Gekiga e Coconino Press, un’impresa culturale all’avvio

Gekiga e Coconino Press, un’impresa culturale all’avvio

Due manga di Tsuge e di Hayashi danno il via alla nuova iniziativa editoriale per Coconino Press: proporre i migliori titoli del fumetto adulto giapponese

Premessa

Coconino Press non è nuova alla pubblicazione del fumetto giapponese. La lunga lista di autori, tra i quali spicca per celebrità l’onnipresente Jiro Taniguchi, ha permesso sin qui di far conoscere in Italia un modo di raccontare a fumetti diverso rispetto alla maggior parte dei manga fino a quel momento pubblicati. Si è trattato, tuttavia, di una proposta editoriale che ha proceduto a singhiozzo, con alcuni ripensamenti, non organica, che ha attraversato tutta la storia della casa editrice diretta da Igort.

Oggi, grazie alla sensibilità di Vincenzo Filosa, autore per Canicola Edizioni di Viaggio a Tokyo, e l’amore dello stesso Igort per il fumetto giapponese adulto, come confermano i suoi recenti Quaderni Giapponesi, nasce un nuovo e più organico progetto editoriale. Da luglio 2016 infatti esordisce una collana che si propone di pubblicare alcune delle più importanti opere del cosiddetto “Gekiga“, termine che originariamente, dagli anni ’60 del secolo scorso, indicava un approccio più adulto e maturo alla narrazione a fumetti. Ecco un estratto di come la casa editrice presenta nel suo sito l’iniziativa:

Coniato nel 1957 dal compianto Yoshihiro Tatsumi, Gekiga (“immagini drammatiche”) è un termine che definiva un nuovo modo di intendere il manga giapponese rispetto alla concezione comune dell’epoca. Con la sua intuizione, l’autore di Toyonaka ha contribuito all’evoluzione del fumetto come linguaggio in grado di soddisfare anche i gusti dei lettori adulti sperimentando con generi come il thriller, il noir e l’horror su storie che spesso superavano le cento pagine, anticipando così di anni l’arrivo del graphic novel. Insieme al collega e amico Masahiko Matsumoto, Tatsumi cercò nuove soluzioni visive che, pur partendo dall’insegnamento di Osamu Tezuka, seguissero direzioni innovative e inedite, abbandonando umorismo e parodia per favorire tematiche più cupe e mature. Nella rivoluzione di Tatsumi e Matsumoto, il manga divenne strumento per rappresentare la realtà. […]

I primi due titoli della collana sono La mia vita in barca di Tadao Tsuge e Elegia in rosso di Seiichi Hayashi.

Oltre i generi

La-mia-vita-in-barca-COVERLe opere di Tsuge e Hayashi non potrebbero essere più diverse tra loro. Appare quindi chiara l’intenzione della casa editrice di comunicare da subito che il contenitore Gekiga è quanto di più vario e imprevedibile ci possa essere; che non si esaurisce in uno specifico genere narrativo; e che nel corso degli anni ha avuto molteplici sviluppi e derive. Anche il periodo storico nel quale sono state realizzate le due opere è diverso.

La mia vita in barca è stato terminato nel 2000, con uno Tsuge ormai maturo, e che approfitta del pretesto culturale e tecnico della pesca per una profonda ma ironica riflessione sulla vita e le sue sofferenze.
Lo sguardo riflessivo ma leggero dell’autore tocca l’intimismo zen più noto a noi occidentali grazie ai lavori di Taniguchi, spaginandolo già dal secondo capitolo, attraverso alcune derive vagamente surreali, che hanno negli incontri e nelle relazioni tra personaggi sgraziati e folli il loro cuore, la loro verità.
La delicatezza di Tsuge non sembra avere riferimenti chiari, ma una voce personale forte e diretta, dove la semplicità è chiarezza di intenti e di visione e il gusto metanarrativo di molte riflessioni del protagonista colorano di felice ironia anche i passaggi più intimi.

elegia_in_rosso_copertinaElegia in rosso è invece realizzato negli anni ’70 del secolo scorso, da un Hayashi ventenne, che cerca di definire una propria identità stilistica, rompendo molteplici schemi, avvicinando il disegno alla poesia visiva, frammentando la narrazione e lasciandosi guidare da un’urgenza tipicamente giovanile, sofferta e al limite.
Uno sguardo frantumato e doloroso, che si perde nella disperazione per l’amore e l’arte, che esplode attraverso la rappresentazione di personaggi quasi sempre chini su loro stessi, senza volto, che si muovono in luoghi anonimi, all’interno di vignette senza sfondo che appaiono più una punteggiatura ritmica che una cornice narrativa.
L’autore cerca di creare un movimento all’interno della densità del dolore, che permetta un attraversamento. Ma al lettore rimane l’impressione di rimanere intrappolati nel bozzolo chiuso di un bruco, prima di diventare farfalla.

Maturità e giovinezza

elegia_in_rosso_1Dirompente e fuori dalle righe il lavoro di Hayashi; tradizionale, elegante, minimalista quello di Tsuge. Quasi impossibile accostarli.
E d’altra parte, solo la logica della contemporanea pubblicazione per Coconino Press determina questa occasione, che tuttavia offre non pochi spunti di riflessione.

La violenza adolescenziale e la pacatezza riflessiva della terza età si trovano a confronto, non solo nello stile, ma anche nell’energia, nell’opportunismo retorico, nell’urgenza espressiva, nell’obiettivo professionale degli autori.

Elegia in rosso è fortemente legato al contesto culturale in cui è stato realizzato. Letto oggi per la prima volta, il lavoro di Hayashi appare datato sotto molti aspetti. L’urgenza di cui si diceva guida la mano e la voce dell’autore, fino a prendere il sopravvento e perdere in equilibrio e compiutezza.

elegia_in_rosso_2È un lavoro del tutto mimetico, completamente identificato nelle tematiche che tratta e nel periodo storico in cui è stato realizzato. Niente di male, ma un dato di cui tenere ben conto.
Seminale, certo, per gli inizi degli anni Settanta. Involuto e rinchiuso in un grumo espressivo col senno di poi e la consapevolezza di quanto e come il fumetto si sarebbe evoluto in tutto il mondo. Molte scelte appaiono quindi ingenue e il filo della narrazione fin troppo fragile.

Elegia in rosso appare comeim un lavoro metico, come si diceva, perché la sua forma è il contenuto. Quella frammentazione, fragilità, incompiutezza narrativa sono lì come simbolo completamente rappresentativo della frammentazione, fragilità e incompiutezza interiore che l’autore intende raccontare.

È attraverso opere come queste che si può comprendere il valore unico del fumetto come forma di espressione, dove lo stile e la forma, al pari di altre operazioni simboliche, sono testimonianza diretta della personalità dell’autore. Il fumetto si guarda, e rivela la dimensione individuale e unica del suo autore, in modo molto meno mediato o indiretto che in un libro o in un film. Nel fumetto, cioè, manca completamente la mediazione degli attori e di tutti gli altri professionisti che rendono possibile la realizzazione di una pellicola; è inoltre ridimensionata la complessa mediazione della neutralità della parola scritta stampata dei romanzi.

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L’autore si fa forma, diventa tratto, scansione delle pagine, ritmo e parola in un procedimento molto più immediato e individuale. In Elegia tale individualità rischia di apparire solitudine, isolamento. Hayashi, negli anni ’70, quindi, ci mostra una delle caratteristiche più importanti del fumetto, ma anche, in qualche modo, i propri limiti espressivi.

La semplicità è arte

La-mia-vita-in-barca-1La mia vita in barca di Tsuge si pone in qualche modo agli antipodi di Elegia in rosso. Lo stile piano, minimalista ma mai banale, pacato, ironico, misurato, leggero è frutto della maturità dell’autore e appare come il risultato di un preciso lavoro di sottrazione, di pulizia. Si avvicina, come intenzione, alla scultura, per quel suo processo di cesellamento e eliminazione del superfluo, che dal marmo grezzo porta alla forma.

Tsuge racconta la vita in barca finalizzata alla pesca in modo lucido, distaccato, senza reale identificazione. Non vuole affermare alcuna supremazia (di uno stile di vita, di una retorica della povertà, ecc.) e anzi ne mostra disincantato la possibile trappola retorica.
Così, pagina dopo pagina, il protagonista condivide le sue riflessioni amare e malinconiche con autoironia, sorpreso e spesso irritato egli stesso per questo bisogno, per questa sua ricerca e per essere rimasto incagliato in una professione, quella di scrittore, che non vuole davvero prendere il volo.

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La solitudine che la vita porta a ogni essere umano appare così nella sua cruda essenzialità di isolamento autoimposto, nel momento in cui è il protagonista stesso incapace di godere della presenza dell’altro, in particolare all’interno della propria famiglia. Salvo poi comprendere, senza scarti o bruschi risvegli, che è la Natura di cui l’essere umano è parte a offrire tutto ciò di cui si ha bisogno, tutte le opportunità e la ricchezza possibili.

Stilisticamente, il lavoro di Tsuge è una lezione per tutti gli autori di fumetti. Il lavoro per sottrazione e l’essenzialità nella scelta del segno e dei simboli rivelano la sua voce autentica, e la sua ricerca personale, più di qualunque ambizione “fintamente artistica”.

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Conclusione

Esordio importante, per il panorama editoriale italiano, questo di Coconino Press. Non facile, perché i primi due lavori presentati non hanno forse la forza dirompente necessaria ad aprire una breccia decisa tra i lettori distratti.

Il progetto, quindi, se vuole avere un adeguato sviluppo, dovrà consolidarsi attraverso un ventaglio di proposte solide e costantemente reperibili, che solo alla distanza potranno raccogliere la visibilità che meritano. Un impegno certamente gravoso, anche in termini economici, perché è difficile aspettarsi un rientro economico immediato.

Ma che merita tutto il sostengo e l’attenzione che ogni impresa culturale difficile richiede. E quella di Gekiga è a tutti gli effetti una rilevante iniziativa culturale.

Abbiamo parlato di:
La mia vita in barca
Tadao Tsuge
Traduzione di Vincenzo Filosa
Edizioni Coconino Press/Fandango, luglio 2016
323 pagine, brossurato, bianco e nero – 20,00€
ISBN: 9788876183072

Abbiamo parlato di:
Elegia in rosso
Seiichi Hayashi
Traduzione di Vincenzo Filosa
Edizioni Coconino Press/Fandango, luglio 2016
232 pagine, brossurato, bianco e nero – 18,50 €
ISBN: 9788876183116

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