“Gun” di Giuseppe Cristiano, un incubo kafkiano e claustrofobico

“Gun” di Giuseppe Cristiano, un incubo kafkiano e claustrofobico

"Gun" di Giuseppe Cristiano è una storia a metà strada tra i serial televisivi Black Mirror e The Twilight Zone che pone domande sulla nostra esistenza e solitudine.

GUN 1Gun è il nuovo fumetto scritto e disegnato da Giuseppe Cristiano, illustratore, storyboard artist e autore che lavora da più di vent’anni nel mondo dell’animazione, del cinema, tv, musica e pubblicità.
Nello specifico, questo libro è il secondo capitolo di una serie di Graphic Novel sviluppate per la casa editrice Seagull Editions e connotate dall’intenzione specifica di essere esercizi di stile narrativo di volta in volta diversi, avendo però come criterio comune l’assenza di testi e dialoghi. Rispetto al suo precedente Fade Out la composizione grafica è più tradizionale, costituita da un uso nervoso del bianco nero per illustrare un’atmosfera greve, quasi kafkiana, nella storia di un uomo che fa da specchio a domande sul destino, sulla circolarità degli eventi e sulla relazione di causa-effetto.

Ci sono infatti vari elementi di riflessione che, da un lato, fanno pensare a una lettura sulla predestinazione e, al tempo stesso, inerente alla caducità della vita. Dall’altro, invece, c’è un ritratto non rassicurante della solitudine metropolitana, sfociante nella paranoia e nel delirio psicotico come possibile via di fuga da una società disumanizzante, in una dimensione di isolamento che sembra una normalità sempre più accettata in quest’era moderna.

Il protagonista non ha nome né amici, è inglobato in una metropoli grigia e anonima, con la vita che gli scorre intorno senza toccarlo e senza che lui ne faccia veramente parte. C’è un vuoto esistenziale che si fa progressivamente più claustrofobico, in una spirale GUN 2discendente innescata dal ritrovamento di una pistola nel bosco. L’arma ad un certo punto gli dà sicurezza, poi pian piano diventa una ossessione che sfocerà in un clima di paranoia autodistruttiva dall’impianto visivo cupo e oppressivo.

La trama presenta vari risvolti psicologici sul rapporto dicotomico tra esseri umani e società moderna. Da questo punto di vista la storia ha un background stratificato, con rimandi concettuali all’opera di Franz Kafka e alla dimensione narrativa di serial come Black Mirror e The Twilight Zone.

Lo stile di disegno è realistico quanto sintetico, con un tratteggio veloce e nervoso nell’uso di matite e sbavato nella rifinitura a china. La tavola è composta da vignette ideate come frame di un film che catturano singoli momenti della vita del protagonista. Tutto è giocato sul contrasto tra bianco e nero, con Giuseppe Cristiano che sembra seguire la lezione di Guido Crepax nel riempire o lasciare spazi vuoti con bianco e nero per suggerire un clima di inquietudine e disagio, alternando proiezioni oniriche con rimandi all’espressionismo tedesco, in maniera da annullare la distinzione tra realtà e allucinazione, razionalità e follia.

Gun è un fumetto per molti ma non per tutti: una metafora sul destino e il mondo moderno, cruda e assordante nella sua mancanza di parole; una lettura muta, ma pregna di significati e di riflessioni sull’isolamento e il disagio della società moderna e delle sue divisioni e ghettizzazioni.

Abbiamo parlato di:
Gun
Giuseppe Cristiano
Seagull Editions, 2021
52 pagine, brossurato, bianco e nero – 12,00 €
ISBN: 9788831477123

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