Magnum Photos è una delle più grandi e importanti agenzie fotografiche del mondo, fondata alla fine degli anni ‘40 da un gruppo di fotografi d’eccezione, come Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour e George Rodger. Magnum non solo ha documentato la storia del XX secolo attraverso l’occhio e la grande capacità dei suoi fotografi, ma è finita per entrare prepotentemente nella Storia stessa, partorendo alcune immagini iconiche che sono entrate a far parte dell’immaginario collettivo.
Il prolifico sceneggiatore francese Jean-David Morvan, creatore di serie come Sillage con Philippe Buchet, la saga della Mandiguerre con Stefano Tamiazzo, la recente Hercule con Looky e Olivier Thill, oltre a collaborazioni internazionali con la serie Zaya con Huangjawei, Un Anno con Jiro Taniguchi o ancora una storia francese di Wolverine – Wolverine Saudade – sempre con Buchet, appassionato di fotografia, ha varato un progetto con l’intento di confrontarsi con alcuni di questi momenti storici e le immagini che li hanno catturati.
Muhammad Alì: Kinshasa 1974, tradotto in Italia da Panini, è uno di questi. In precedenza, altri due volumi, ovvero Robert Capa, Normandia 6 giugno 1944 e Cartier-Bresson, Germania 1945, erano già stati proposti in italiano dall’editore Contrasto.
Il risultato di questo particolare progetto è un oggetto ibrido, sotto diversi punti di vista. Il primo, immediato, è la fusione tra fumetto e fotoreportage, in cui la gabbia di vignette spesso si arricchisce di alcuni scatti del fotografo protagonista del reportage originale. Il secondo punto di vista ha invece a che fare con il racconto stesso. Il lavoro di Morvan infatti sceglie di raccontare diverse cose in parallelo.
C’è il racconto del fotografo protagonista – in questo caso Abbas – e delle circostanze del suo lavoro, che per l’occasione mette a disposizione tutti gli scatti del reportage, rimasti in un cassetto per oltre 36 anni.
C’è il racconto dell’evento sportivo storico, la famosa “The Rumble in The Jungle”, l’incontro di boxe svoltosi in Zaire, nella città di Kinshasa, in cui Alì tentava di riconquistare la cintura di campione del mondo dal suo detentore, Foreman.
C’è poi il racconto biografico del suo protagonista principale, il pugile Cassius Clay diventato poi Muhammad Alì, la cui forza passava per la lingua, prima che dalle mani, ma anche qualche spunto biografico degli altri protagonisti della vicenda, come il suo rivale George Foreman o il suo allenatore Don King.
Infine, c’è il racconto del contesto sociale e politico, che ci permette di comprendere come mai l’incontro si sia svolto in Zaire, in quel preciso momento, e come mai la folla, in strada e poi a bordo ring, incitasse il campione al grido di “Ali, Bomaye”, ovvero “Ali, uccidilo”.
A raccontarci la vicenda e il suo contesto è la voce dello stesso Abbas, che ci accompagna nel viaggio tra le tavole come una voice-over contenuta nelle didascalie, in quello che è il viaggio fino alla fatidica, iconica foto. Morvan riesce a destreggiarsi abilmente tra i diversi piani e i diversi racconti, costruendo un quadro dove storytelling e documentario viaggiano con efficacia. Il disegnatore Rafael Ortiz, con le sue linee sporche, a tratti volutamente grezze, cerca soprattutto il dinamismo. Il disegnatore dà il meglio infatti nelle vignette e nelle sequenze in cui mette in scena il movimento, sia durante gli scontri sul ring, che nelle fasi di allenamento o di piccole azioni. Meno efficace quando si tratta di cercare le somiglianze con i veri protagonisti della storia.
La composizione delle tavole utilizza una gabbia variabile, nella maggior parte dei casi rigorosa, in cui si innestano in uno strano ibrido che porta quasi al “fotoromanzo”, diversi degli scatti di Abbas, collocati come vignette. Qui e lì Ortiz si prende qualche spazio, che arriva a occupare una o persino due intere tavole, dove realizza composizioni evocative prive di vignette per rappresentare particolari momenti, come il festival musicale che precedette l’evento e le star che vi parteciparono.
Per aiutare il lettore a destreggiarsi tra i vari piani temporali del racconto arrivano in aiuto i colori di Hiroyuki Ooshima: il bianco e nero in scala di grigi domani il match, anche perché il bianco e nero è stata la scelta principale di Abbas per documentare l’incontro con i suoi scatti. Il colore, con tocchi al seppia e alcune lievi variazioni, ci racconta invece i momenti del passato, che siano l’infanzia di Cassius Clay, le vicende storiche o i giorni che precedono l’incontro.
A corredo del volume, un lungo apparato redazionale in cui lo stesso Morvan racconta il progetto Magnum, dalla sua idea iniziale e poi attraverso tutte le sue fasi, fino agli incontri che hanno portato a farla diventare realtà, con una carrellata di immagini dei diversi illustratori coinvolti, ulteriori foto di Abbas legate all’evento e l’intera sequenza di tavole realizzate dal grande Horacio Altuna come prima versione della storia. Questo volume era nato infatti con il suo coinvolgimento: quando l’autore argentino ha lasciato il progetto, si è deciso di ricominciarlo da capo. Con questa appendice nel volume è possibile così ammirare comunque il lavoro svolto da Altuna e confrontare le diverse interpretazioni di due disegnatori della medesima sequenza, quella con cui si apre il racconto.
Progetto intrigante sotto diversi aspetti, questa combinazione e contaminazione tra fumetto e fotografia riesce a farci comprendere le dinamiche e il contesto di un evento storico, offrendoci uno spaccato che non si limita a mostrare ma ci aiuta a capirlo in tutte le sue diverse sfumature, senza dimenticare di offrirci uno scorcio dietro le quinte tra quelle persone che hanno assunto il ruolo di essere i nostri occhi e di mostrarci quei momenti significativi e tutta quella carica di sfumature nel singolo “scatto giusto”.
Abbiamo parlato di:
Muhammad Alì: Kinshasa 1974
Jean-David Morvan, Abbas, Rafael Ortiz, Hiroyuki Ooshima
Traduzione di Isabella Donato
Panini 2022
136 pagine, cartonato, colore – 34,00 €
ISBN: 9788828705147