Abbiamo raggiunto il noto autore Bonelli Max Bertolini (oltre che per la Dark Horse e la Titan Comics) per un’intervista in cui cerchiamo di sviscerare tutti i segreti del suo nuovo progetto Hangar 66, il cui primo volume sarà pubblicato a breve dalla Edizioni Inkiostro. Hangar 66 è definito dall’autore il primo Social Comic della storia. Scopriamo perché.
Max Bertolini: Milanese, del 1967, Massimiliano Bertolini pubblica i suoi primi lavori nel 1993, sulla fanzine “Quarterly” e poi sulla rivista di critica fumettistica “Fumo di China”. Nel 1994, entra nello staff di Nathan Never, dove esordisce con il n. 60, “Sfida negli abissi”. Dal 2007 è copertinista di “Universo Alfa”, nel 2009 è autore dei disegni del 12esimo “Nathan Never Gigante”, nonché delle copertine di “Nathan Never Granderistampa” e “Asteroide Argo”. Nel 2015, entra a far parte dello staff di Morgan Lost e sta inoltre realizzando una storia per Zagor.
Intervista a Max Bertolini
Ciao Max e grazie per aver accettato di partecipare a questa intervista. Raccontaci come è nato il progetto Hangar 66.
Ciao Michele, grazie a te! Hangar 66 è il primo social-comic della storia del fumetto e nasce dal mio desiderio di creare un fumetto indipendente da ogni logica editoriale, completamente libero nei contenuti e nella grafica. Volevo esprimermi al massimo senza lacci di nessun tipo, disegnare quello che mi piaceva, come mi piaceva, punto. Ma prima ancora di cominciare a disegnare, ho fatto una semplice domanda ai miei followers su Facebook: qual è il fumetto che avreste sempre volute leggere e che non avete ancora visto? Le risposte che ho avuto andavano tutte nella stessa direzione, che incredibilmente era quella che avevo già in mente io, quella che vedrete appunto in Hangar 66.
Con un canovaccio già chiaro nella mia mente, ho iniziato a coinvolgere i futuri lettori mostrando gli studi preparatori di alcuni personaggi e di scenari adatti a quello che stavo captando dagli input che mi davano.
Chiedevo secondo loro chi erano questi personaggi e qual era la loro storia, invitandoli a partecipare sin dall’inizio e non solo come fruitori finali di un prodotto già pronto. Aldilà delle singole risposte, mi sono formato un’idea che rispecchiava bene quello che era il senso generale dei riscontri. Questo meccanismo è stato premiato e la fan base di Hangar 66 si è allargata tantissimo nel giro di pochi mesi, facendo diventare il progetto uno “state of mind” mediatico.
Di che cosa parla Hangar 66 e come ne hai sviluppato il mondo e i protagonisti ?
Hangar 66 è ambientato nell’Italia di un futuro prossimo, tra soli cinquant’anni o poco più, quando sarà scoppiata una guerra civile e le istituzioni saranno crollate. Il Paese inteso come unità nazionale non c’è più, solo comunità che sopravvivono nella povertà e desolazione. Il global warming ha desertificato intere aree della penisola e l’innalzamento delle acque ha cancellato città e ridisegnato le coste. La Nuova Europa, da cui l’Italia è stata buttata fuori, è composta ora di soli nove stati che si sono isolati, ma che controllano comunque tutto il continente con la forza delle armi. Le tematiche trattate riguarderanno anche la religione e la politica.
I personaggi sono nudi e crudi, niente super-poteri, niente magia, mutazioni genetiche ridotte al minimo, solo gente che cerca di sopravvivere come meglio può nella follia generale. Se vogliamo, si può considerare una metafora della situazione attuale.
Sarai autore unico oppure si alterneranno altri autori con il prosieguo delle avventure?
Per ora faccio tutto io, poi si vedrà.
Il progetto era inizialmente pensato come un prodotto più classico o avevi già deciso questa linea guida?
Hangar 66 è sempre stato così fin dal primo minuto di vita. Così l’ho voluto io, così l’hanno voluto gli Hangers.
Quanto incide oggi il fattore social per il successo e il marketing di un prodotto?
Dipende. Oggi puoi nascere sui social ed essere notato da un editore che vede nel tuo seguito una garanzia di vendita. Questo ti consente di avere magari una possibilità di trattativa maggiore rispetto al disegnatore o scrittore che si presenta da sconosciuto a una casa editrice. Però se parti dai social la strada può essere lunga, specialmente se sei sconosciuto: devi essere paziente e avere delle idee più originali del tuo “vicino di tastiera”.
Al contrario chi si presenta nella maniera classica da un editore con disegni già adatti, con un poco di fortuna e bravura può farcela subito a lavorare professionalmente. Sono approcci al mondo lavorativo molto diversi. Io, essendo già autore di vari personaggi bonelliani, avevo un seguito che mi ha reso le cose un poco più semplici, e una esperienza artistica che mi ha consentito di offrire subito un prodotto qualitativamente interessante ( spero!)
Dopo una lunga gestazione, il tuo prodotto è approdato alla Edizioni Inkiostro. Che cosa provi ora che Hangar 66 sta per essere finalmente pubblicato in formato cartaceo?
Per ora tranquillità olimpica, ma so che appena lo vedrò disponibile per l’acquisto, una certa ansia comincerà a salirmi! La cosa che attendo di più sono i feedback dei lettori, che mi diranno come immaginano il seguito, cosa ci vorrebbero vedere dentro…
Da tutto ciò, saprò come muovermi, questo è l’ ”Hangar state of mind” di cui ti parlavo prima!
Avevi già proposto Hangar 66 ad altre case editrici?
No. Sapevo che Edizioni Inkiostro mi dava quelle garanzie di libertà assoluta che cercavo.
Che cosa ci possiamo aspettare dal primo volume a livello di storia e contenuti?
La presentazione del mondo e di molti dei personaggi principali, Il Maggiore, Peppe O’ Puorc’, Masha e tanti altri, poi la messa in moto delle trame principali e delle sottotrame. E naturalmente una lunga sequenza ambientata nell’Arena, l’ Hangar 66 appunto, l’unica possibilità per gli italiani di entrare in Nuova Europa!
Oltre a Hangar 66 quali sono i progetti a cui stai lavorando? Puoi darci qualche news?
Sto disegnando il primo numero della nuova incarnazione editoriale di Morgan Lost, ho da poco finito uno Zagor che sarà pubblicato in un nuovo contenitore per una serie di racconti dedicati al nostro eroe di Darkwood e l’anno prossimo uscirà un mio Nathan Never.
Grazie per la chiacchierata Max e in bocca al lupo per Hangar 66 e tutti i tuoi futuri progetti.
Grazie a te! Ricordo che chi vuole partecipare deve semplicemente iscriversi al gruppo Hangar 66 su Facebook!