Paese dal folklore ricchissimo, come frequentemente accade alle isole, il Giappone non manca spesso di lasciarsi affascinare dai miti occidentali. Se, ad esempio, ultimamente la figura dello zombie romeriano ha iniziato a spopolare, quella del vampiro ha spesso trovato spazio in storie della vasta produzione nipponica.
Usualmente i topoi e i canoni del vampiro più “hollywoodiano” sono declinati in racconti di azione o commedia (o che le coniughino entrambe), con esempi come il classico Don Dracula di Osamu Tezuka, lo shojo Ransie la strega o gli action Hellsing o Vampire Hunter D.
Shuzo Oshimi, con il suo Happiness, decide invece di discostarsi dal lato più avventuroso della figura dai canini sporgenti, per abbracciarne il lato più psicologico.
Makoto Okazaki è il classico, timido studente, bullizzato dai compagni di classe più popolari e fondamentalmente remissivo. Una sera Makoto viene assalito da una misteriosa ragazza che si rivela essere un vampiro. A conclusione dell’aggressione l’assalitrice concede a Makoto una scelta: morire o diventare come lei. Spaventato e inconsapevole del significato della sua decisione, il ragazzo chiede di vivere, iniziando a trasformarsi in un vampiro assetato di sangue.
I turbamenti adolescenziali, i primi richiami del sesso, i problemi di integrazione e di adeguamento alle aspettative della società sono alcuni dei temi per cui il vampirismo è già stato utilizzato in Occidente: Oshimi decide di portarli tutti insieme all’interno del mondo scolastico giapponese. I rigidi schemi della cultura nipponica sembrano così caricarsi di un’ulteriore forma di claustrofobia psicologica che grava e in qualche modo amplifica i temi citati.
Il disegno è costituito da un tratto pulito, con volti definiti da pochissimi dettagli che riescono comunque a produrre una corposa gamma espressiva. Molto interessanti le deformazioni, l’uso delle linee cinetiche e dei retini per descrivere visivamente i nuovi sensi e la fame che travolge e destabilizza il protagonista.
Questo primo numero scorre via rapidamente, riuscendo in poche tavole a farci entrare nel mondo emotivo del protagonista, soprattutto nel momento in cui questo si trova perturbato da questa nuova e infettiva fame, oltre che dall’apparire di nuove capacità e lasciandoci su un intrigante sospensione.
È chiaro che gli elementi dell’horror psicologico rimarranno il tema portante della storia, ma nella parte finale dell’albo ci sono segnali che anche il alto più fisico dell’horror vampirico possa finire per essere esplorato dal racconto. Inoltre si prospetta un cambio di dinamiche tra il protagonista e i personaggi finora presentati, mettendo la storia su binari molto meno scontati di quanto ci si potrebbe aspettare.
Abbiamo parlato di:
Happiness vol. 1
Shuzo Oshimi
Traduzione: Susanna Scrivo
Panini Comics, 2017
192 pagine, bianco e nero – 5,50 €
ISBN: 9788891267061