Green Valley – Sulla letteratura di genere e sulle sorprese

Green Valley – Sulla letteratura di genere e sulle sorprese

Max Landis e Giuseppe Camuncoli ci portano a Kelodia: un mondo fantastico ricco di eroici cavalieri, donzelle in pericolo e barbari malvagi… o forse no?

Il genere è una scorciatoia.
Uno dei più grandi vantaggi offerto dalla narrativa di genere è quello di facilitare il lavoro del lettore: nello stesso momento in cui prende un fumetto (o romanzo o film o altro) che appartiene a un genere ben definito, il lettore già ha in testa dei modelli ben precisi, con delle strutture e dei cliché prestabiliti che generano una serie di aspettative.
Diversamente, l’autore è costretto a una fase introduttiva volta alla creazione di tali aspettative e, a sua volta, il lettore è chiamato ad affrontare una lettura più scarna di avvenimenti e maggiormente incentrata sulle componenti descrittive.

Nella narrativa di genere questa parte può essere invece omessa, oppure più comodamente intercalata, a favore di un racconto più denso di avvenimenti e pertanto con un ritmo più sostenuto.
In Green Valley Max Landis, da autore consapevole qual è, introduce immediatamente un genere di riferimento, il fantasy, catapultando immediatamente il lettore all’interno dell’azione. Rapido ed essenziale, nel giro del primo albo lo scrittore ci presenta i protagonisti, gli antagonisti, il loro primo scontro e l’immancabile evento drammatico finale che dovrebbe spingere a comprare i successivi otto albi che compongono questa maxi-serie.

Se ci si dovesse fermare ai primi due albi di Green Valley (e le prime dieci pagine del terzo), potremmo dire che, seppur scritto con molto mestiere e senza particolari sbavature, il soggetto portato avanti da Landis offre ben pochi spunti originali e sembra una discreta rimasticatura dei cliché di cui sopra. A far sì che si prosegua nella lettura, in questo frangente, ci pensa il comparto artistico della serie: Giuseppe Camuncoli alle matite, Cliff Rathburn alle chine e Jean-Francois Beaulieu ai colori creano un mondo fantastico e credibile nel quale il lettore è chiamato a entrare.

Lo stile cinematografico adottato da Camuncoli – in parte mutuato dall’impostazione supereroistica e con un layout prevalentemente composto da larghe vignette orizzontali – si amalgama efficacemente con lo stile pittorico dei colori di Beaulieu. Sembra evidente, e ben riuscito, il tentativo di inserirsi all’interno della tradizione iconografica classica del fantasy trasportando nel fumetto le influenze di illustratori celebri quali Larry Elmore, John Howe e Alan Lee. Anche il design dei protagonisti, che nelle fattezze e nei comportamenti ricordano “i tre guerrieri asgardiani” creati da Stan Lee e Jack Kirby su Thor, è funzionale a quell’intento di familiarità che traspare in questo avvio.

In sostanza si può dire che l’attrattiva iniziale maggiore sia proprio questa confortevole immersione in un mondo fantastico popolato da stereotipi ben conosciuti.

Questo fino a pagina 10 del terzo numero.
Qui è dove Max Landis decide di mostrare la propria cifra stilistica inserendo il primo di una serie di colpi di scena che ribaltano tutte le premesse di cui sopra: da questo punto in poi la lettura si fa decisamente più interessante in quanto ogni possibile aspettativa viene sbilanciata e stravolta, a ogni pagina è legittimo aspettarsi un qualsiasi sviluppo e niente più è garantito. Chi legge è quindi privo di qualunque coordinata o riferimento che non sia quello espresso dal fumetto stesso.
Gli stessi personaggi, che sembravano inscritti all’interno di un canone immutabile, subiscono un’evoluzione lungo tutto il racconto che li trasfigura facendoli passare da stereotipi di genere a personaggi tridimensionali e credibili.

Lo stile asciutto dei dialoghi di Landis fa sì che la storia scorra agevolmente, senza particolari intoppi, ricca di sorprese e con personaggi sempre più interessanti resi espressivi dalla efficace messa in scena di Camuncoli.
Green Valley non fa gridare al capolavoro imprescindibile ma è indubbiamente una lettura piacevole, mai noiosa e sempre ben scritta e disegnata.

Abbiamo parlato di:
Green Valley – Regular Pack
Max Landins, Giuseppe Camuncoli, Jean-Francois Beaulieu
Traduzione di Vania Vitali
Saldapress, novembre 2017
Cofanetto 9 albi, spillati, a colori – 18.90 €

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