Guarnaccia e D’Agnano: we will always party hard!

Guarnaccia e D’Agnano: we will always party hard!

Francesco Guarnaccia e Roberto D’Agnano pubblicano per Feltrinelli Comics “Party hard”, un inno alla giovinezza sregolata riflettendo sull'approccio alla vita.

Biagio, Anna, Martina, Tommaso e Bronzo sono cinque amici adolescenti che, come molti loro coetanei, passano i sabati sera insieme, prevalentemente partecipando a feste organizzate in locali, spazi aperti o case disponibili. In queste situazioni ballano, si divertono, eccedono in ragazzate, bevono a dismisura, fumano erba, e si relazionano con gli altri. Lo sballo diventa catartico e quasi uno stile di vita, al punto da accettare per scommessa di mettere in piedi loro stessi un party con tutti i crismi.

party_hard_coverFrancesco Guarnaccia riversa nella sceneggiatura di Party hard un ritratto piuttosto fedele della vita notturna giovanile, con qualche estremizzazione da teen-drama ma senza risultare fuori contesto o poco credibile: si tratta di eccezioni in cui i voli pindarici sono giustificati dall’immaginazione dei protagonisti o da idee così deliziosamente sopra le righe da essere comunque funzionali al racconto, perché appaiono come collaterali allo scorrere della trama vera e propria.

Il racconto delle nottate dei cinque ragazzi che, di festa in festa, cercano di carpire gli elementi necessari per organizzare la propria, viaggia così sul filo del tragicomico tra dress-code, open bar, canne, musica mixata da DJ di grido, piste da ballo appiccicose per i cocktail rovesciati e ragazzi che ci provano con le ragazze, in un girone dantesco costituito da fiumi d’alcol e carne sudata.

Una realtà trasmessa in maniera efficace e vivida, in particolare grazie ai disegni di Roberto D’Agnano: uno stile “allucinogeno” che ricorda in parte quello dello stesso Guarnaccia e che attinge direttamente dall’estetica dell’animazione televisiva degli ultimi anni, spaziando da Adventure Time a Gumball, da Steven Universe a Teen Titans Go. I personaggi sono quindi super-deformed, con quasi nessuna pretesa di approccio realistico alla figura umana e con determinate caratteristiche fisiche esagerate ad arte. Questo approccio visivo contribuisce fortemente alla percezione del racconto perché permette di farci vedere i cinque protagonisti – ma anche tutti i comprimari e le figure sullo sfondo – come individui sfatti, quasi fossero tutti rappresentanti di una condizione al limite che si riflette in qualche modo anche sul loro aspetto. Non solo: questo stile di disegno trasmette anche un tipo di realtà “fluida” e senza regole, in perfetta attinenza con le vicende.

Su Biagio, Anna, Martina, Tommaso e Bronzo, poi, D’Agnano compie un lavoro attento nel caratterizzare graficamente ciascuno di loro in maniera molto diversa: che sia il colore dei capelli, l’acconciatura, un dettaglio di stile nell’abbigliamento, l’altezza o la forma del viso, i protagonisti si distinguono gli uni dagli altri in maniera immediatamente riconoscibile e in questo modo, oltre a garantire una varietà grafica interessante che mixa e rielabora le varie influenze esterne di cui si è nutrito il disegnatore, ci comunica qualcosa di loro già dal modo in cui vengono rappresentati.

party_hard_1Un punto forte della sceneggiatura è proprio la caratterizzazione dei cinque amici: Tommaso è il più pazzo, Bronzo è quello immerso nel suo mondo e a cui prende spesso una sorta di sbronza triste, Anna è la bella del gruppo con un debole per i cocktail ad alto tasso alcolico, Martina è la maschiaccia innamorata e Biagio è il più dandy e pragmatico (ma anche quello che flirta più piacevolmente con le sostanze stupefacenti). Un serraglio di umana giovinezza e sregolatezza, un gruppetto male assortito che – si legge tra le righe – resta insieme in modo così coeso senza un vero perché se non per il fatto di conoscersi da anni, paradigma effettivo di tante compagnie di adolescenti.

Se c’è un neo in questi ritratti è dato dagli spazi bianchi lasciati nelle vite di questi ragazzi e ragazze: li vediamo praticamente solo durante i weekend, mentre della loro vita durante il resto della settimana sappiamo molto poco, se non che studiano, non si vedono e si aggiornano tramite Whatsapp per mettersi d’accordo sul sabato successivo. Anche se fosse una mossa voluta per focalizzarsi sulle scorribande notturne del gruppo, appare come un elemento mancante del quale invece la narrazione avrebbe giovato, così come il profilo dei protagonisti.

party_hard_3I dialoghi sono una delle componenti vincenti nel lavoro di Guarnaccia. I personaggi conversano tra loro senza filtri, adoperando il linguaggio tipico del parlato, neologismi ed espressioni gergali di uso comune, in quella maniera spontanea e naturale che restituisce freschezza al microcosmo messo in scena. I ragazzi si scambiano epiteti che generalmente non sarebbero accettabili ma che, filtrati dalla convivialità e complicità tra le persone, diventano una normalissima base comune attraverso la quale comunicano tra loro.
Un tipo di discorso così genuino è in realtà paradossalmente difficile da rendere all’interno di un racconto senza suonare forzato e finto, e sono infatti poche le opere di narrativa a riuscirci in maniera credibile, tra le quali rientra questa. Lo scarto tra il linguaggio realistico e quello presente nella storia è minimo, e per assurdo si ritrova in particolare nelle pagine che riproducono le chattate di gruppo, espediente ormai sdoganato in diversi fumetti ma che fatica ad essere reso in maniera non artificiosa.

La trama di Party hard contiene anche un colpo di scena che arriva a tre quarti dell’opera. Una svolta narrativa inaspettata che fa virare l’andamento del racconto, fino a quel momento tutto sommato leggero, verso un tono più drammatico e inquietante.
Inquietante non solo per quanto avviene nel concreto, quanto piuttosto per le riflessioni di cui si fa portatore il personaggio coinvolto. Attraverso questa figura, le sue parole e le sue azioni, gli autori introducono infatti delle considerazioni più o meno amare sul tempo che passa e su come non sia salutare opporsi in modo miope ai cambiamenti legati alla crescita.

Essere giovani è la sbronza, il resto della vita sono solo i postumi. O fai sì che ne sia valsa la pena o rimani sbronzo per sempre.

Questa frase, suggestiva e ben calibrata da Guarnaccia in un punto nodale dello svolgimento, è la chiave per decodificare il messaggio che si ricava pienamente solo a conclusione della lettura, una specie di inedita consapevolezza che porta i nostri eroi a vedere sotto una nuova prospettiva tutta una serie di attitudini e priorità.

Una sterzata di questo tipo poteva ragionevolmente rappresentare un sussulto eccessivo per il tenore della storia fin lì raccontata, ma in realtà viene gestita in maniera adeguata al contorno della vicenda e si attesta come uno sviluppo possibile, per quanto sia quello maggiormente derivato dal mondo della fiction rispetto al resto del fumetto.

Le tavole si presentano per la maggior parte con una gabbia molto libera, dove le vignette si dispongono a piacimento sul foglio e spesso si innestano su una splash page di fondo. In ogni caso i riquadri hanno sempre bordi rigidi e ben definiti, a prescindere dalla loro dimensione e posizione sulla pagina.
Una precisione che si riscontra anche negli sfondi, nelle ambientazioni e negli interni che, pur nell’approccio cartoon che distingue lo stile del disegnatore, mantengono proporzioni e cura per i dettagli, arricchendo la scena.

party_hard_5Pongo l’accento anche sulla colorazione, a cui hanno collaborato Sara Ferraiuolo e Monica Rossi: accesa fino all’estremo, con tonalità acide e una tavolozza che spazia con gusto dal blu della notte al rosa fluo delle luci stroboscopiche, annulla pressoché qualsiasi zona d’ombra o tratteggio in luogo di colori piatti e primari, contribuendo a quell’estetica smaccatamente pop che è la cifra stilistica del fumetto.

È inoltre degna di nota la scena del trip allucinogeno in cui cadono i cinque amici dopo aver assunto dei funghetti: se a livello narrativo sembra essere un intermezzo gratuito (che però conosce un approfondimento più in là nella storia), è nei disegni che questo passaggio colpisce innanzitutto.
Il tratto di D’Agnano diventa ancora più avanguardistico e lisergico, i personaggi si trasfigurano in esseri di gomma dalle proporzioni surreali e si muovono in un contesto astratto, nel quale la tavolozza cromatica si fa ancora più accecante.
Una rappresentazione efficace e fantasiosa di quello che possono mostrare i sensi distorti dall’assunzione di droga.

In un anno in cui le feste e i grandi eventi sono stati annullati o evitati, e in cui il concetto stesso di allegra calca umana ammucchiata in pochi metri quadrati appare come un lontano ricordo, Party hard è una boccata d’aria fresca; Francesco Guarnaccia e Roberto D’Agnano hanno realizzato un’opera sentita e solo apparentemente leggera, restituendo un efficace ritratto di una certa stagione della vita in maniera divertente, spontanea e non priva di qualche malinconica considerazione.

Abbiamo parlato di:
Party hard
Francesco Guarnaccia, Roberto D’Agnano, Sara Ferraiuolo, Monica Rossi
Feltrinelli Comics, 2020
160 pagine, brossurato, colori – 16,00 €
ISBN: 9788807550638

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *