Habitat di Raffaele Sorrentino: l’inquietudine è di casa

Habitat di Raffaele Sorrentino: l’inquietudine è di casa

"Habitat" di Raffaele Sorrentino è un fumetto diretto e spaventoso che narra la discesa nella follia del giovane protagonista.

Habitat_SorrentinoSe dovessi trovare per forza di cose un genere in cui collocare Habitat, ultimo fumetto di Raffaele Sorrentino, sarebbe l’horror. Un orrore senza mostri o maniaci, senza fantasmi o senza nessun evento realmente spaventoso. Un orrore fatto di una lenta e inarrestabile corruzione della mente.

L’autore ambienta la storia in una Bologna solo vagamente riconoscibile e la colloca in una sorta di presente alternativo o di futuro prossimo nel quale le nuove leggi di ripresa economica approvate dal governo, per molti anticostituzionali e indifferenti ai diritti umani, stanno alimentando un clima di tensioni sociali pronto a sfociare in rivolte popolari e scontri tra cittadini e forze dell’ordine.

In questo contesto viene narrata la storia di Gabriele e della sua convivenza con Giulia. Il loro è uno degli appartamenti affittati in nero contro cui si stanno prospettando sanzioni molto alte anche per gli inquilini. In questa realtà sociale le paure e la mania di persecuzione di Gabriele trovano sempre maggiore forza, in un crescendo che verso la perdita di sanità mentale.

Proprio la naturalezza con la quale questo percorso raggiunge presto un punto di non ritorno è l’aspetto più inquietante del fumetto: la disperazione che consuma il protagonista, il suo irreale senso di impotenza, la morbosa necessità di nascondere la sua presenza in casa nella sua lotta contro un misterioso osservatore, sono illustrati con chirurgica efficacia in un crescendo di angoscia e fatalismo.

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Sorrentino scrive una storia che scorre diritta verso la meta e mantiene costantemente il centro della narrazione sul tema portante. Colpisce positivamente l’equilibrio che l’autore riesce a dare a tutto il racconto, dal rapporto tra i due ragazzi, un amore come tanti reso con dialoghi credibili e scene di vita quotidiana realistiche e plausibili, all’atmosfera di precarietà sociale e politica, fino al fulcro del racconto ovvero la progressiva perdita di contatto con la realtà da parte di Gabriele.

habitat_int_2Su una tavola divisa in 4 vignette regolari, Sorrentino inserisce variazioni nella struttura per sottolineare in maniera più scenica pose ed espressioni dei personaggi. Gli sfondi di contro sono quasi inesistenti in molte vignette, quasi a somigliare a pareti bianche e impermeabili al mondo esterno. Il suo tratto è di stampo realistico con una personale ricerca di sintesi che rende i personaggi riconoscibili ed espressivi con poche linee. Se per il suo racconto contenuto nell’antologico La caccia, sempre pubblicato da Canemarcio, avevo scomodato il paragone con Michele Petrucci, qui lo stile sembra aver preso una strada maggiormente personale e identificabile.

Habitat è una promettente opera (prima?), espressione di un autore attento nel costruire una storia non banale nella sua apparente linearità ed essenzialità, che evidentemente ha fatto molta gavetta e studiato attentamente ciò che gli piace per metterlo in pratica e che accetta le influenze degli autori affermati per costruire la propria cifra stilistica.

Abbiamo parlato di:
Habitat
Raffaele Sorrentino
Canemarcio, 2015
84 pagine, brossurato, bianco e nero – 8,00€

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