Fun Home è un libro dalle molteplici facce. È autobiografia innanzitutto, è diario, romanzo di formazione, fumetto e romanzo illustrato. È un libro dalle svariate personalità e sfaccettature, come le vite e i personaggi che lo popolano.
La storia narrata è la vita dell’autrice stessa, Alison Bechdel; questa non è la sua prima opera, ma sicuramente quella che l’ha fatta conoscere a un più grande pubblico in breve tempo. Negli Stati Uniti si è guadagnata premi e la nomina della rivista Time come miglior libro di narrativa dell’anno (quindi non solo come miglior fumetto). Prima di Fun Home Bechdel è stata impegnata nella serializzazione su quotidiani, riviste ed internet, della striscia Dykes to Watch Out For, dalle tematiche omosessuali, poi riprese anche in questo libro.
Le vicende principali dell’opera si riferiscono alla stessa gioventù dell’autrice che, sin dall’età di sei anni, ha fedelmente documentato su un diario le proprie giornate, a volte in maniera quasi maniacale, mai saltando un solo giorno. Su esso, oltre a brevi liste di azioni giornaliere, vi tracciava anche simboli. Fun Home non diventa, pero’, una mera illustrazione del diario in maniera strettamente cronologica. Ci sono tematiche e riflessioni profonde che muovono l’autrice. Anche se Bechdel racconta la propria crescita in maniera lineare nel corso del libro, singole vignette (come la frequente immagine del padre che attraversa la strada) spezzano il continuum narrativo in funzione degli argomenti affrontati nel testo – la famiglia, la figura del padre, distaccato, severo e autoritario, la sessualità (in questo caso omosessualità) – che hanno rappresentato per lei motivo di contrasti e contraddizioni.
È solo con l’arrivo dell’adolescenza che l’autrice assiste al progressivo riavvicinamento del padre, passaggio che avviene, comunque, in maniera lenta e sofferta. È la letteratura ad avvicinare i due, una passione comune grazie alla quale il genitore non costituisce più una semplice figura autoritaria trasformandosi in guida. Da questo periodo ha inizio l’amore dell’autrice per la letteratura, sentimento che la porterà ad adottare la tecnica narrativa che caratterizza il libro: usare la letteratura e la finzione per spiegare la realtà, cercarne ragione e giustificazione. Ricorrono spesso nel testo pagine di dizionario illustrate in vignette, perché ad esse Bechdel si affida per comprendere e studiare il significato di termini ritenuti in genere ovvi, come “padre” (colpisce vedere come Alison non si ritenesse omosessuale finché, già diciannovenne, cerco’ la definizione del termine sul vocabolario e lesse libri a riguardo). Oppure, invece di raccontare normali conversazioni, disegnare e riportare intere lettere serve all’autrice per descrivere relazioni e rapporti interpersonali.
Se la letteratura fa parte di un livello di ricerca più profondo, Bechdel non disdegna comunque la cultura pop, che sfrutta per contestualizzare le vicende: appaiono la rivista Time che, con le sue copertine, rimanda a periodi ben precisi, il New Yorker, la famiglia Addams, un ragazzo che legge The Haunt of Fear (fumetto EC degli anni ’50) e molti altri elementi.
È impressionante, quasi inverosimile, assistere a come l’autrice cerchi di spiegare tutti gli importanti avvenimenti della sua vita tramite la letteratura. Primo su tutti la morte del padre. È stato suicidio? – si chiede lei insospettita non tanto per le circostanze della morte, quanto per alcune frasi sottolineate dal genitore stesso sul libro di Camus, La morte felice, che egli stava leggendo prima di morire.
Non a caso ogni capitolo è caratterizzato da riferimenti letterari ed il titolo di ognuno di essi rimanda alla particolare opera citata: padre e figlia sono paragonati a Dedalo e Icaro, la figura del genitore e la sua ricerca estetica sono descritte citando Fitzgerald e Wilde, il percorso adolescenziale di Alison tramite l’Ulisse di Joice. È la stessa autrice ad affermare: “I miei genitori mi appaiono più reali in termini di finzione”; con questa frase è evidente che rappresentare la propria vita tramite un libro sia per lei il modo migliore per riuscire a capirla e, solo allora, consegnarla alla memoria, considerarla passato. Se nei libri e nella dimensione del romanzo si trova la verità, allora affidarvi la propria vita diventa il miglior modo per capire quella famiglia e quel padre sempre così distanti.
separatorearticoloQuesto libro è stato probabilmente per lei il frutto di un desiderio spontaneo, la razionalizzazione degli scarabocchi che da piccola tracciava sul diario, o di un gesto compulsivo come quelli compiuti in gioventù. A me ha dato l’impressione di non essere il racconto del suo odio per un padre così difficile quanto, piuttosto, l’ammissione del suo amore per lui e la constatazione della reciproca somiglianza. Tuttavia, è proprio al culmine di questo processo di riconoscimento col genitore che l’autrice se ne deve separare: la scoperta della propria omosessualità renderà l’autrice e il genitore sì più vicini, ma ancora per poco.
Emblematica di questa relazione padre-figlia è la sequenza delle due pagine costituite, nell’ultimo capitolo, da dodici vignette ciascuna, quasi identiche: il padre, immobile, e l’autrice dallo sguardo sempre incredulo, presa dalla conversazione. Arrivarono troppo presto alla loro meta – dice lei – e troppo presto i due si dovettero separare. Anche il resto della famiglia è succube del capo famiglia, soprattutto la madre. Questi rapporti e questa condizione sono ben rappresentati in una vignetta dove ognuno vive separato a coltivare le proprie attività artistiche all’interno della casa (home), della quale si scopre ben presto quanto non sia per niente “divertente” e di come, in realtà, il “fun” del titolo stia anche per “funeral”, riferito all’attività di pompe funebri della famiglia del padre. È questo il primo dei paradossi narrati da Alison Bechdel, che vuol giocare con essi mostrando come anche la morte e i funerali giochino scherzi crudeli e facciano parte della vita di tutti i giorni, come succedeva per lei che, fin da bambina, aiutava il padre a sistemare cadaveri come se fosse un gioco. In questo contesto, un uomo delicato ed attento all’estetica come il padre non disdegna l’attività di cura dei morti e la famiglia non si scompone troppo al momento del coming out della protagonista, quasi fosse scontato. Senza scandalo viene accolta la sua fidanzata in casa: noi nel leggerlo ci stupiamo della mancanza di reazione da parte di ogni membro della famiglia, mentre per lei tutto è così normale.
La crudeltà della vita, l’amore e la realtà vengono esposti senza nessun pudore. Per le tematiche trattate e per la forma della narrazione il libro, sin dalla sua uscita negli Stati Uniti, oltre a riscuotere un enorme successo è andato incontro a molte critiche e a vere e proprie censure, fino ad esser bandito, ad esempio, da alcune biblioteche per le esplicite scene di sesso omosessuale.
Il realismo della narrazione passa anche attraverso il disegno che Alison Bechdel adotta. Tutto è filtrato attraverso i suoi occhi e viene arrotondato e smussato da una delicata bicromia, ma ogni cosa rimane vera, anche se rappresentata con un tratto molto personale. Le difficoltà della vita, delle relazioni umane e l’inconoscibilità delle persone, persino di quelle più care, costituiscono argomenti duri che l’autrice ci descrive tramite un segno morbido, sovrapposto spesso a uno più preciso e rigoroso. Così per rappresentare il legno disegna ogni sua venatura con cura maniacale, e soprattutto ogni posa umana è frutto dello studio di fotografie fatte dall’autrice a sé stessa con l’autoscatto di una macchina digitale. Queste figure, rigide e immobili come fotogrammi, vivono in funzione del testo: ne sono un compendio indispensabile.
Fun Home è letteratura illustrata oltre che fumetto; per questo la critica ne ha indicato una collocazione al di sopra dei generi. Ci sono momenti in cui le vignette assumono valore didascalico, spiegano il testo e non viceversa. L’autrice stessa in un intervista dice: “Voglio immagini che puoi leggere”, una sola frase che la dice lunga sul proposito di un libro il cui successo è da immaginarsi ed augurarsi abbia coinvolto anche appassionati di letteratura in generale e non solo di fumetto.
Riferimenti:
Alison Bechdel, sito ufficiale: www.dykestowatchoutfor.com
Rizzoli Editore: rcslibri.corriere.it/rizzoli