In un mondo in cui la natura ha preso il controllo di ogni cosa, e ora infesta i ruderi della nostra civiltà ormai decaduta, vivere è decisamente difficile. Piante giganti e soprattutto insetti enormi e pericolosi mettono a dura prova le vite dei pochi sopravvissuti, che si arrangiano come possono all’interno di uno scenario post-apocalittico che non fa sconti a nessuno, e nel quale l’unica maniera di procurarsi un po’ di energia o carburante per gli automezzi è tramite l’uso di alcuni motori che si alimentano grazie ai rifiuti. Basta una bottiglia di plastica, una lattina, per poter far muovere un’auto. Ma in questo nuovo mondo verde le immondizie che un tempo ricoprivano la terra sono diventate ormai una rarità.
Judy, ragazza d’acciaio che si muove in coppia con una coccinella con la quale condivide un particolare rapporto simbiotico, è una dei sopravvissuti, e la sua vita cambia il giorno in cui incontra Calvin, un ragazzo un po’ pasticcione ma con un obiettivo interessante: raggiungere la mitica Trash Island, un’Avalon al contrario nella quale i rifiuti pullulano, e che potrebbe rendere potentissimo chiunque riuscirà ad arrivare alle sue sponde. Inizia così un viaggio di scoperta tra insidie e bande di criminali, fino a un epilogo che in un certo senso rimette in gioco ogni cosa.
Tutto questo in Green Hell il nuovo fumetto edito da Tatai Lab, scritto da Alex Crippa con i disegni di Francesco Castelli e i colori di Alessandro Costa, un fumetto di genere fantastico, avventuroso ed ecologista, che grazie a validi disegni e colori sgargianti racconta una storia semplice e positiva – anche se non del tutto – adatta a ogni tipo di pubblico, scoppiettante e divertente, ma che non rinuncia a mandare un messaggio e lanciare un monito ai propri lettori.
Green Hell scorre agilmente, è sostenuto da buoni dialoghi – sebbene in alcuni punti un po’ tendenti al posticcio a causa di alcuni didascalismi e fraseggi eccessivamente corretti nella forma – presenta una coppia di protagonisti azzeccati e un trio di cattivi molto simpatici, e nonostante la linearità della trama non rinuncia ad aggiungere misteri, segreti e colpi di scena anche inaspettati, che contribuiscono a rendere la storia più movimentata e imprevedibile.
Lo spunto dato da una natura ribelle che di fatto ha distrutto la società e ora minaccia l’uomo è un ribaltamento di punti di vista assolutamente non nuovo ma comunque piacevole e riuscito, e l’approccio divertente alla trama contribuisce a renderla particolarmente chiara e comprensibile, priva di inutili moralismi.
Gli unici dubbi sorgono sul finale, che però essendo a sorpresa non si può ovviamente rivelare. In queste righe si può unicamente dire che, sebbene il significato ultimo sia condivisibile, alcune spiegazioni non sono esattamente convincenti, o logiche, o sensate. Forse il desiderio di portare il tema fantastico a un livello più umano, concreto, forse realistico, ha creato qualche piccola forzatura lì dove si è cercato di piegare alla nuova realtà tutto quello che si era raccontato fino a quel momento. Per cui, se pure ogni elemento lasciato in sospeso viene spiegato in maniera efficace e conclusiva, manca quel pizzico di coerenza interna che avrebbero reso meno traumatico il passaggio. O forse semplicemente più semplice e convincente.
Interessanti anche i disegni, virati su uno stile comico-grottesco che risulta adatto alla storia narrata, e che sebbene all’inizio si lasciano un po’ andare a esagerazioni che dovrebbero forse rendere più chiara la comicità del racconto, in seguito riescono a trovare la loro misura, ponendosi al servizio della storia senza esserne legati. Brillanti e piene di brio, le tavole trovano i loro punti di forza nella chiarezza e spettacolarità, e offrono dei personaggi ben caratterizzati, i migliori dei quali risultano essere alcune spalle come ad esempio il trio dei cattivi, graficamente molto convincenti.
Si intravede, di tanto in tanto, e soprattutto nel finale, un “segno sotto il segno”, cioè uno stile grottesco serio, graffiante, maligno, che riesce a esacerbare bene le caratteristiche negative di alcuni personaggi, e che risulta altrettanto piacevole di quello più comico, e forse anche di più. Di certo interessante, e molto comunicativo nelle sue distorsioni.
Validi anche i colori, sgargianti ma non esagerati, che ben riescono a comunicare l’assolata immobilità del nuovo mondo verde, e che si prendono tutto il tempo per raccontare quasi a ogni tavola le variazioni di luce che si hanno nell’arco delle giornate. Albe, tramonti, pomeriggi di sole, mattine luminose, i riverberi accecanti del deserto, le ombre fitte di una strada fagocitata dalle piante… ogni cosa è curata e ben definita, e contribuisce ad arricchire un prodotto che si rivela ben scritto e ben confezionato.
Green Hell non costituisce una pietra miliare del fumetto (ma nemmeno crediamo lo pretenda), non è particolarmente geniale o innovativo, e pecca un po’ nella costruzione del finale, ma di certo fa bene il suo lavoro di intrattenitore presentando una storia apprezzabile nello stile, nei temi, nello svolgimento, nella presenza di sorprese e misteri, e nel messaggio offerto al lettore. Un buon prodotto che conferma il desiderio di TataiLab di fornire sempre fumetti di qualità.
Abbiamo parlato di:
Green Hell
Alex Crippa, Francesco Castelli, Alessandro Costa
Tatai Lab, 2018
88 pagine, cartonato, colori -15,00 €