Un giudice federale ha respinto, nei giorni scorsi, le accuse contro la Disney in una causa intentata contro la major riguardante l’uso di una tecnologia per gli effetti visivi presumibilmente rubata utilizzata per animare alcuni dei personaggi nei suoi film di maggiore incasso.
La causa era stata intentata da Rearden, la quale aveva accusato di violazione di copyright la Disney. Nel rigettare le accuse il giudice ha sostenuto che non ci fossero prove secondo cui la tecnologia rubata era stata ampiamente utilizzata per le pellicole Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Il tribunale ha però rinviato la decisione definitiva sulla violazione o meno dei brevetti della società Rearden da parte della casa di Topolino.
La vicenda è nata quando DD3, società con cui la major ha collaborato per film come Guardiani della Galassia e numerosi capitoli della saga dei Vendicatori, potrebbe non avere posseduto in maniera legale la tecnologia che ha avuto un ruolo sostanziale nella produzione dei film citati. Una complicata sequela di vicende, che ha comportato una vendita e una bancarotta fraudolenta, avrebbe portato a una confusione circa l’effettiva proprietà e le licenze della tecnologia incriminata, denominata MOVA Countor Reality Capture.
Lo scorso anno, una giuria di Oakland aveva sentenziato che la Disney aveva violato l’IP della Rearden, quando utilizzò la stessa tecnologia per l’adattamento live-action de La Bella e la Bestia. I giurati però assegnarono al querelante circa 600.000 dollari, dopo avere appreso che la major era a conoscenza dell’uso improprio di MOVA. La Disney rischiava di perdere 100 milioni di dollari nel caso fosse stato appurato che il successo al box office dipendeva dal lavoro sugli effetti visivi eseguito da MOVA.
Restano ancora senza decisione del giudice le affermazioni secondo cui la Disney è responsabile di violazione indiretta di copyright, nonchè di violazione dei brevetti per il presunto utilizzo della tecbologia nei due film degli Avengers. Sul tavolo ci sarebbero pesanti e ingenti danni, con la major che rischia di rinunciare ai profitti dei film, che complessivamente hanno incassato 6 miliardi di dollari.
Rearden ha presentato nuove prove, affermando che DD3 aveva un file informatico sulla motion capture dell’attore Mark Ruffalo e il personaggio di Hulk, contenente quantità sostanziali di codice sorgente MOVA copiato coperto dal copyright. Il giudice però non era convinto che il file fosse stato effettivamente utilizzato per animare Hulk, sostenendo che Rearden non è riuscita a idenitificare la data di creazione del file o altre indicazioni sullo scopo del suddetto file nella creazione del film.