A ben vedere, la narrativa fantasy dovrebbe essere equiparata a una disciplina olimpica. Naturalmente, la letteratura in generale dovrebbe essere sempre in zona medaglia ma il fantasy dovrebbe concorrere al gradino più alto del podio.
Genere letterario sviluppatosi tra il XIX e XX secolo, vive dell'intenso sforzo creativo del suo autore, affondando le radici direttamente nel mito, nella fiaba e nel surreale. Creare dei mondi, stabilirne le regole e tratteggiarne i confini, assecondare le pulsioni e gli orientamenti dei personaggi, garantendo alla propria creatura una vita fantastica e fantasiosa è sicuramente uno sforzo titanico degno di una medaglia olimpica. Rendere sincero e credibile quello che si sta narrando, sfruttando al meglio la sospensione della incredulità del lettore, assume poi canoni epici che misurano il talento immaginifico del singolo autore.
Head Lopper rientra a pieno titolo nella categoria fantasy, riuscendo a segnare alcuni importanti punti come efficace riproposta dei canoni del genere. Pubblicato originariamente come fumetto autoprodotto dal suo creatore Andrew MacLean, giunge dopo soli due numeri alla major Image Comics che si premura, giustamente, di inserirlo nella sua importante realtà editoriale.
Andrew MacLean, dividendosi tra storytelling, disegno e lettering, immagina e realizza una storia basica, priva di fronzoli narrativi, che canta le gesta di Norgal: “il figlio del minotauro”; “l'esecutore”. Guerriero possente e tenace, dalla candida e fluente barba bianca che appare sulla scena nella sua ipertrofica figura intento a mozzare teste (l'Head Lopper del titolo). Mettendo la sua spada da barbaro/vichingo mercenario al servizio di chi può permettersi di pagare i suoi servigi, vive avventure e scontri epici, con creature e mostruosità assortite. Guerriero taciturno e scorbutico, poco avvezzo all'oratoria, trasporta con sé, con malcelata sufficienza e fastidio, la testa mozzata di Agatha la strega blu. Beninteso, una testa parlante che si contrappone ai tanti silenzi del nostro protagonista.
Dall'interazione tra i due improbabili compagni di viaggio, MacLean trae linfa vitale per imbastire dialoghi e sviluppare siparietti comici pervasi da una sottile ironia, punti di forza nella caratterizzazione dei personaggi principali. Ciascuno appartiene a un mondo specifico e ben definito, quello dell'acciaio e della forza fisica che si contrappone a quello più sfumato e carico di ombre della magia e del soprannaturale. Scambi di battute surreali dai quali traspare la natura falsa ed ingannevole della strega che, contrapposta alla stolida integrità del mozzateste, aggiungono spessore e tridimensionalità alle scene. Un riuscito espediente che supporta la progressione narrativa della storia. L'incontro tra Norgal e Agatha resta avvolto nel mistero, snodo narrativo funzionale a gettare ombre e aspettative sul disvelamento del loro passato e della genesi del loro sodalizio forzato.
A fronte di una fabula che nel primo volume si dimostra lineare e fin troppo scevra di chiaroscuri e sorprese, Head Lopper trova la sua vera cifra stilistica nella sua peculiare veste grafica. Disegni e tavole dalla costruzione e dal tratto minimalista, ma con una particolare attenzione ai dettagli. MacLean dimostra di aver mandato a perfetta memoria le linee di artisti del calibro di Mike Mignola riuscendo comunque a sviluppare e perfezionare la propria identità autoriale.
Lontano dalla iconica solennità delle tavole di Mignola, finestre su personaggi immersi in un'aura di misticismo, Norgal il mozzateste si dimostra essere solo un loro lontano parente. Definito da un tratto dalle linee essenziali, il barbaro esecutore attraversa le tavole con un malcelato senso di leggerezza che, accoppiato alla grande energia che esplode in alcune sequenze, regala alla lettura una piacevole fluidità e freschezza.
Il secondo ciclo narrativo ci dimostra poi la bontà di quanto orchestrato e realizzato da MacLean fino ad ora. L'evoluzione del tratto ed una maggiore solidità narrativa, imprimono al sequel nuova energia, in sostanziale continuità con la prima stagione, colmando le lacune narrative dimostrate in precedenza. Permane il senso di leggerezza e di freschezza delle tavole, la forte componente artistica e una maggiore sicurezza di narratore, che confermano MacLean in costante crescita come autore unico.
Il tratto si veste di nuove sfumature, mostrando una particolare capacità caratterizzante, senza mai tralasciare la ricerca di semplificazione grafica delle figure e l'accortezza per i dettagli. Un lavoro improntato alla ricerca della sintesi visiva che appare a tratti caricaturale, contrassegnato da una costante fluidità della narrazione. In tale ottica anche i nuovi avversari spiccano per originalità ed essenzialità, figure la cui compiutezza è resa con pochi tratti di matita. I dialoghi, grazie anche ad una maggiore ricchezza di personaggi e alla coralità dell'azione, si sviluppano con maggior sapienza, senza tralasciare i punti di forza già evidenziati nella prima stagione (la contrapposizione verbale e la sottile ironia tra il mozzateste e la strega blu).
Il mondo fumettistico di Head Lopper è un mondo a colori, realizzati per le due diverse stagioni da coloristi di grande talento e personalità. Mike Spicer realizza il primo ciclo narrativo, aiutando a costruire l'epica della narrazione con cromie dalle tinte tenui che ben si amalgamano al senso di levità delle figure ed al dinamismo delle sequenze d'azione. Per la seconda stagione, la palette scelta da Jordie Bellaire risulta ancora più basica di quella adottata per la stagione precedente. Colori dalle tinte decise ma poco invasive che accentuano la vitalità e dinamismo delle figure.
Panini Comics ha il merito di portare in Italia una delle più interessanti produzioni fumettistiche degli ultimi tempi. In due volumi dalla grande accuratezza grafica e di materiali (la copertina rigida risulta gommata e molto piacevole al tatto) rende merito ad Head Lopper con una scelta editoriale che dimostra di aver compreso il potenziale dell'opera di Andrew MacLean. I due cicli narrativi proposti (in arrivo un terzo, da poco concluso oltreoceano) dimostrano quanto ci sia di buono in tante opere fumettistiche autoprodotte e che il talento, quello vero, può trovare sempre una via per affermarsi e palesarsi ai più.
Con Head Lopper, Andrew MacLean ci ricorda quanto siano importanti la leggerezza, l'immediatezza e la freschezza dei contenuti per ogni autore che si appresti ad ideare o raccontare la sua storia. Quanto sia importante lavorare in sottrazione per cogliere un particolare, un dettaglio che riesca e definire e caratterizzare il propri personaggi, compiendo felici ma non facili scelte stilistiche. E poi, in fondo, ci dice anche per realizzare un opera originale e interessante non servono sovrastrutture o trame complicate, ma basta solo saper essere se stessi raccontando con sincerità e creatività la storia che abbiamo in mente.
Abbiamo parlato di:
Head Lopper vol. 1 – L'isola ovvero una piaga di bestie
Andrew MacLean
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics 100% HD, 2018
256 pagine, cartonato, colore – 24,00 €
ISBN: 9788891240590
Head Lopper vol. 2 – La torre cremisi
Andrew MacLean
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics 100% HD, 2019
216 pagine, cartonato, colore – 25,00 €
ISBN: 9788891244796