Goodnight Paradise: l’infernale paradiso made in USA

Goodnight Paradise: l’infernale paradiso made in USA

Attraverso un thriller suburbano, Dysart e Ponticelli analizzano la società statunitense e le sue disuguaglianze dalla prospettiva dei senzatetto.

CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v62), quality = 85Eddie Quinones è un senzatetto di Venice Beach. Le sue giornate si dividono tra una bevuta con i suoi compagni di vita, un discorso complottista su come il governo controlli le nostre menti e una visita alla biblioteca pubblica per inviare messaggi al figlio Jeronimo. Questa la quotidianità fatta di sopravvivenza e diseguaglianze viene sconvolta dall’omicidio di una giovane senzatetto, evento che trascina il protagonista in una indagine sui generis, in cui il degrado sociale, l’esclusione e la povertà di alcuni si incontrano con la speculazione immobiliari, gli scandali e l’avidità di pochi benestanti.

Joshua Dysart e Alberto Ponticelli, già autori di Unknown Soldier, realizzano una storia che mescola thriller e indagine sociale, in cui la seconda parte è forse quella più interessante. La trama centrale, quella più “crime”, infatti, pur introducendo elementi particolari non risulta mai segnatamente innovativa, sebbene la presenza di alcuni colpi di scena la renda piuttosto coinvolgente e non noiosa. Il punto forte dell’opera sta però tutto nella costruzione di ambientazioni, dei personaggi e nell’indagine della loro condizione sociale.

La scelta da parte di Dysart di un luogo come Venice Beach non è casuale: un quartiere marittimo, assolato e gioioso, noto in tutto il mondo come luogo di lusso, dalle spiagge piene di palestrati abbronzati, ma che non nasconde la sua parte più degradata, quella fatta di senzatetto che vivono di espedienti, con pochi diritti e nessun servizio. Una molteplicità umana fatta di storie diverse che si legano a quella del quartiere: è a queste storie che Dysart attinge per costruire personaggi che approfondisce con pochi ma incisivi tocchi, ognuno diverso dall’altro e con un background che spiega una condizione di vita difficoltosa, non sempre scelta e spesso imposta da una società piena di diseguaglianze.

GoodnightParadise2

Venice Beach diventa così un affresco degli Stati Uniti di oggi, un luogo che permette allo scrittore di affrontare temi come la gentrificazione, la speculazione edilizia, la mancanza di diritti e servizi di base per i più deboli e la condizione dei senzatetto negli Stati Uniti. La necessità di far procedere trama e racconto sociale non permette sempre di approfondire ogni aspetto di questa indagine; ciononostante Dysart riesce a creare un mosaico dal forte impatto e che spinge il lettore a riflettere sul nostro sistema di vita.

Se le parole dello sceneggiatore scavano nei personaggi e nella storia del quartiere, il tratto di Ponticelli riesce a restituire il dolore fisico e il decadimento psicologico dei primi e a rendere tangibile lo sporco, la puzza e il degrado degli ambienti. Le strade affollate di colletti bianchi, palestrati e benestanti dedita al jogging da una parte e di senzatetto claudicanti e sdentati dall’altra crea un contrasto di grande effetto, votato a un realismo più evocativo che meramente descrittivo e documentaristico.

Insieme a questa attenzione al dettaglio più “giornalistico”, infatti, Ponticelli inserisce in ogni tavola piccoli elementi che mostrano la parte più intima di ogni figura presentata nel fumetto al fine di restituire loro una dignità e al tempo stesso denunciare una cultura che vorrebbe loro toglierla. Fondamentali per la costruzione di ambiente e personaggi sono i colori di Giulia Brusco, i cui toni caldi esaltano tanto la bellezza patinata di Venice Beach quanto il suo lato più decadente e, paradossalmente, più autentico e umano.

Abbiamo parlato di:
Goodnight Paradise
Joshua Dysart, Alberto Ponticelli, Giulia Brusco
TKO Studios, 2018 (in lingua inglese)
169 pagine, brossurato, a colori – 19,99€
ISBN: 978-1732748521

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *