Aquaman e Shazam
La diffusione, nei giorni scorsi al San Diego Comic-Con, dell’atteso trailer di Aquaman, ha finalmente svelato ai fan e agli addetti ai lavori un primo sguardo alla pellicola, da molti mesi in fase di post-produzione e, assieme a Wonder Woman 1984, il progetto su cui molti sperano per una sorta di “rinascita cinematografica” della DC Comics dopo l’inaspettato flop di Justice League.
Il primo trailer del film di James Wan ha già fornito molti e interessanti elementi che mostrano come la volontà principale della Warner sia quella di offrire al pubblico una storia con un personaggio diviso tra due mondi, con il peso del Regno di Atlantide sulle spalle, un peso di cui il protagonista interpretato da Jason Momoa non si sente degno, come sottolineato in un paio di dialoghi dallo stesso eroe e da Mera (Amber Heard) la quale assume nel trailer il ruolo di guida, oltre che di interesse sentimentale, per le decisioni di Aquaman nel suo viaggio per scoprire se stesso. Da questo punto di vista, la funzione del trailer assume una centralità decisiva e di forte impatto nel fare capire al pubblico che ci troviamo di fronte a un classico film standalone sulle origini dell’eroe, che comunque amplia anche la caratterizzazione data ad Aquaman in Justice League.
Rispetto infatti al film diretto da Zack Snyder, Aquaman appare come un personaggio più profondo, nonostante mantenga inalterata la caratterizzazione sopra le righe che ne fa comunque una versione abbastanza distante da quella originale dei fumetti. Ciò non toglie comunque che alcune frasi, come “non sono un leader, sono venuto perché non ho scelta, per salvare la mia casa e le persone che amo“, riflettano la volontà di presentare un personaggio tutto d’un pezzo ma anche più umano e riflessivo.
Oltre a questo, il trailer nel suo complesso funziona perché riesce a fornire un quadro generale del mondo e della mitologia del personaggio, riuscendo a essere fedelissimo anche nella rappresentazione visiva di un villain storico quale Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II).
Un’altra gradita sorpresa di questo Comic-Con in salsa DC Comics è stata la presentazione del primo trailer di Shazam, un progetto dalla lunga gestazione che è finalmente divenuto realtà, conquistando immediatamente l’attenzione dei fan e degli addetti ai lavori.
Il film prodotto dalla New Line è uno dei più attesi per quanto riguarda le properties DC Comics, soprattutto perché presenta un eroe che funziona a più livelli, mettendo al centro però la dinamica “bambino nel corpo di un adulto” già vincente in commedie di successo quali Big con Tom Hanks, con la differenza di un’ottica rovesciata in chiave supereroistica. Il trailer ha ovviamente sottolineato questi elementi, ed essendo questo filmato un teaser introduttivo sul personaggio per il grande pubblico generalista che non conosce l’eroe creato da Bill Parker e C.C. Beck nel 1940 per la Fawcett, è lecito pensare che il divertimento e la spensieratezza visti pochi giorni fa lasceranno spazio nel successivo trailer a una più corposa caratterizzazione del protagonista e del villain Sivana (Mark Strong), quest’ultimo appena accennato ma fedele in tutto e per tutto alla versione disegnata da Gary Frank.
E’ anche lecito aspettarsi che, nei prossimi mesi, la campagna promozionale possa al tempo stesso affrontare alcuni concetti quali la maturità e la ricerca dell’equilibrio tra l’essere un ragazzino e un eroe divino.
Il Comic-Con e gli X-Men
In una San Diego Comic-Con che ha visto l’assenza della Marvel e una grande attenzione verso i film DC Comics, in molti speravano che la Fox facesse da terzo incomodo grazie agli attesi X-Men: Dark Phoenix e New Mutants, che nei mesi precedenti hanno subito alcuni rinvii per quanto riguarda l’uscita nelle sale.
Soprattutto per la pellicola diretta da Simon Kinberg si sperava comunque in una anteprima, visto che un trailer è già stato visionato nel corso della CineEurope svoltasi nel mese di giugno ma anche perché all’uscita prevista per il prossimo febbraio mancano ormai pochi mesi, e quindi San Diego poteva essere il punto di avvio per l’inizio della campagna promozionale.
Così non è stato, e le uniche avvisaglie della presenza degli X-Men nel corso dell’annuale evento sono stati il panel dedicato a Deadpool 2, quello inerente la seconda stagione di The Gifted e oviamente la terza stagione di Legion.
E’ possibile che le riprese aggiuntive che stanno coinvolgendo le due pellicole nelle ultime settimane abbiano spinto la Fox a spostare più avanti la diffusione di un possibile trailer, il cui rilascio almeno per quanto riguarda X-Men: Dark Phoenix dovrebbe avvenire entro la metà di settembre, lasciando alla major uno spazio di sei mesi per gestire al meglio il marketing. Un ulteriore rinvio, da questo punto di vista, potrebbe essere deleterio per l’intero impianto promozionale.
Un problema che non si pone comunque per New Mutants, visto che la data di uscita attuale è fissata per il 2 agosto 2019, lasciando un grande margine di tempo alla dirigenza Fox per costruire la campagna promozionale, sfruttando probabilmente in questo senso il prossimo Comic-Con.
Fox e Disney
Mentre l’accordo tra Fox e Disney si avvia ormai alla definitiva conclusione, grazie anche alla decisione di Comcast di chiamarsi fuori, quali sono le sensazioni all’interno della major americana che sta per essere acquisita dalla Casa di Topolino?
A fornire una percezione dell’attuale status è stata, nei giorni scorsi, una lettera/editoriale anonima pubblicata da The Hollywood Reporter, scritta da un impiegato di Los Angeles della Fox, il quale ha spiegato soprattutto l’incertezza che serpeggia tra i lavoratori riguardo il loro futuro.
C’era palpabile paura all’inizio di novembre quando fu annunciato per la prima volta che Fox e Disney erano state in trattativa. Ero completamente scioccato: avevo visto i Murdoch crescere un impero e non avrei mai immaginato che avrebbero iniziato a smantellare qualcosa che avevano costruito negli ultimi 30 anni. Ero preoccupato non solo per me stesso e per i miei collaboratori, ma per quello che questo avrebbe significato per uno studio con una storia lunga e storica risalente al 1915.
All’inizio di dicembre, abbiamo appreso che Comcast era entrata nella disputa. C’erano un sacco di congetture su quale sarebbe stato il miglior proprietario. Ad ogni modo, non sembravano buone. Le vacanze erano alle porte e la gente non poteva fare molto se non chiedersi se tutto stesse accadendo per l’ultima volta: l’ultima festa, l’ultima stagione di premiazioni. Non avevamo informazioni definitive, solo pettegolezzi e insinuazioni. Ci è stato detto di comportarci professionalmente e di procedere come al solito, cosa che è molto difficile da fare quando si paga una casa, i figli al college e una madre anziana in un costoso ospedale per la convalescenza.
Mi sono alternato tra panico, insonnia e tentativi di mantenere la calma. Ci sono così tante persone che hanno un compito così specifico in uno studio, penso che sia difficile capire cosa fare dopo. Sono stato qui per molti, molti anni, sempre nel settore del cinema. Come posso reinventarmi e rendermi occupabile?
C’è un motivo per cui proviamo tutti un senso di grande perdita. Uno studios è un ottimo posto dove lavorare. Hai i tuoi colleghi più stretti, ma hai anche le guardie di sicurezza, i cassieri, i cuochi. Ci sono tanti tipi di persone che fanno funzionare il tutto. C’è un cameratismo. Contate di vedere le stesse persone ogni giorno. Ora ti chiedi “Non vedrò mai più questa persone?”
Dopo il primo dell’anno abbiamo finalmente ottenuto uno sguardo reale su come sarebbero stati i nostri bonus di fidelizzazione e i pacchetti di separazione. A quel punto, molti di noi hanno iniziato attivamente a cercare lavoro.
La Disney sembra avere il sopravvento su Comcast. La mia più grande preoccupazione è che la transizione avvenga molto prima del previsto. E, parlando di Rupert Murdoch, del suo impero e la sua politica, egli è uno degli ultimi grandi magnati, un gran maestro del capitalismo che possiede una strana idea su quando muoversi, quando cambiare e quando vendere.
E’ divertente, non ho mai pensato che i Murdoch fossero collegati allo studio cinematografico. Non sono mai stati dentro “Hollywood”. Rupert e i suoi figli raramente sono andati alle anteprime. Non era cosa loro. E dal punto di vista del business, capisco perché lo stanno facendo. E’ una mossa geniale. Spero solo che possano essere più trasparenti su ciò che sarà per noi. Forse non lo sanno. Peggio, forse a loro non importa. Dopotutto, una volta che vendono, non è più un loro problema. Comunque, vorrei che facessero una passeggiata fino a Moe’s, al News Cafe o al bar della mensa e dare un’occhiata al tabellone dove ogni mese viene elencato l’anniversario di ogni dipendente dei suoi anni di servizio presso lo studio. Ci sono sempre dozzine di nomi: 10 anni di servizio, 15, 20, 30 anni con lo studio. Questo tipo di lealtà e dedizione merita più di questo.
Cinebrevi
Il film DC Comics sulle Birds of Prey con protagonista Margot Robbie e che sarà diretto da Cathy Yan, è stato il grande vincitore delle ultima allocazione di incentivi per il cinema facenti parte del programma annuale dello Stato della California da 330 milioni di dollari, ottenendo 12,6 milioni di dollari in crediti d’imposta.