimi, la confondono e la inquietano, lasciandole il dubbio su chi sia veramente Brian.

Sfogliando questo volume, primo di una probabile trilogia, non è difficile confondere Brian con Doug, protagonista di un’altra trilogia, quella di X’ed Out (composta da The Hive e Sugar Skull). E ovviamente non è nemmeno difficile ritrovare quella commistione così intima tra mostruosità horrorifiche, quasi aliene, e il mondo reale e fisico, fatto di corpi adolescenziali in pieno cambiamento che esercitano attrazioni quasi ultraterrene, perno della narrazione di Black Holes.
Perché questo è Charles Burns: indagatore dell’adolescenza e del mondo interiore dell’essere umano, dei rapporti che lo legano agli altri, dei suoi desideri e delle sue paure. Una meticolosa indagine portata avanti con stile inconfondibile, che mischia un tratto che pesca sia dalle morbidezze della ligne claire europea che dalla tradizione del fumetto horror indipendente statunitense.

Eppure, nonostante i contenuti siano sempre gli stessi e lo stile appaia di poco cambiato nel tempo, Charles Burns riesce sempre a trovare una nuova chiave di interpretazione dei suoi feticci narrativi, a ricoprirli di un mistero assoluto e insondabile, che affascina e ipnotizza. Così, in men che non si dica ci ritroviamo a seguirlo in un’atmosfera sognante e oscuramente inquietante, tra tavole in cui inquadrature sghembe mostrano volti umani nella penombra,CharlesBurns_Labirinti2 trasfigurati così in qualcosa di sovrannaturale, ben più mistico e terrificante degli orrori di carta disegnati dal protagonista.
Proprio il contrasto tra umano e fantastico, tra realtà e finzione, esalta la sensazione di trovarsi in un terrore notturno da cui è difficile svegliarsi, in cui linee aggraziate, semplici e morbide che definiscono, accarezzandoli, corpi e visi dei protagonisti si scontrano con parti ricche di tratteggio e dettagli che creano forme purulente, bitorzolute, extraumane.

Unendo gli incubi lucidi di Lynch all’ossessione per la trasformazione dei corpi di Cronenberg, Burns ha affinato le sue matite e i suoi pennelli per dissezionare la tematica adolescenziale con chirurgica attenzione, restituendo tutto il mistero di questo periodo di transizione mentale e fisica che già era stato protagonista assoluto di Black Holes. A partire da questo, l’autore scava ancora più a fondo nella psiche umana, mettendone in luce disturbi e desideri, voglie e necessità, e lo ammanta con un alone di mistero magnetico che cattura il lettore, sprofondandolo nel malessere e nell’inquietudine dei protagonisti stessi.

CharlesBurns_Labirinti1Accanto alla tematica più psicologica e umana, Burns torna anche sul tema della rappresentazione del mondo e sulle realtà parallele create dagli uomini: come un vaccino creato per esorcizzare e combattere le paure dell’animo, attraverso l’arte l’essere umano cerca di trasformare e piegare la realtà al proprio volere, dando corpo ai propri incubi per avere la sensazione di poterli controllare.

Se in X’ed Out il protagonista cercava di fare questo con la poesia e la fotografia, in Labirinti Brian è un appassionato di film di fantascienza e dell’orrore, innamorato tanto dei film con i Kaiju giapponesi quanto dei classici statunitensi (come ad esempio L’invasione degli ultracorpi, di cui sono riportate alcune scene illustrate in maniera magistrale): un modo questo per Burns non solo di riflettere sul senso dell’arte ma anche per omaggiare le sue ispirazioni.

Essendo il primo capitolo di un’opera più lunga, proprio come X’ed Out questo volume lascia più domande che risposte e si chiude nel bel mezzo di una scena avvolta dal mistero, magari lasciando con un retrogusto di incompiutezza e un pizzico di disappunto per essere abbandonati così presto senza nessuna spiegazione. Anche la presenza di personaggi (soprattutto il protagonista) simili all’opera precedente può far rimanere un senso, forse fastidioso e frustrante, forse criptico e inquietante, di déjà vu.

Ma questo è un déjà vu ragionato e in linea con quanto visto finora nell’opera di Charles Burns: Labirinti conferma (non che ce ne fosse bisogno) l’assoluta grandezza di un autore dalla visione cristallina, il completo controllo narrativo e artistico di stile e tematiche, la voglia di scandagliarle senza avere paura di scendere ancor più nell’abisso. Un primo capitolo che promette di farci davvero vedere quanto è profondo e intricato il dedalo della mente umana.

Abbiamo parlato di:
Labirinti
Charles Burns
Traduzione di Leonardo Rizzi
Coconino Press, 2020
64 pagine, cartonato, a colori – 20,00€
ISBN: 9788876185601

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