Gherd di Rocchi e Carità: la forza degli esclusi

Gherd di Rocchi e Carità: la forza degli esclusi

La casa editrice Tunué pubblica "Gherd: la ragazza della nebbia" di Marco Rocchi e Francesca Carità. Protagonista è una ragazza che, attraverso un viaggio di formazione, conosce le proprie origini e trova un posto nel mondo.

Dopo Le due metà della luna  e Gubuldin, episodio raccolto nel volume Stagioni , Marco Rocchi e Francesca Carità rinnovano la collaborazione con la casa editrice Tunué, rispettivamente sceneggiando e disegnando Gherd: la ragazza della nebbia. La storia, un fantasy che si articola come racconto d’avventura e di formazione, è stata inserita nella collana Tipitondi, orientata prevalentemente a un pubblico di giovanissimi, ma non priva d’interesse per lettori di tutte le età.

Gherd è il nome della protagonista, una ragazzina che abita in un villaggio di montagna perennemente circondato dalla nebbia; è la figlia di due persone molto sagge, decise a rendere più civile, accogliente e pacifico il clan degli Ammazzabestie, al quale appartengono. Dopo che il padre e la madre vengono uccisi da una delle temibili bestie che da lungo tempo funestano la vita quotidiana, alla giovane non resta che intraprendere un viaggio alla ricerca della vendetta e di un proprio posto nel mondo.

Questo allontanamento ricorda il meccanismo tipico delle fiabe e sembra necessario perché il personaggio possa crescere: mentre attraversa fitti boschi, facendo la conoscenza di animali antropomorfi amichevoli o ostili ed esplorando le potenzialità della magia, compie un primo passo verso la maturità.

Marco Rocchi gioca con i tempi di lettura, snellendoli quando scrive scambi di battute rapidi e sintetici e dilatandoli quando nei balloon ricorrono le spiegazioni, utili per conoscere l’universo narrativo e mai noiose. Sia nei testi che nei comportamenti dei personaggi non mancano l’umorismo e la comicità, apprezzabili non soltanto dal pubblico più giovane, al quale strizza l’occhio anche l’inserimento di un simpatico animaletto di fantasia, ma anche da quello più smaliziato, perché i momenti che allentano la tensione sono distribuiti con il giusto tempismo.

Francesca Carità collabora alla buona riuscita di queste scene più leggere, donando a Gherd e ai comprimari un’espressività enfatica, talvolta buffa, che sfrutta sia l’ingrandimento di occhi e bocche che un linguaggio del corpo teatrale.
Il segno prevalentemente cartoonesco, attento anche alla cura degli ambienti interni ed esterni e ai dettagli minori, quali i graffiti sulle pietre collocate lungo il percorso, si sposa con i toni fantastici e con l’atmosfera a tratti sognante della storia e movimenta tanto le sequenze di dialogo e di viaggio, nelle quali prevale un’impostazione della tavola basata su tre strisce orizzontali, quanto le scene d’azione, distribuite soprattutto nell’ultimo terzo del racconto.
Quando le vicende si fanno concitate e quando è necessario mostrare più di un luogo nella stessa pagina, essa viene suddivisa in modo diverso: troviamo splash-page, anche tre consecutive, e un numero variabile di vignette verticali e di strisce.

Lo stile di disegno e la colorazione, solitamente calda e luminosa, variano in un’occasione particolare: quando il presente narrativo cede il passo al passato, per svelare l’origine del conflitto tra i clan e le bestie, le differenze cromatiche tra sfondi e figure si riducono, il tratto diventa minimale e la gabbia sparisce.

L’ambientazione

Il primo elemento ad attirare l’attenzione è un inaspettato cambio di ambientazione: se nell’incipit i luoghi mostrati sono quelli caratteristici del fantasy nordico, con il dipanarsi della trama ci viene mostrata una grande città dall’aspetto orientaleggiante. Le armi tipiche dei vichinghi, gli uomini dai corpi massici e dalle sopracciglia folte, che richiamano il character design della saga cinematografica Dragon Trainer, le pesanti pellicce e le capanne che offrono riparo dal freddo, adornate con le ossa e i teschi delle mostruose belve uccise per difendersi dagli attacchi, vengono lasciate alle spalle, in favore di alte mura, templi monumentali e lanterne cinesi.
Il passaggio dalla brutale concretezza di una società chiusa e patriarcale a un misticismo solo all’apparenza illuminato non è repentino, bensì graduale e motivato dalla ricerca di alcune pietre magiche che consentono di ammansire le bestie, e culmina in una doppia splash-page, nella quale lo stupore della straniera Gherd e del lettore coincidono.

La lotta ai pregiudizi

Nel villaggio degli esseri umani il destino dei giovani è già scritto: i maschi devono dimostrare il loro valore, attraverso un rito d’iniziazione, per diventare ammazzabestie, mentre per le femmine sono previsti soltanto ruoli di secondo piano. La protagonista, intraprendente e determinata, è decisa a combattere contro il pregiudizio secondo il quale le ragazze non sono in grado di lottare e, nel farlo, si scontra con l’autorità. Il potere precostituito, che vede come una minaccia il fiorire dell’alterità, non è capace di nessuna risposta diversa dall’emarginazione. È a questo punto, diventando un’esclusa, che Gherd abbraccia il proprio Io o, perlomeno, che si incammina lungo la strada dell’evoluzione personale, raccogliendo l’eredità dei genitori.

Poiché il simile conosce il simile, durante il viaggio si rivela fondamentale l’incontro con Kemono, giovane medium allontanato dalla città orientale. Le sue capacità straordinarie lo rendono pericoloso agli occhi di chi trama nell’ombra per raggiungere i propri egoistici obiettivi, mentre la sua umanità porta il lettore a simpatizzare per lui.

Una Telemachia al femminile

Nei primi quattro canti dell’Odissea, che costituiscono la cosiddetta Telemachia, il vero protagonista non è Ulisse, bensì suo figlio Telemaco. Aiutato e consigliato dalla dea Atena, stanco di sopportare i soprusi dei Pretendenti, si distingue nell’assemblea a Itaca e, successivamente, parte per un viaggio dal duplice scopo: capire se il padre sia ancora vivo e procurarsi fama imperitura.
Come spiega Elisa Avezzù nel suo commento all’edizione BUR Rizzoli del poema omerico, attraverso il discorso in pubblico e la peripezia, paragonabili alle tappe dell’efebia (il percorso educativo e formativo istituzionale dei giovani ateniesi), il ragazzo non solo dà prova di determinazione e abbraccia la sua nuova identità, ma soprattutto scopre chi realmente sia Odisseo, il padre sempre lontano che finalmente conosce grazie ai racconti degli eroi Nestore e Menelao.

Similmente e in chiave fantasy Gherd, dopo aver cercato di esplicitare le proprie convinzioni a parole davanti ai membri del clan, deve partire e, lungo il suo cammino di formazione, impara a sopravvivere autonomamente e raccoglie informazioni sulla madre, sempre vista con sospetto nel villaggio e scomparsa prematuramente. È una signora anziana, in terra straniera, a rivelarle chi fosse realmente e che cosa stesse cercando di realizzare. L’adolescente non ha più dubbi: ora che sa quali siano le sue origini, ora che sa che è un’emarginata tanto quanto la madre, può diventare padrona del proprio destino, scommettendo su se stessa e sulla propria diversità.

Passato e presente

Dopo l’incipit in medias res, grazie a un flashback e alle spiegazioni disseminate lungo il racconto, il passato e il presente si legano in un rapporto a maglie larghe di causa ed effetto. Quando i due filoni si incontrano, si ha l’impressione che la microstoria di Gherd si mescoli con una macrostoria ancestrale, ma nel proseguire la lettura ci si rende conto che non esiste una profezia che conferisca alla protagonista un’importanza superiore a quella dei comprimari.

Nella graphic novel Rocchi e Carità distribuiscono le colpe tra tutti i popoli che abitano il mondo da loro creato, giocando con le sfumature ed evitando gli assoluti. Se la volontà di primeggiare degenera in avidità di potere, non può che portare la persona ossessionata a commettere un delitto del quale non può evitare il castigo. A rompere lo schema sono due figure speciali, non per retaggio, ma perché capaci di fare tesoro delle esperienze vissute e di trarre vantaggio dalla loro posizione defilata. Lo sguardo altro è uno sguardo a 360 gradi, che cerca di capire il passato per migliorare il futuro.

In questo snodo si coglie la profondità di un’opera dallo svolgimento più prevedibile rispetto a Le due metà della luna, malgrado il cambiamento nell’ambientazione, ma più ricca di spunti di riflessione, non solo per bambini e ragazzi.

Abbiamo parlato di:
Gherd: la ragazza della nebbia
Marco Rocchi, Francesca Carità
Tunué, 2019
160 pagine, cartonato, colori – 19,00 €
ISBN: 9788867903368

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