Il manga I Guardiani del Louvre di Jirō Taniguchi è ispirato a fatti autobiografici: il protagonista (alter ego dell’autore) è un illustratore che, a conclusione di un viaggio di gruppo per l’Europa, si concede un soggiorno solitario a Parigi per visitare il Louvre.
Entrato nelle affollate sale del museo, comincia un viaggio onirico tra passato e presente, tra la moltitudine di storie custodite da ogni opera d’arte. La narrazione procede lenta: nessun colpo di scena, ma un’atmosfera contemplativa che pervade ogni cosa. L’intenzione di Taniguchi è evidente: omaggiare l’arte, fonte e custode d’emozioni, attraverso la vita e le opere dei grandi del passato. Il risultato finale è però didascalico e fin troppo celebrativo per emozionare davvero il lettore. Corot immerso nella campagna francese, Van Gogh con i suoi istinti suicidi e gli altri rimangono stereotipi di se stessi, luoghi comuni piuttosto che personaggi vitali.
Punto di forza del libro sono i disegni. Con il suo tratto modellato da suggestioni europee, Taniguchi compone tavole in cui riproduzioni fedeli dei dipinti più famosi si accompagnano a illustrazioni precise, ingentilite dai colori acquerellati.
Nonostante la poesia, il sogno e un certo senso di vertigine da sindrome di Stendhal, I Guardiani del Louvre è in fondo un’occasione persa, ma può (e dovrebbe) essere letto non fosse altro che per ammirare la perfezione del tratto.
Abbiamo parlato di:
I Guardiani del Louvre
Jirō Taniguchi
Traduzione di Neri Locchi
Rizzoli Lizard, 2016
pag 136, cartonato, colori – 19.00 €
ISBN:978-88-17-08610-3