La serie Hellboy, ideata da Mike Mignola per l’allora linea Legend della Dark Horse (la stessa per la quale fu creato Sin City, per intenderci) rappresenta, con i suoi vari spin-off, uno dei migliori esempi di fumetto di intrattenimento che il mercato statunitense abbia prodotto negli ultimi anni.
Appena uscito, nel 1994, fu subito chiaro che ci si trovava di fronte a un concept dalle altissime potenzialità, anche se con un’idea di base non certamente nuova: il connubio tra nazismo ed esoterismo era cosa già vista, eppure Mignola riuscì a sviluppare una storia (grazie anche all’appoggio dell’esperto Byrne) decisamente avvincente, in cui l’argomento si mescola abilmente con la cosmogonia lovecraftiana, la fantascienza pulp e alcuni personaggi più o meno reali (tra cui una rivisitazione dell’ambiguo Rasputin). Nondimeno, il cocktail non avrebbe dato gli stessi risultati se non fosse stato per il personaggio del demone rosso (Hellboy, appunto) che è il perno e il trampolino della narrazione e le cui potenzialità, dapprincipio solo parzialmente sviluppate, vennero esplicitate nei lavori a venire. Il successo di quella prima storia dette sì la possibilità di proporne altre, ma alla fin fine ebbe il merito ed il compito di presentare ai lettori i nomi, le facce e uno stile che si sarebbero imposti di lì a poco nel panorama del fumetto internazionale.
Difatti, archiviata l’esperienza del primo arco narrativo Mignola ha la possibilità di esplicitare il suo progetto, le idee tenute in serbo per la sua creatura; l’incrocio nazismo – esoterismo resta sì importante, ma si fa a poco a poco ingombrante e limitativo (come vedremo). Parte quindi un lavoro di recupero e re-interpretazione di miti e leggende più o meno note che va a formare il substrato, l’humus, su cui si incentrano le storie di Hellboy. Storie in cui se da una parte si lavora alla definizione di un personaggio sempre più dettagliato e sfaccettato, dall’altra ci viene presentato un universo narrativo ricco e denso di atmosfera.
Ed è esattamente quest’atmosfera la cifra più importante della serie, il quid che ne decreterà la fortuna. Mignola ha una sensibilità gotica e fantastica non comune tra gli autori contemporanei e parte del merito va devoluta al suo particolare stile grafico. Nelle sue tavole dal tratto cupo e spigoloso riesce a riportare il buio là dove la scienza e la ragione avevano debellato ogni superstizione, riesce a far rivivere con la stessa facilità e credibilità elfi ed omuncoli, streghe e scienziati pazzi. Nei suoi racconti concentra esperienze e sensazioni che si potevano ritrovare solo nei vecchi romanzi gotici e in alcune pellicole di serie B. In pratica nelle pagine di Hellboy rivive un mondo di fantasia che riesce a ricavarsi un posto in una realtà sempre più razionalistica. È questo che attrae e incatena i lettori.
Non manca, in tutta l’operazione, un tentativo di ancorare la serie a tematiche supereroistiche, anche se sui generis. Come vedremo in seguito questo aspetto, seppur trattato in maniera non tradizionale, è rilevante e fungerà da base per importanti sviluppi della serie. Ciononostante, sin dagli albori si può notare una voglia di creare dei distinguo tra i nuovi personaggi e i supereroi. Un voler definire che quanto si sta facendo non ha nulla a che fare con quanto già visto e che sia Hellboy che i suoi co-protagonisti sono diversi dai classici superesseri. In tal modo va interpretato l’utilizzo di Torch of Liberty (copyright di Byrne – visto nella prima miniserie) prima e di Lobster Johnson (copyright di Mignola, probabilmente inventato per “dover” sostituire Torch of Liberty) dopo.
Questi supertizi non hanno mai parti di rilievo, ma vengono trattati come entità “altre”, superiori si potrebbe dire. Intervengono quasi dal nulla e spariscono subito dopo aver risolto un qualche problema particolarmente intricato. La loro è una presenza quasi divina e non tiene conto né del passare del tempo né delle altre leggi fisiche (si pensi all’intervento di Lobster Johnson ne Il Verme Conquistatore o in BPRD – Campo di Battaglia). La “necessità” di Mignola di espandere il proprio universo narrativo l’ha portato a dare dignità di pubblicazione anche ad una serie dedicata a Lobster (il primo volume è intitolato Il Prometeo di Ferro) in cui si evidenzia ancora una volta la spinta pulp che muove l’autore. In definitiva i personaggi della serie di Hellboy, per quanto “sovrannaturali”, sono diversi dal comune modo di approcciarsi ai supereroi, e su questo discorso ci torneremo più avanti.
Un altro aspetto interessante è la capacità dell’autore di riuscire a creare storie emozionanti anche senza far ricorso a trame troppo elaborate e lunghe (che pure ci sono): bastano storie di poche pagine, storie come I Lupi di Saint’August, Il Corpo o Colossus, solo per citarne alcune tra le più vecchie, rispecchiano perfettamente le caratteristiche di atmosfera di cui parlavo sopra. È questa la vera capacità di Mike Mignola ed è questo che definì sin dall’inizio la fortuna della serie.
Accanto a quest’atmosfera da Weird Tales non va certamente dimenticato il protagonista della serie, Hellboy appunto. Come notavamo più sopra, è lui il perno delle vicende, col suo carico di distruzione potenziale e la dicotomia tra il suo essere messaggero di morte e la personale affermazione del libero arbitrio, il tutto affrontato con un fare tipico da spaccone americano. Il demone rosso viaggia tra i misteri e le leggende con fare da sbruffone e piglio da duro affondando ad ogni storia sempre più nel proprio conflitto interiore. In tal modo la sua figura, col passare delle vicende cresce, divenendo sempre più importante ed ingombrante, arrivando ad oscurare ogni altra possibilità narrativa che prescinda dall’eroe tormentato che affronta di volta in volta nemici più o meno variegati col solo scopo di risolvere il proprio conflitto interiore. La serie rischiava così di fossilizzarsi su quest’argomento, limitandone le potenzialità.
Per questo, con un trucco narrativo, Mignola estromette il suo protagonista, creando lo spin-off BPRD.
L’idea di questo spin-off tutto incentrato sull’agenzia BPRD – Bureau of Paranormal Research and Defense – è importante perché offre la possibilità di dedicare un serial a sé stante con protagonisti i comprimari di Hellboy, creando in questo modo una vera e propria serie di supereroismo paranormale.
Grazie o a causa degli impegni cinematografici col primo film di Hellboy, inoltre, Mignola e la Dark Horse, hanno dovuto vagliare seriamente la possibilità di affidare lo sviluppo delle due collane ad altri autori e disegnatori. È in tal senso che vanno visti, a mio avviso, i racconti contenuti nei due volumi Hellboy: Storie dell’Insolito (molto più evocativo l’originale Hellboy Weird Tales) e nei primi volumi di BPRD (Terra Cava e Altre Storie e Lo Spirito di Venezia ed Altre Storie). Con vari pretesti, nuovi autori vengono chiamati a cimentarsi con i personaggi di Mignola sino all’arrivo di John Arcudi (ad aiutalo ai testi) e Guy Davis (ai pennelli). Grazie al nuovo sceneggiatore l’universo creato da Mignola si evolve in nuove tematiche e nuove direzioni narrative. Quello che era una serie basata su rivisitazioni di atmosfere gotiche e leggende si trasforma in un fumetto che si può, adesso sì, definire supereroistico.
La distinzione netta creata da Mignola tra i suoi personaggi sovrannaturali e i supereroi (Lobster Johnson) continua a resistere, eppure il raffronto tra i protagonisti di BPRD e i supereroi è innegabile. Arcudi crea invece una squadra di superesseri non molto diversa, come idea, da quelle pubblicate da Marvel e DC, eppure di fatto totalmente differente, perché differenti sono i protagonisti e le tematiche affrontate. Qui non abbiamo superpoteri, ma poteri paranormali e le minacce da affrontare arrivano sempre dalle pieghe oscure della storia e della realtà ufficiale del genere umano.
Oltre alle già citate minacce lovecraftiane, troviamo miti tipici di varie zone del mondo, come il Wendingo, l’Uomo Leopardo o la Spada di Longino. Del resto, come già detto per quanto riguarda Lobster Johnson, questa serie non si rapporta con il concetto del supereroi in termini classici. Tuttavia, rispetto alla serie madre (ancora curata da Mignola) é l’atmosfera a essere cambiata drasticamente. Le atmosfere gotiche hanno ceduto il passo a narrazioni a metà strada tra la soap opera e il supereroistico. La serie ha preso, da un certo punto di vista, una direzione più semplice e scanzonata. L’intrattenimento puro, anche se ben orchestrato e gestito, è diventato la cifra narrativa più importante a scapito dei riferimenti storico-letterari-etnografici (che pure ci sono, come abbiamo visto).
BRPD è una serie certamente più leggera rispetto ad Hellboy, che al contrario continua a mostrare un tono più cupo ed “introverso”. Il successo di BRPD passa anche attraverso l’inserimento di nuovi personaggi (vedi il Capitano Daimio) e la sparizione di altri (Roger l’omuncolo) a dimostrarne la vitalità. Per quanto riguarda lo sviluppo analitico dei personaggi basti pensare al lavoro che si sta portando avanti su Abe Sapien, l’uomo pesce, uno dei personaggi più vecchi della serie che, finalmente, si sta affrancando dalla squadra del BPRD a favore di una ricerca sulle proprie origini che ha portato gli autori (a questo punto bisogna parlarne al plurale) alla creazione di un altro spin-off, Abe Sapien appunto. Cui se n’é aggiunto un altro, dedicato a Johann Krauss.
Insomma questo universo narrativo ha ancora molto da raccontarci e molto intrattenimento da offrire autonomamente, indipendentemente da quanto portato avanti nelle pellicole dedicate a Hellboy che lo stesso Mignola sta aiutando a trarre dalla serie.
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Riferimenti:
Sito ufficiale di Hellboy: www.hellboy.com
Sito della Magic Press: www.magicpress.it