Nel panorama saggistico sempre più ampio dedicato ai cartoon, mancava incredibilmente una pubblicazione che facesse il punto sulla corposa produzione di William Hanna e Joseph Barbera. Prima animatori alla Metro-Goldwyn-Mayer, dove crearono il celeberrimo duo Tom & Jerry e poi titolari in proprio dell’eponimo studio di Braccobaldo, L’Orso Yoghi, Scooby-Doo e Dastardly & Muttley, i due animatori americani hanno rappresentato l’esempio di una creatività a largo raggio, capace tanto di inseguire le tendenze quanto di anticiparle, pur con i compromessi di un mercato che riduceva sempre più mezzi e modalità di fruizione. Dalle possibilità offerte dal cinema ai nuovi orizzonti televisivi, aumentavano gli spazi e la vicinanza al pubblico, ma i fondi si riducevano, mentre la mole di materiale richiesta cresceva sempre più.
In questo scenario, i due animatori-manager hanno comunque recitato il ruolo degli outsider, soprattutto per lo stile perfettamente riconoscibile e caratterizzato dalla tecnica limited animation: povera nei movimenti delle figure, alquanto grezza nei design, ma scatenata nei ritmi e nel fluire delle gag.
Un marchio di fabbrica che però ha rappresentato per alcuni un elemento anche discriminatorio, per la distanza dalle vette artistiche del cinema disneyano e per la mancanza di quella versatilità che invece è stata negli anni riconosciuta ai serial animati giapponesi, in grado di penetrare l’immaginario giovanile con più forza e aggressività.
A colmare la lacuna ci prova così il saggio edito dalla Nicola Pesce Editore e scritto da Marco P. Gasperetti, docente di animazione 2D presso la Scuola Internazionale di Comics: un volume che, nello spiegare il percorso professionale di Hanna e Barbera, cerca di tracciare una più complessiva narrazione dell’animazione americana tutta, approcciando la materia fin dagli anni Trenta, epoca sì della Grande Depressione, ma anche dell’affermazione disneyana, per passare poi allo specifico dei due autori.
William Hanna, in particolare, debutta nell’animazione all’interno dello studio Harman-Ising, che realizza le Happy Harmonies con cui la MGM tenta di contrastare il successo delle Silly Symphonies della Casa del topo. Una volta concluso il rapporto con la MGM Cartoon, Hanna passa direttamente sotto l’egida del Leone, dove conosce Joseph Barbera e inizia così la collaborazione destinata a durare oltre cinquant’anni.
Superate le doverose formalità biografiche, Gasperetti segue da vicino il successo di Tom & Jerry, dal primo corto Puss Gets the Boot (Un gatto messo alla porta, del 1940), dove il gatto si chiama ancora Jasper, fino ai trionfi dei 7 Oscar vinti tra il 1943 e il 1953, dove i due creativi restano però dietro le quinte, mentre gli applausi (e le statuette) le raccoglie il produttore Fred Quimby.
Già in questa prima parte del libro emerge chiaro l’approccio che sarà adottato in tutta la trattazione: capitoli brevi con una ricca aneddotica in grado di interessare il lettore e un apparato iconografico altrettanto importante, con numerosi model sheet, layout, disegni di produzione e foto d’epoca. Il tutto accompagnato da focus sugli episodi più significativi – quasi sempre quello inaugurale, seguito a volte da altri, tra i più noti e premiati. Nel tentativo di offrire una panoramica più completa possibile, Gasperetti accompagna le singole trattazioni con excursus riguardanti anche il percorso artistico dei personaggi al di fuori del controllo di Hanna e Barbera.
La seconda parte riguarda invece il periodo della Hanna-Barbera televisiva. Si parte naturalmente con la già citata limited animation, cui sono dedicate le 11 pagine del sesto capitolo. Gasperetti ne spiega le peculiarità tecniche, anche in rapporto all’uso fatto negli altri Studio (ad esempio la Filmation). Successivamente si entra nel vivo della produzione: data l’incredibile mole di materiale realizzato dallo Studio nei decenni, l’autore opta per una selezione dei titoli, accentrando la sua attenzione sugli show più significativi, e raggiunge comunque un buon grado di completezza: si procede quindi dai classici Braccobaldo Show e L’Orso Yoghi, ai celeberrimi Flintstones e Scooby-Doo, senza dimenticare gli esperimenti di Johnny Quest, le Wacky Races, i supereroi “autoctoni” e quelli ripresi dai fumetti Marvel, fino agli Addams e i Puffi.
Il cerchio si chiude con il ritorno al grande schermo e la trasposizione del romanzo di E. B. White La tela di Carlotta, che arriva nel 1973 con il film La meravigliosa, stupenda storia di Carlotta e del porcellino Wilbur. La conclusione è affidata a una filmografia completa, che passa in rassegna ancora una volta il periodo prima e dopo la creazione della casa di produzione.
Nel complesso, il volume opta per una ricognizione storica più definita possibile, senza addentrarsi particolarmente in analisi tematiche o socio-culturali. La necessità di colmare un vuoto divulgativo sui due professionisti lascia infatti il campo a un approccio editoriale più informativo che critico, tipico dei pionieri e di una saggistica molto in voga negli anni Novanta (pensiamo ai volumi di editori come Granata Press o Tarab), che quindi ricolloca il lavoro in un ambito senz’altro utile, ma ne impedisce quello scarto in grado di dare forma a un volume di riferimento.
Dove il testo presta invece il fianco a critiche sostanziali è nel lavoro complessivo di revisione, che avrebbe meritato maggiore attenzione da parte della casa editrice. Emergono così ripetizioni nel testo, mancanza di note che rimandino alle fonti e scelte strutturali poco comprensibili (la prefazione dell’animatore Maurizio Forestieri collocata dopo l’introduzione dello stesso Gasperetti, ad esempio). La scorrevolezza della narrazione, unita all’alto numero di informazioni rappresenta in ogni caso una nota di merito per un libro che si lascia sicuramente leggere con piacere.
Abbiamo parlato di:
Hanna & Barbera – I personaggi e le avventure dello Studio che ha fatto la storia dell’animazione televisiva
Marco P. Gasperetti
Nicola Pesce Editore, 2017
287 pagine – 14,90 €
ISBN: 9788894818024