GOAT: il più grande tennista di sempre. Nel fumetto

GOAT: il più grande tennista di sempre. Nel fumetto

Nel suo mockumentary a fumetti sul tennista inventato più forte della storia, Emanuele Rosso racconta con precisione e dettaglio i meccanismi di uno sport unico.

“Il tennis è lo sport del diavolo. Non basta fare più punti del tuo avversario. Devi vincere i punti che servono a fare i game, e i game per i set. E poi da capo. E non tutti i punti valgono uguale.
Nel tennis i punti non si contano, i punti si pesano.”

Cover-GOATSport e fumetto sono un connubio tutt’altro che perfetto, almeno in teoria. Il linguaggio delle nuvole parlanti non ha tra le proprie caratteristiche quella di trasferire con efficacia sulla carta il dinamismo che scaturisce dall’azione sportiva e agonistica. Per dirla in altre parole: la staticità del medium non aiuta a raccontare lo sport. O almeno non dovrebbe.
In realtà, facendo mente locale, non sono poi così pochi i fumetti a tema sportivo. È vero che la maggior parte di essi si trovano nella sfera del manga, un linguaggio che ha tra i propri fattori connotanti la capacità di visualizzare sulla pagina cinematismi, ritmo e dinamicità di corpi e movimenti. Ma anche quello di fare della descrizione degli stati d’animo il meccanismo motore delle storie che, partendo dall’azione sportiva, esaminano psicologie, pensieri e modi di essere degli atleti protagonisti.
Anche nel fumetto occidentale – e italiano – non mancano esempi di storie a fumetti a tema sportivo e, soprattutto negli ultimi venti anni, vari autori hanno raccontato imprese e protagonisti del calcio (come Maradona e Zlatan Ibrahimovic), ciclismo (Pantani e Bartali), basket (Michael Jordan) e tennis.

Proprio il tennis è forse uno degli sport che meglio si prestano a essere raccontati con il fumetto poiché dotato di alcune connotazioni che lo rendono unico rispetto ad altre attività agonistiche. In primis perché è uno sport individuale, si gioca uno contro uno (o due contro due, se in doppio) e le partite non hanno una durata prestabilita, potendo anche durare ore. Per tale motivo, l’aspetto e la tenuta psicologica di ciascun giocatore contano quanto talento e tecnica; un incontro di tennis si gioca contemporaneamente sul campo e nella testa di ogni tennista. E il fumetto ha tutti i mezzi per raccontare bene quello che accade in questo secondo campo “virtuale”.

Inoltre, da un punto di vista di pura tecnica sportiva, è tra gli sport che meglio si presta a una trasposizione su carta: dai tempi morti che scandiscono le partite – come attesa del servizio e cambi di campo ai giochi dispari – fino alla possibilità che le dinamiche di un incontro offrono al fumetto per essere rappresentate. Dai fermo immagine iconici di alcuni movimenti (il braccio teso in alto che lancia la pallina in battuta, la racchetta tesa dietro il corpo nella preparazione di un rovescio, il corpo che accompagna il colpo in una volèe), all’uso di campi e controcampi per descrivere gli scambi nelle rispettive metà del terreno di gioco di ciascun giocatore, alla possibilità di evidenziare le geometrie che i tennisti “disegnano” con i colpi durante le partite.

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A opere a fumetti più datate come Jenny la tennista e Il principe del tennis e più recenti, come Max Winson di Jeremy Moreau, Match di Gregory Panaccione e Happy di Naoki Urasawa, oggi si affianca GOAT di Emanuele Rosso, un brillante e originale omaggio allo sport con la racchetta che il suo autore – appassionato di tennis – ha dato alle stampe per Coconino Press.
Acronimo di Greatest Of All Times – il più forte di tutti i tempi – l’opera di Rosso è un vero mockumentary a fumetti, una storia di fantasia con protagonisti anche reali che mediante eventi fittizi racconta ad appassionati e neofiti segreti, sacrifici, filosofie e bellezze del tennis contemporaneo e dei suoi protagonisti.

GOAT narra la storia di Idris Arslanian, tennista minore di origine franco-siriana, che giocando un solo torneo l’anno – l’Open 13 di Marsiglia del circuito ATP International Series, che si gioca indoor su campi in cemento – si trova a sfidare, in tre edizioni consecutive, i Fab Four del tennis odierno: Roger Federer, Rafa Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray.

Rosso, attraverso le sue tavole e la sua narrazione, riesce a parlare con precisione e cognizione tecnica da appassionato, sia agli esperti conoscitori del tennis che ai neofiti. Si accattiva i primi con puntuali dissertazioni sui meccanismi che regolano il tennis professionistico e le decine di tornei challengers che vedono sfidarsi centinaia di giocatori minori in cerca di punti in classifica e visibilità, una galassia spesso sconosciuta ai più che gravita intorno ai tornei ai quattro più famosi tornei del Grande Slam (Melbourne, Parigi, Wimbledon e Flushing Meadows); mentre affascina i secondi attraverso il racconto degli allenamenti, degli stati d’animo e della psicologia di un talentuoso giocatore minore che ha la volontà di riuscire a incrociare la racchetta con i primi quattro tennisti del circuito mondiale, in una sfida che – chi ha giocato a tennis conosce bene – è prima di tutto con se stessi e i propri limiti, spesso autoimposti.
Il tennis è uno sport ostico per chi non lo segue o non lo hai mai praticato, tanto nelle dinamiche di gioco quanto nel punteggio, nel meccanismo delle partite e dei tabelloni dei tornei. Rosso non rinuncia a parlare di wild cards, tie-break, break-point, match-point e punteggi astrusi, ma lo fa senza cadere nel tecnicismo fine a se stesso, evitando il didascalismo attraverso una costruzione narrativa particolare e, soprattutto, mantenendo sempre il focus su Idris, i suoi pensieri e il suo agire.

GOAT_01Questo è reso possibile dalla divisione del racconto in tre segmenti distinti, ciascuno caratterizzato da una precisa bicromia (e dal colore che ne nasce per sovrapposizione) per renderli riconoscibili, che si alternano sulle pagine, raccontando presente e passato del protagonista.
Si parte con la cronaca delle partite dell’Open 13 di Marsiglia edizione 2015, iniziando con lo scontro con Djokovic e finendo, intervallati dagli altri segmenti, con la finale dell’edizione 2017 contro Federer, tre edizioni più tardi.
Questi spezzoni, connotati dalla bicromia rosa e azzurro petrolio, sono il racconto delle partite e delle interviste a fine incontro, quelli in cui Rosso racconta il tennis sul campo: gli scambi, i punti, i movimenti dei colpi. Sono le tavole più dinamiche del libro, quelle in cui il colore steso con pennellate veloci e istintive regala l’effetto cinetico dei movimenti dei tennisti e delle traiettorie della pallina, strisce bianche ben visibili tra il blu e il rosa.
Sono anche i segmenti più appassionanti nei quali l’autore riesce a trasmettere la tensione per l’esito del match da parte degli spettatori, il fiato sospeso per alcuni scambi che paiono infiniti, l’attesa del voltare la pagina per vedere come si conclude un gioco o una partita.

In verde scuro e azzurro petrolio, con alcuni inserti in ocra, troviamo la parte giornalistica dell’opera, le sequenze in cui Rosso mostra le interviste a giocatori, ex giocatori e addetti ai lavori del tennis, affiancate da tavole che ricostruiscono articoli (veri) scritti dalle firme giornalistiche più importanti del settore, come Ubaldo Scanagatta. Tra questi scritti, l’unico fittizio è quello di Gianni Clerici – uno dei protagonisti della narrazione tennistica degli ultimi 50 anni in video e sulla carta – di cui Rosso emula la prosa barocca e unica per fargli raccontare il suo protagonista Idris.
Questi inserti servono per far sì che finzione e realtà si compenetrino l’una nell’altra, inserendo il racconto principale nel flusso della narrazione giornalistica e televisiva contemporanea del tennis. Sono i passaggi attraverso cui Rosso dà concretezza mediatica al suo personaggio di fantasia, nel tipico linguaggio documentaristico odierno.

La terza linea narrativa, caratterizzata dai colori rosa e giallo, è quella che racconta i flashback, sprazzi del passato più o meno recente del protagonista. Dai primi colpi con la racchetta da bambino, spinto da una madre ex giocatrice professionista che aveva rinunciato alla carriera sportiva al momento della sua nascita, alle ripetute sconfitte e fallimenti da giovane professionista impelagato nelle paludi dei tornei di bassa classifica, fino alla decisione di mollare tutto per trovarsi un lavoro e incontrare invece inaspettatamente un coach capace di valorizzare il suo talento nella figura di Laurence Tieleman, reale tennista di seconda fascia che non ha mai vinto un torneo ATP ma in carriera è riuscito a sconfiggere un giovane Roger Federer.

Con questo segmento Rosso, oltre ad approfondire la formazione e la crescita di Idris come persona e giocatore, mette in campo due topoi spesso ricorrenti nella storia del tennis. Da un lato, il genitore-manager-allenatore-padrone che ha forgiato e anche creato vari traumi psicologici ad alcuni protagonisti del tennis mondiale come Andre Agassi e Steffi Graff; dall’altro l’allenatore che, incarnato in un ex giocatore, diventa anche mental coach e guru filosofico capace di far crescere un giocatore sotto l’aspetto sportivo e umano, magari con tecniche di allenamento poco ortodosse e fuori dai canoni. Anche in questo caso gli esempi non mancano e due compaiono anche nel fumetto: Ivan Lendl e Boris Becker.

GOAT_02Da notare, di passaggio, che i colori usati da Rosso sono tutt’altro che casuali. Il rosa e l’azzurro della storyline principale sono i colori dei campi indoor come quello in cui si svolge il torneo di Marsiglia.
Il verde degli inserti giornalistici ha lo stesso tono del colore ufficiale di Wimbledon, mentre il giallo e il rosa dei flashback si uniscono per formare toni di arancione, il colore della terra rossa su cui le palline gialle quando rimbalzano assumono le stesse tonalità usate dall’autore.
Anche da questi particolari si notano la precisione e la conoscenza di Rosso del tennis ed altrettanto di effetto è la fusione nelle pagine conclusive delle varie bicromie, una convergenza delle linee narrative che spingono il protagonista verso il suo destino finale di giocatore.

Su questo tappeto cromatico, il segno definisce figure, corpi e ambienti con pochi tratti neri, spesso aperti e a volte assenti, lasciando che sia il colore a definire volumi e ombreggiature. Lo stile realistico usato per delineare i personaggi reali della storia si sposa a quello a volte più fantasioso con cui l’autore delinea Idris, che in alcune pose ed espressioni richiamano alla mente alcune caratteristiche volutamente sopra le righe dei personaggi che sovente si ritrovano nei manga.

Il layout usato è spesso la griglia italiana a tre strisce, a cui Rosso deroga specialmente nelle tavole dedicate all’illustrazione delle partite. La resa dei movimenti dei corpi durante i colpi è sempre efficace, realistica, tanto nell’attenzione alle varie impugnature della racchetta a seconda dei colpi, all’iconicità della restituzione dei colpi distintivi dei campioni, fino alla posizione dei corpi in attesa del rimbalzo della palla.
L’autore riesce a creare il ritmo dello scambio attraverso le vignette che si alternano tra la racchetta che impatta la palla e la stessa che attraversa la rete e rimbalza in attesa del movimento del tennista per colpirla e rispedirla nell’altra metà campo. Rosso con la sua trasposizione su carta fa sì che l’occhio del lettore in sostanza emuli l’occhio dello spettatore di una partita di tennis che si muove in continuazione da destra a sinistra e viceversa.
Apice della perizia dell’autore sono alcune tavole con una griglia 3×3 che esemplificano la sequenza dei movimenti dei principali colpi – servizio, diritto, rovescio e volee – e l’uso alla Gianni De Luca della moltiplicazione dei corpi in una singola vignetta per enfatizzare la dinamica del movimento dei giocatori.

GOAT si pone dunque a pieno titolo in quella produzione letteraria che fa del tennis l’oggetto del proprio scrivere, da Open di Agassi (e J.R. Moheringer) a Infinite Jest di David Foster Wallace – che al tennis ha dedicato molta della sua produzione – fino agli articoli, ai saggi e ai libri di Gianni Clerici. Tutti nomi e opere che Rosso cita in coda al libro come fonte di ispirazione e che, a ben guardare, meritano di stringersi un po’ nella libreria di un appassionato per far spazio al racconto della grande impresa sportiva di Idris Arslanian.

Abbiamo parlato di:
GOAT
Emanuele Rosso
Coconino Press – Fandango, 2019
222 pagine, brossurato, colori – 21,00 €
ISBN: 9788876184628

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