Volete presentare ai nostri lettori la vostra Associazione?
Hamelin è nata nel 1996 e si occupa di promozione della letteratura per ragazzi, del fumetto e dell’illustrazione con attività didattiche e culturali diverse (laboratori di promozione della lettura, corsi di aggiornamento per insegnanti e bibliotecari, mostre, incontri con autori, pubblicazioni, la rivista omonima, ecc.) in ambito nazionale.
In poche parole, che tipo di festival è BilBolBul?
Bilbolbul è un festival che mette la figura dell’autore al centro, così come la contaminazione tra i linguaggi e il dialogo tra il fumetto e le altre arti. La programmazione culturale si concentra sulle esposizioni che cercano di essere interpretative anche attraverso l’allestimento, e poi sugli incontri pubblici attorno a un tema o tramite il confronto tra artisti o personalità diverse.
Che autori presenterete quest’anno?
Dopo Magnus, su cui ci siamo concentrati l’anno scorso, l’evento centrale di quest’anno è dedicato a Gianni De Luca, un grandissimo maestro e tra i maggiori innovatori del fumetto della seconda metà del Novecento. A lui abbiamo dedicato una grande antologica con circa 250 opere, un convegno di studi e un libro di approfondimento critico. Ci sono poi 20 mostre tutte ad ingresso libero, con molti autori internazionali. In particolare i belgi Louis Joos e Olivier Schrauwen, gli americani Paul Hornschemeier, Kevin Huizenga, Anders Nilsen, i cinesi Chihoi Lee, Hok Tak Yeung, eppoi la tedesca Marijpol, il francese Cristophe Blain, il norvegese Christopher Nielsen e gli italiani, Gabriella Giandelli, Stefano Ricci, Luca Genovese, Luca Salvagno, Ernest. è difficile parlarne in sintesi: quello che posso dire è che molti sono autori inediti in Italia, poco conosciuti anche dagli appassionati, ma che fotografano diversi aspetti del fumetto contemporaneo che riteniamo necessario divulgare.
Quindi dopo Magnus quest’anno la mostra antologica principale è dedicata a Gianni De Luca. Ci spiegate il perché di questa scelta?
De Luca è un grandissimo autore, ma anche misconosciuto e mai giustamente rivalutato. La scelta di dedicarci a lui è anche una sorta di dichiarazione d’intenti, ovvero il nostro desiderio di far emergere l’opera di artisti fondamentali che non hanno fin ora avuto un riconoscimento tanto meritato quanto doveroso.
Se l’antologica dedicata a De Luca è l’evento ovviamente da non mancare, cos’altro ritenete assolutamente imperdibile all’interno del Festival?
Per esempio la mostra di Louis Joos dedicata al suo rapporto con il jazz e per questo collocata nelle sale del Museo della Musica e messa in relazione con gli strumenti della collezione permanente. Oppure la mostra di Blain allestita presso gli spazi del Museo di Palazzo Poggi dove le opere dialogheranno con modelli di navi del Seicento e la collezione del museo di scienze naturali. Ed ancora la mostra di Gabriella Giandelli, autrice dell’immagine di quest’anno, dedicata agli interni e per questo allestita in un appartamento arredato appositamente. E poi gli artisti cinesi, gli americani, non certo facili da rivedere… In generale abbiamo cercato di allestire le mostre in diversi luoghi della città in modo che la fruizione del programma possa essere anche una piccola avventura in luoghi di Bologna che difficilmente uno vedrebbe. La fruizione del festival con le sue diverse mostre, con la possibilità di incontrare più di sessanta autori, e l’occasione di conoscere una città si vorrebbe porre come occasione piacevole e quindi imperdibile…
Come nasce l’idea di questo festival?
Beh… siamo a Bologna, una città che ha una tradizione culturale, artistica, editoriale, critica da fare invidia a tutto il mondo e, nonostante le diverse occasioni per gli appassionati, ci sembrava mancasse un progetto culturale forte che potesse valorizzare questo patrimonio. Abbiamo pensato di farlo perché ce lo meritavamo tutti e soprattutto perché volevamo divulgare e promuovere questa ricchezza… ma prima di partire sono serviti sei anni di rodaggio del progetto Bilbolbul che esiste nelle sue svariate attività dal 2001.
é stato un problema nella realtà di Bologna riuscire a trovare sinergie con enti pubblici e altre realtà culturali?
Non ci lamentiamo, ma dietro una manifestazione del genere c’é tantissima passione, tantissimo lavoro.
Com’é andata l’edizione dello scorso anno e vi aspettate un incremento di pubblico e di interesse?
L’anno scorso è andata molto bene, sopra ad ogni aspettativa. Le belle giornate di sole avranno anche contribuito, ma di fatto ci siamo stupiti per le tante persone arrivate da tutta Italia, e per la tipologia del pubblico, molti giovani e molti curiosi attirati dall’inedita tipologia di festival. Quest’anno siamo riusciti a potenziare la comunicazione, per cui speriamo vada altrettanto bene.
Che riscontro avete avuto dai mass media, giornali e TV?
Ottimo!
separatorearticoloVoi proponete all’interno del festival autori poco conosciuti o ancora sconosciuti dal grande pubblico. Una scelta in controtendenza in confronto a ciò che succede negli altri festival del fumetto italiani. Credete che questa sia una delle vostre specificità più importanti?
La cosa più importante è il modo con cui si presentano gli autori, siano essi molti conosciuti oppure sconosciuti, poco importa. Pensiamo non sia sufficiente prendere un grande autore e metterlo lì in mostra oppure metterlo in una grande sala a promuovere il suo lavoro in solitaria. Cerchiamo sempre delle chiavi interpretative nell’opera degli autori che presentiamo, sia per le mostre sia per gli incontri. Noi crediamo in un pubblico curioso, che ha voglia di stupirsi di fronte a nuove scoperte, per cui ben vengano anche appassionati che non conoscono, ma soprattutto ben venga il nuovo pubblico attirato dalle diverse contaminazioni di luoghi, persone, temi. Il nostro scopo è proprio questo: promuovere, far conoscere, divulgare, approfondire l’opera di artisti di qualità.
L’iniziativa prende il nome dal personaggio satirico creato da Attilio Mussino per il Corriere dei Piccoli. Quali sono le ragioni di questa scelta?
Bilbolbul ci piaceva come personaggio. La sua capacità di rappresentare visivamente le metafore è davvero straordinaria. Proprio De Luca in una delle conversazioni con la figlia Laura dice “Bilbolbul del grande Attilio Mussino dimostrava una potenzialità. Quella del Disegno, appunto, di raffigurare qualsiasi cosa, e anche, il suo potere di demitizzare la parola”. Per noi la scelta è stata anche funzionale poiché all’interno della parola c’é il “BO” che vorrebbe alludere a “Bologna” e per questo anche graficamente è contraddistinta in rosso.
Quest’anno è il centenario di Bilbolbul per cui speriamo ci porti fortuna.
Diversamente da gran parte delle iniziative legate al fumetto, avete deciso di allontanarvi dal concetto di “mostra-mercato”, di spazio chiuso e limitato, di ingresso a pagamento. Sembra un buon modo per arrivare oltre il circolo degli appassionati e diffondere il fumetto. Dall’esperienza che avete avuto lo scorso anno, questo modo di proporre i fumetti, le opere e i loro autori ha trovato consensi?
Sembra di sì. La mancanza della “mostra-mercato” sposta, inevitabilmente, l’attenzione sulle esposizioni e gli incontri con gli autori. Gli artisti, anche attraverso le mostre, più che i libri, diventano il centro. Naturalmente c’é poi la possibilità di sfogliare e acquistare i volumi in un unico bookshop con tutti i fumetti degli autori ospiti in programma, che si alterneranno a dedicare i volumi nel bellissimo spazio di Sala Borsa. Quest’anno inoltre sarà possibile trovare anche numerose opere in lingua originale, materiale dell’editoria indipendente e delle autoproduzioni.
Nel programma di BilBolBul c’é anche spazio a percorsi di didattica con le scuole. Ci potete parlare di queste proposte?
Hamelin, la nostra associazione, ha una natura fortemente pedagogica. Anche il fumetto viene vissuto con questa ottica. A Bilbolbul si potrà vedere l’esito di “Tutta mia la città” un progetto che ha coinvolto numerose classi elementari e medie e che prevedeva la realizzazione di una storia ambientata nel futuro. Durante i giorni del festival ci saranno più appuntamenti dedicati ai ragazzi, con gli incontri di Luca Salvagno, Jerry Kramsky e Gabriella Giandelli. Si svolgeranno anche degli incontri nelle scuole superiori con Hornschemeir, Genovese e Vanzella, Marijpol con l’intento di promuovere la lettura. In generale l’attenzione per i ragazzi e la promozione dei giovani artisti è sempre presente: saranno infatti visibili anche le collettive “Ich/I/Je/Io” che ha messo in rete studenti d’arte di Bologna, Amburgo e Bruxelles e “30minin2000pixel” esito del concorso nazionale indetto dal portale bolognese Flashfumetto.
BilBolBul ospita anche una rilevante sezione di cinema. Ci illustrate brevemente gli eventi più rilevanti?
La programmazione cinematografica di quest’anno è molto oculata. Da una parte due anteprime attesissime: “Paura del nero” film di animazione con episodi di Mattotti, Charles Burns, Blutch, e altri, attualmente nelle sale francesi a cui è annessa una mostra di serigrafie realizzate appositamente per il festival; “Free Jimmy”, vincitore ad “Amanda 2006” e “Annecy 2007”, del fumettista underground norvegese Christopher Nielsen che riprende la tecnologia della Pixar per “sporcarla” e riproporla in nuova veste; e poi i documentari su Will Eisner e su Magnus, e l’anteprima nazionale di due proiezioni del progetto inglese Animate con una selezione di opere strettamente legate all’animazione e al disegno.
C’é qualcosa di cui non abbiamo parlato in questa intervista che ritenete importante ricordare in merito al Festival?
La piacevolezza dell’atmosfera e della fruizione. La possibilità di incontrare molti autori, di vedere tante mostre, senza la percezione claustrofobica e specialistica di tante mostre-mercato. Mi sembra che l’anno scorso un po’ tutti fossero divertiti da questa modalità che vorrebbe essere anche di scambio e incontro.
Riferimenti
Il sito di BilBolBul: www.bilbolbul.net
Il sito di Hamelin: www.hamelin.net