Uno degli aspetti che trovo più affascinanti in un fumetto contemporaneo è la sua capacità di attingere dalla realtà culturale e sociale odierna, restituendola senza filtri e senza compromessi, attraverso gli strumenti propri del mezzo di comunicazione scelto.
Ancora più affascinante è quando la società messa sotto la lente d’ingrandimento della finzione narrativa è quella italiana che, con il suo intrecciarsi di malavita organizzata, drammi di terrorismo, movimenti politici più o meno autorizzati, segreti di stato, si dimostra un panorama assolutamente efficace per lo svolgersi di opere d’immaginazione, senza niente da invidiare alle abusate ambientazioni estere.
Sebbene possa sembrar strano, non deve stupire affatto che ad attingere a piene mani dagli scheletri nell’armadio della storia recente del bel paese non sia un fumetto scritto e prodotto in Italia, ma un fumetto giapponese.
Non stupisce in primis per la capacità tipica di molti manga di amalgamare in maniera assolutamente trasparente la critica sociale, o la semplice osservazione dei punti critici della propria società, con la finzione, il racconto d’avventura, fantascientifico, horror. Gli esempi non mancano, da Fortified School, dove vengono portate all’eccesso le rigide regolamentazioni scolastiche giapponesi, a Ikigami, in cui l’immagine di uno stato che distribuisce certificati di morte in maniera casuale solamente per far godere appieno i cittadini del gusto della vita cavalca le pieghe più inquietanti della mentalità del popolo del Sol Levante; due opere molto diverse tra loro, dissacratoria ed eccessiva la prima, dai toni lenti e moralistici la seconda, ma ottimi esempi di come un certo modo di reinterpretare la realtà a uso e consumo della fantasia, in maniera più o meno esplicitamente critica, sia insita nella cultura fumettistica giapponese.
Il secondo motivo per cui non stupisce che sia un titolo estero ad affrontare tali tematiche in questa maniera deriva dalla lunga tradizione italiana di fumetto d’avventura e intrattenimento, dove sembra molto più difficile affrancarsi dal controllo dei contenuti e da una certa sottile tentazione alla censura; basti pensare che in Bonelli, la più grande produttrice di fumetti originali del nostro paese, sono storia gli interventi moralizzatori contro Tex, solamente perché disegnato nell’atto di fumare, o le polemiche contro Dylan Dog per l’argomento forte di alcuni suoi episodi.
È così sottinteso come un’ambientazione italiana sia fin troppo foriera di polemiche e critiche da poter essere ammissibile. Così il fumetto d’avventura ha ignorato, o utilizzato solo per qualche comparsata1), l’ambientazione più vicina a noi. Va detto che negli ultimi anni, quasi a reazione di questa strana cecità di tematiche, si è affermato un nuovo genere di fumetto, quello di cronaca e storia2, dove l’Italia è protagonista in opere di carattere documentaristico; quasi una reazione allergica a tanto silenzio, che pero’ ha reso ancora più netto lo strappo tra fumetto d’intrattenimento, ambientato per lo più nell’immaginario filmico statunitense, e fumetto di cronaca. La soluzione ibrida sembra ancora poco appetibile al pubblico e troppo rischiosa per gli editori3.
Riesce in questa impresa Gunslinger Girl, di Yu Aida, serie giapponese edita da MediaWorks e in Italia, dopo una storia editoriale un po’ particolare, da Shin Vision prima4, da DVisual prima e da GP Publishing infine.
Quest’opera, dietro a un aspetto patinato, fatto di figure morbide, occhioni tipici dello standard del manga commerciale, una linea molto sottile che delinea i contorni, pagine molto pulite e luminose, e personaggi di bell’aspetto, quasi kawaii 5 nasconde una carica di dirompente critica, proprio nel suo utilizzo trasparente dell’ambientazione italiana e nella drammaticità dei temi affrontati, oltre che del modo in cui essi vengono inseriti nella trama.
IL MONDO DI GUNSLINGER GIRL
Lo spunto di base della serie è già di per sé sintomatico di quanto accennato prima. Il fumetto vede protagonista una branca dei servizi segreti italiani, l’Ente per il Benessere Sociale, e in particolar modo una sua divisione speciale, la cosiddetta “Sezione 2”, incaricata di gestire, non sempre in maniera ortodossa o legale, i casi di terrorismo all’interno dello stato italiano. Questo reparto, per perseguire i suoi scopi, utilizza in via sperimentale un nuovo tipo di arma: non semplici strumenti o reparti specializzati, bensì bambine.
Prelevate segretamente dagli ospedali, vittime di gravissimi traumi fisici e mentali o in punto di morte, senza genitori o parenti che ne possano reclamare il corpo, queste giovanissime ragazzine vengono trasformate, attraverso il ricondizionamento mentale e l’innesto di apparati artificiali, in perfette macchine da uccidere: forti, rapide, addestrate militarmente, per di più assolutamente innocue d’aspetto e quindi perfette per operazioni sotto copertura.
Ad affiancarle nelle loro missione, per gestirne le variabili imprevedibili delle singole personalità, non completamente annullate dal ricondizionamento, ognuna ha accanto un agente addestrato, in gergo “fratello”, con il quale intrecciano un rapporto particolare, che soddisfa il loro umano bisogno d’affetto.
‘implicazione da cui parte il manga è di per sé agghiacciante: queste bambine vengono tenute in vita con medicinali e arti artificiali, e private di una vita normale, addestrate unicamente a uccidere. Il tema dell’infanzia rubata è uno dei tanti che emerge, anche se senza apparire primario, nel rapporto con i “fratelli”, negli sporadici regali o nei momenti d’affetto. Nessuno dei protagonisti, pero’, sembra avanzare un vero dubbio morale di fronte a questa vicenda, come se fosse, in un certo qual modo, normale. Un estremizzazione de “il fine giustifica i mezzi”, con tutte le conseguenze e le riflessioni che questo origina.
SORELLE E FRATELLI
Al centro della narrazione c’é il rapporto tra queste bambine e i loro addestratori. Ogni coppia sorella/fratello ha dinamiche diverse, in relazione al carattere di ogni ragazzina e degli agenti loro assegnati, e alla capacità di questi di gestire la situazione dal punto di vista sentimentale. Non appare semplice, e questo è chiaro fin dagli inizi del manga, gestire serenamente un rapporto del genere, sapendo che ognuna di queste bambine ha come prospettiva di vita di uccidere per conto dello stato fino a morire a sua volta o spegnersi lentamente consumate dall’addestramento riservatogli.
Così le vicende pongono sotto i riflettori le diverse reazioni e i diversi gradi di vicinanza tra gli adulti e le ragazzine, da quelle incentrate su un’apparente vero affetto fraterno, ad altre fredde e professionali, ad altre mai pienamente espresse e forse incentrate su un sentimento che si spinge oltre il lecito.
Risulta però a volte difficile seguire con attenzione le vicende personali e sentimentali dei vari personaggi, soprattutto a causa di uno stile di disegno che non riesce a differenziare in maniera netta gli uni dagli altri; si rischia così di perdere di vista la differenze sostanziali nelle personalità e nei rapporti tra le ragazzine e i rispettivi fratelli.
Di contro, episodi che riguardano in maniera centrale un personaggio, nella convivenza quotidiana tra “sorella e fratello” oppure in missione, permettono di approfondire di volta in volta la conoscenza con i molti caratteri introdotti, con le singole storie che in certi casi si intrecciano nel passato quanto nel presente.
SGUARDI A MANDORLA SULL’ITALIA
Alle tematiche di cui sopra, si aggiungono le operazioni sul campo in cui esse vengono coinvolte; è proprio in queste che l’analisi della nostra storia recente e contemporanea assume un ruolo importante. Un’analisi sicuramente superficiale, ma anche, e forse proprio per questo, spietatamente chiara e indice della fama del nostro paese al di fuori dei suoi confini: servizi segreti deviati, il “PRF”, “Padanian Republic Faction”, un movimento separatista dalle bandiere molto familiari, rappresentanti una foglia a 5 punte, mafia e malavita organizzata, attentati dinamitardi, un presidente del consiglio padrone del 70% della stampa che usa senza timore la sua influenza per fornire la propria versione della verità.
Il quadro fornito da Aida non viene mai presentato nella sua completezza, ma i vari cambi di scenario compongono un puzzle che restituisce un’immagine d’un Italia sull’orlo del collasso, dilaniata da divisioni interne, alla mercé di criminalità organizzata e sotto lo scacco dei terroristi, dove l’informazione è pilotata ed è pericoloso farsi troppe domande, così come pestare i piedi sbagliati.
I riferimenti alla storia recente del nostro paese sono molti, fra tutti la storia del magistrato Croce, ucciso in un attentato e presumibilmente ispirato alla figura di Giovanni Falcone. Anche il piano del PFR, e dell’ala oltranzista chiamata “Movimento per le Cinque Repubbliche” per una scissione dell’Italia ricorda da vicino l’ipotesi avanzata da Gianfranco Miglio nel 19936.
Uno degli elementi più stranianti è l’assoluta normalità con cui sembra essere accettata questa situazione dall’opinione pubblica; a onor del vero, va specificato che il punto di vista di gran parte della storia è quello di agenti addestrati e ben consci della situazione, piuttosto che dei civili. Ciò non toglie che tutta la situazione sembra ammantata da un velo di ineluttabilità e di rassegnazione.
Allo stesso modo, non lascia indifferenti la visione globale della società e soprattutto della politica italiana. Emblematico in questo senso la versione del partito leghista narrata da Aida. Dall’interno il pericolo potenziale rappresentato dal partito fondato da Umberto Bossi non sembra sfiorare nessuno, nonostante le esternazioni dei suoi leader che inneggiano al disprezzo per la bandiera, o alla rivolta armata; alla fine, vengono percepite come uscite quasi goliardiche, senza un fondo di verità ed effettiva volontà di scissione o di guerra civile.
Ma dall’esterno, pare normale che si associ la figura della Lega a quella di altri movimenti separatisti, che in Spagna, in Irlanda o in Corsica, solo per fare alcuni esempi, hanno portato ad attentati, morti, scontri, e continuano a rappresentare un vero pericolo spesso soffocato con estrema brutalità dallo stato.
C’é insomma da sperare che lo sguardo esterno non sia, per una volta, più lucido e distaccato del nostro, ma piuttosto superficiale e incapace di comprendere la politica e la società italiana: d’altra parte, a volte è difficile da capire anche per chi la vive giorno dopo giorno… Ma possiamo affermare di essere abbastanza lontani dallo scenario di questa storia di fantasia da poter essere sereni?
Chissà come e quanto si è documentato Yu Aida per ritrarre questa Italia alternativa (ma non troppo), ma di sicuro ha messo intelligentemente al servizio di una storia di finzione una base di realtà. Una realtà che ci tocca da vicino e che, per quanto distorta nel fumetto, non manca di segnarci, di scuoterci, di ricordarci il nostro passato prossimo fatto di complotti, attentati, associazioni sovversive, e il nostro presente che ancora non si è affrancato da tutto questo e non ha saputo elaborare la propria storia; un presente in cui malavita organizzata, corruzione e malapolitica sono ben più reali di quelle presenti tra queste pagine d’inchiostro e retini.
Abbiamo parlato di:
Gunslinger girls, 9 volumi più speciale (serie conclusa)
Yu Aida
GP Publishing
Riferimenti:
GP Publishing: www.gpmanga.it/12-gp-manga#/collane-gunslinger_girlGunslinger Girl, fan-forum italiano: gunslingergirl.forumcommunity.net
Un esempio recente è la serie L’Insonne, ambientata a Firenze (Free Books, di Di Bernardo e AAVV ↩
In questo, la casa editrice Becco Giallo è la più attiva e rappresentativa, anche se non l’unica. ↩
Da segnalare United We Stand, web-comics a pagamento dove la critica sociale-politica è evidente e incisiva, e Unità Speciale (Eura), dedicati al Corpo dei Carabinieri, ma che non può certamente segnalarsi come particolarmente critico e pungente nell’analizzare il nostro paese. ↩
I primi due volumi di GG sono stati pubblicati in Italia da Shin Vision, che dovette interrompere la serie, dietro consiglio del proprio legale, a causa dei riferimenti troppo espliciti al movimento politico italiano secessionista della Lega. DVisual ha ristampato la serie dall’inizio. ↩
Aggettivo giapponese, significa letteralmente “carino”; è diventato un modo di dire per caratterizzare un vero e proprio stile, fatto di elementi infantili, delicati, innocenti. ↩
Il “Il Decalogo di Assago” redatto da Gianfranco Miglio, giurista, politologo e politico italiano, uno degli ideologi della Lega Nord negli anni ’80 e ’90, recita: “L’Unione Italiana è la libera associazione della Repubblica Federale del Nord, della Repubblica Federale dell’Etruria e della Repubblica Federale del Sud. All’Unione aderiscono le attuali Regioni autonome di Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia.“ ↩