La prima stagione di Gotham era incentrata sulla lotta di Jim Gordon contro la mafia insediata nella città, ma con il finale di stagione dello scorso maggio si vedeva come l’epoca di Falcone e Maroni fosse ormai al tramonto.
Fin dal primo episodio della seconda stagione (andato in onda in America lo scorso 21 settembre), quindi, viene posto l’accento sui delinquenti più “borderline”, quelli richiusi al manicomio criminale Arkham e che in alcuni casi abbiamo già conosciuto lo scorso anno, come l’ex moglie di Gordon Barbara Kean e Jerome, il futuro Joker secondo la visione della serie. Proprio loro due, insieme ad altri, vengono rapiti da un individuo che vuole mettere le mani su Gotham utilizzando l’efferatezza di questi reietti e folli.
Lo spunto alla base di Rise of the villains non è male, mostrando di voler tenere viva la serie evolvendola in alcuni approcci pur rischiando di cadere nei cliché supereroistici presentando un gruppo di supercriminali.
L’interpretazione di Cameron Monaghan nei panni di Jerome è maiuscola, anche superiore rispetto all’episodio in cui esordì, e anche il Pinguino di Robin Lord Taylor rimane ben caratterizzato, ultimo retaggio del vecchio modo di intendere la criminalità organizzata.
Un difetto dell’episodio è la rapida successione di eventi, che in soli 45 minuti modifica tre volte lo status quo di Jim, anche se l’interpretazione di Benjamin McKenzie contribuisce a renderlo convincente.
Poco di concreto invece nelle indagini di Bruce Wayne sul padre, anche se i pochi passi avanti permettono di essere fiduciosi sugli sviluppi.
Abbiamo parlato di:
Gotham 2×01 – Rise of the villains: Damned if you do…
Bruno Heller, Danny Cannon
Fox, 21 settembre 2015